(Questa è un po’ lunghetta, è vero. Ma se avete da lavorare, cacchio ci fate qui?)
Ho dovuto attendere che si posasse la polvere dopo la ridda di ipotesi, progetti, smentite e ripensamenti che hanno dato vita ad un penoso balletto concluso con una figura misera misera del governo che ho votato. Sto parlando dei provvedimenti in finanziaria sui SUV, sigla che credo significhi Socially Unresponsable Vandalism (per chi non sa l’inglese: “macchinoni del cazzo”).
Alla fine è venuto fuori un blando provvedimento che penalizza di un nonnulla le cilindrate da aliscafo su quattro ruote, ma che nel contempo sconta il bollo ai motori di nuova generazione, insomma una bella somma zero. (Complimenti, avete rischiato di varare uno dei pochi provvedimenti popolari ma vi siete fermati in tempo.)
Invece io continuo ad odiarli –sì, odiarli- i macchinoni cagoni, e ora vi spiego perché.
Prima di tutto lasciate che risponda in anticipo all’obiezione più comune (ma non la più stupida; anche se è difficile stabilire quale sia, la più stupida) che viene rivolta a chi dichiara di non sopportare i SUV: tutta invidia. Ho avuto a disposizione per decenni auto più eleganti, più costose, più buzzurre della mia da invidiare, supposto che io mi dedichi ad invidiare chi spende più di me. Ferrari, Porsche, ma anche Mercedes e BMW, per dirne qualcuna. Non ho mai chiesto di porre un freno all’utilizzo di quelle auto; per quanto dieci anni fa spendere più di ottanta milioni per un’auto mi paresse esagerato, non mi sono mai sentito minacciato o prevaricato da chi lo faceva. Mi pareva che l’esoso esborso fosse di per sé punizione già più che sufficiente per una scelta a mio personale modo di vedere insensata.
Coi SUV è diverso: è un atto di prepotenza, e come tale merita una reazione.
E’ prepotenza perché consumano e inquinano uno sproposito. Ora, potete affannarvi a dimostrarmi che non è vero, che grazie ai nuovi motori, queste meraviglie della tecinica da 3000-4000 di cilindrata consumano e inquinano come la mia milletré. Cazzate, è chiaro. Può anche darsi che, una volta lanciati a 150 km/h in autostrada i macchinoni consumino come la mia utilitaria (che infatti non è fatta per quella velocità); il problema è che in città, da semaforo a semaforo, ogni volta che fai prima-seconda-terza devi pur sempre lanciare un peso da carro armato, e non credo che possa essere fatto senza consumare di più di un’auto che pesa la metà. E in ogni caso, non è quello il punto; se i motori di nuova generazione sono tanto efficienti, il problema è far circolare più auto efficienti che inquinino meno, non auto-più-grandi-ma-efficienti che inquinino uguale: bel progresso! Se un nuovo quattromila consuma come un vecchio milletré, vuol dire che bisogna favorire la circolazione un nuovo milletré a basso consumo, non di un nuovo quattromila. Oh, me lo sono inventato io che l’inquinamento è un problema?
Ma consumo e inquinamento (che da soli bastano e avanzano) non sono tutto.
C’è la sicurezza: la mia, come la maggior parte delle auto, ha rinforzi nella carrozzeria con funzioni di sicurezza (mi dicono che si chiamano sbarre anti-intrusione, e già il nome mi fa sentire protetto) posizionate all’altezza del muso e del paraurti di un’auto (o un furgoncino) normali. E’ una soddisfazione sapere che in caso di impatto con un SUV, assurdamente alto, non servirebbero a niente. Certo, non voglio mettere a confronto la mia voglia di seguitare a vivere con il diritto a possedere un’auto stupidamente grande, ci mancherebbe, siamo in una democrazia liberale. Però essere decapitato un po’ mi scoccerebbe, lo confesso; con quello che mi costa il parrucchiere, capirete.
(Mi dicono che sono pericolosi anche per gli occupanti, perché facili a ribaltarsi. In questo caso però, se fate silenzio, riuscirete distintamente a sentire il rumore di me che me ne sbatto.)
C’è l’occupazione dello spazio: i parcheggi, per esempio, sono tarati per una larghezza standard, più o meno un tavolo da ping-pong. Coi macchinoni, che sono larghi come un campo da tennis, si perde un posto ogni cinque, quando va bene, e le righe per terra non servono più a nulla. In più, le viuzze dei centri storici e le strade di campagna (magari lungomare o lungolago, vero amici comaschi e milanesi con casa sul lago?) di questo bel Paese sono strette, l’avevate notato? Perché mi devo fermare –e magari far manovra- ogni volta che incrocio un cretino convinto di vivere in California?
C’è poi la guida stessa: in autostrada, dietro ad un’auto normale, ho una visuale che arriva alla macchina di fronte, il che mi permette di frenare con un ragionevole anticipo. Col SUV, che ostruisce la visuale tipo eclisse totale di luna, è già tanto se vedo che sto per arrivare al casello. Certo, posso dare quei tre-quattrocento metri di distanza di sicurezza, su autostrade perennemente trafficate dove normalmente si riesce a lasciare lo spazio di un triciclo fra un’auto e quella che la precede, come no? Ma io sono per le soluzioni semplici, e la soluzione è che i SUV vadano affanculo, o in California, quale delle due destinazioni è più vicina; consultate il navigatore satellitare, che ce l’avete.
Infine, anche se non è di per sé decisiva, c’è la motivazione che sono stupidi: non è un’auto da città perché è scomoda da guidare e parcheggiare in spazi ristretti. Non è neppure un auto da fuoristrada, è troppo larga e pesante per la campagna, men che meno si riesce guidarla in montagna; e se la volete usare nel fango della campagna, mi spiegate perché l’avete foderata di interni di lusso? Insomma, è un’auto essenzialmente da pirla, uno che vuole far vedere che passa i weekend a guadare fiumi e profanare foreste, quando è chiaro che lo passerà, come tutti, in coda per entrare nel parcheggio dell’Esselunga. Non ci credete? Allora spiegatemi perché esiste lo spray che simula le macchie di fango, se non per dare un tocco di fuoristrada ad un’auto che essenzialmente serve a rompere i maroni alle altre nel traffico cittadino.
Se siete pirla, perché dovete dirlo con un’auto? Non bastava vestirsi da pirla, come avete fatto fino a ieri?
Un’ultima confutazione di un’altra comunissima obiezione (questa sì, potrebbe essere la più cretina): e allora, i camioncini e i furgoni? Non mi affannerò a spiegare che trasportare merci è un lavoro (l’articolo 1 della Costituzione ne parla bene, del lavoro) e andare in giro con una macchina da buzzurri prepotenti è un hobby, che va tutelato un po’ più dell’abigeato ma un po’ meno del diritto di farsi un piercing con un’ancora da nave (visto che quest’ultimo causa danni solo ai suoi praticanti). Mi limiterò piuttosto a rispondere con una controdomanda: e se tutti guidassimo furgoncini, ti pare un progresso? A chi sarà così imbecille da rispondermi che va bene, mi offro per fargli personalmente quel piercing. Senza anestesia.
Concludo: non propongo niente, non è la sede, non è mio compito. A me state sul cazzo, regolatevi voi.
P.S. Ai miei amici che guidano queste mostruosità: vi voglio bene lo stesso. Ma perché voi non ne volete a me? Cosa vi ho fatto?
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Non sopportano -e non guidano- un SUV: (aderite numerosi, se no vi metto sotto senza pietà)
· Io (xantro), tanto per dirne uno.
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Questo blog e’ l’elogio della pigrizia (non che mi lamenti, eh).