Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

venerdì, 5 marzo 2004

storie | varie

invito interessante

http://digilander.libero.it/Gruppo_Locale_Milano/editoriale.htm

AZIONE AIUTO – Gruppo locale di Milano
e
CAFFé delle CORTI

Times New Roman; mso-ansi-language: IT; mso-fareast-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA”>

DONNA: NON SOLO FESTA


 

8 marzo 2004 – dalle ore 18.00

Via Petrella, 4 – Milano – All’interno delle Corti di Bayres

Happy Hour solidale con le donne, per le donne …

Prima consumazione per tutte le donne: 1 €

(L’importo verrà interamente devoluto al progetto “Azione Donna” seguito dal Gruppo Locale di Milano di Azione Aiuto O.N.L.U.S.)

www.caffedellecorti.it

www.gruppolocalemilano.zzn.com

Times New Roman; mso-ansi-language: IT; mso-fareast-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA”>caffedellecorti@tiscali.it

info@gruppolocalemilano.zzn.com

mercoledì, 3 marzo 2004

storie | di biblioteca, di me

si cambia vita (again)

Da lunedì inizio lo stage.
Fighissimo, stupendo, oltre le mie più rosee aspettative.

Gratis.
8 ore tutti i giorni salvo due mezze giornate per il vecchio lavoro (che mi piglierà pure le sere).
A casa del diavolo – leggerò un sacco sul tram e per fortuna che devo scendere al capolinea.
Niente Intennet (TM), suppongo. Niente più forum posta blog messenger vari salvo sporadiche puntate la sera (se va bene).
Niente più sbevazzate uscite serali cinema cene ballare e soprattutto chiacchierate di ore e ore con gli amici (e già son mesi che me le scordo) salvo sporadiche volte.

Ma ne vale la pena. Giocarmi questa occasione dopo anni di immobilismo è già in sé un risultato più che sufficiente a farmelo pensare.

A volte ci sono delle priorità, e al momento egoisticamente la mia priorità è la mia vita.
So che chi mi vuole bene lo sa, lo capisce e mi aspetta mentre per la prima volta inseguo concretamente un sogno. E quindi ringrazio in anticipo.

 

Postilla. La verità è che ho una paura fott#ta. E non (tanto) che vada male o non vada come spero. Ma di perdere tante, tantissime cose che hanno arricchito la mia vita finora. E soprattutto persone che l’hanno arricchita enormemente e senza le quali, comunque, non riesco a immaginare come sarà la mia vita, qualunque cosa io poi faccia e dovunque questa strada mi porti. E da cui pretendere, ancora, quanto di cui sopra mi sembra davvero troppo. Ergo non è che lo so, quello che scrivevo prima, ma ci spero – tanto, anche se credo ingiustamente.

lunedì, 1 marzo 2004

storie | vissute

stranezze

Stamattina salgo assonnatissima in metropolitana, dormo per le mie 5/6 fermate, a quella precedente la mia mi metto davanti alla porta, bella tranquilla col mio piuminone ingombrante e la mia borsa a cartella superingombrante, è vero. Lo ammetto. POTEVO dare fastidio. Cmq. Mi sento spingere ripetutamente la borsa e istintivamente mi giro a guardare. Conversazione conseguente:
Sciura: Non può mica pretendere… un metro quadro… sua borsa.
Io (ancora addormentata ergo intontita ergo non penso prima di parlare): Scusi?
Sciura: Non può mica pretendere di avere un intero metro quadro solo per sé e la sua borsa!!!
Io (vedi sopra): Ma io non ho detto niente…
Sciura: Sì ma mi ha guardato come se violassi il suo spazio personale e se qui è pieno di gente lei non può tenersi tutto lo spazio che vuole!
Io (vedi sopra): Ma le ho chiesto qualcosa?
Sciura: No ma io ho parlato per rispondere al suo sguardo invadente.

La gente è strana.

(il guaio è che quando ha parlato di spazio personale a me è venuta in mente la scena di Dirty Dancing questo è il mio spazio, quello è il tuo spazio e mi veniva da ridere perché la tipa di Patrick Swayze non caveva proprio nulla…).

lunedì, 1 marzo 2004

storie | vissute

festa di Carnevale (ambrosiano)

…e siccome che era la mia (e dei miei fratelli) niente a che fare con feste
ultrascicchete & supertrrrendy…! Svacco totale, relax totale, ognuno fa
quello che gli pare, unico obbligo era il costume – tema: cinema – e devo dire
che si sono tutti sbizzarriti. Nessun costume a noleggio, tutti fatti in casa e
uno più bello e fantasioso dell’altro. Cito in ordine sparso Wolverine (con
artigli di stagnola cuciti a mezzi guanti) e Tempesta, Pinocchio e la fatina,
Cleopatra (con infradito!!! Un’eroina!) e Marco Antonio, piratessa e pappagallo,
due Chaplin, 3 Blues Brothers (due si erano pure preparati il balletto e sono
entrati sulle note di ‘Everybodyyyyyyyy…’), una donna in
carriera, eccetera eccetera.
Nota a margine: la sciampista (vedi festa
supertrrrendy) NON è una sciampista, è molto simpatica e mi profondo in
scuse. Le apparenze come sempre ingannano.

Eppoi noi 4 eravamo troppo belli: l’Oscar, il premiato Kevin Costner per
Balla coi lupi (mio fratello è sempre modesto), la guardia del corpo e la
valletta che consegna il premio (moi. Prossimo passo: la letterina).

A parte un iniziale piccolissimo problema con un’autoreggente, mi sono
davvero scatenata, il momento clou è stato quello delle sigle dei cartoni
animati quando si è visto il gap generazionale: io, mia sorella e i nostri amici
nel delirio che le cantavamo tutte (Ufo robot, Daitan III, Capitan Harlock, Gig
robot – soppressa Remì), i gemelli e i loro amici che ci guardavano come fossimo
pazzi (e vecchi. Due di loro mi han pure dato del lei. Grrr.).

Ma non ho più l’età per fare le tre – e passare il pomeriggio seguente a
spazzare coriandoli!!!

venerdì, 27 febbraio 2004

storie | di biblioteca, di me

please…

…incrociate le dita.

Io questo pomeriggio devo ottenere una cosa e sono pochissimo diplomatica e men che meno capace di gestire queste cose.

Sperem in ben.

giovedì, 26 febbraio 2004

storie | sentite, vissute

De André

continuo a riflettere su questa cosa che ho scritto da un’altra parte su spunto di A. (grazie).

De André per me è di casa, la sua musica e le sue parole hanno accompagnato tutti gli anni della mia vita senza mai perdere di significato ma arricchendosi sempre più. Naturalmente quando ero piccolina ci capivo poco, i miei lo tenevano come colonna sonora perenne dei viaggi in macchina, con questa mitica cassetta duplicata dagli LP con volume I, II e III insieme (il II cioè ‘Tutti morimmo a stento’ era a cavallo dei due lati) però mia mamma toglieva il volume quando c’erano le parolacce – 2 in tutto (in ‘Via del campo’ di sicuro e anche credo in ‘Carlo Martello’) – e mandava avanti ‘Il gorilla’ che era alla fine di un lato, e noi piccoli morivamo di curiosità e quando l’abbiamo sentita di nascosto non ci abbiamo capito niente (avrò avuto sei anni). La cassetta veniva replicata periodicamente causa usura (e ci voleva una vita, bisognava calcolare i tempi al millisecondo), l’ultima volta l’ho fatto io sul vecchio giradischi per uso personale (e l’ho persa mannaggia la miseria).
Forse per questo le canzoni cui tengo di più sono quelle, quelle ‘vecchie’, quelle della mia infanzia, che mi hanno accompagnato negli anni ribelli dell’adolescenza e che oggi mi ricordano quelle che sono le cose importanti per me, la tolleranza, la comprensione, il rispetto verso tutti.
Ricordo anche che siamo andati tutti insieme al concerto a Milano (non so se è stato l’ultimo, ero al liceo), con i miei, e vederli che rimanevano colpiti dalle stesse canzoni che amavo io, vedere la gente della loro età cantare insieme a quella della mia, me li ha fatti sentire vicini, me li ha fatti capire più di mille altre cose, mi ha fatto vedere che sì magari sono rassegnati e tradizionali e un po’ retrogradi come genitori ma da giovani erano così anche loro e ci credevano anche loro e forse da qualche parte dentro sono ancora così. Un po’ cinici, disillusi, ma con quelle stesse cose dentro.
L’estate scorsa invece ho sentito per la prima volta (incredibilmente e indecentemente, lo so) ‘Amico fragile’ che è l’unica canzone ascoltata ‘da grande’ che mi ha colpito quanto quelle della mia infanzia, però quella con cui voglio ricordare de André qui è una delle sue canzoni più sconosciute (era nella prima versione di Volume I, sostituita nelle ristampe da ‘La stagione del tuo amore’), spesso lui traduceva testi altrui (Brassens, Masters ecc.), qui aveva tradotto ‘Arranjuez [sic] mon amour’ di Richard Anthony sulla musica del 2° movimento del ‘Concierto de Aranjuez’ per chitarra e orchestra di Joaquin Rodrigo. Per me è splendida. Triste ma splendida.

Caro amore
nei tramonti d’aprile
caro amore
quando il sole si uccide oltre le onde
puoi sentir piangere e gridare
anche il vento ed il mare.
Caro amore
così un uomo piange
caro amore
al sole, al vento e ai verdi anni
che cantando se ne vanno
dopo il mattino di maggio quando son venuti
e quando scalzi e con gli occhi ridenti
sulla sabbia scrivevamo contenti
le più ingenue parole.
Caro amore
i fiori dell’altr’anno
caro amore
son sfioriti e mai più rifioriranno
e nei giardini ad ogni inverno
ben più tristi son le foglie.
Caro amore
così un uomo vive
caro amore
e il sole e il vento e i verdi anni
si rincorrono cantando
verso il novembre a cui ci van portando
e dove un giorno con un triste sorriso
ci diremo tra le labbra ormai stanche
"eri il mio caro amore".

Dicevo, ci sto riflettendo, e in realtà mi sa che i miei non sono così ma questo è come vorrei che fossero… e ho paura di diventare come loro.

Vedremo.

mercoledì, 25 febbraio 2004

storie | di me

oggi faccio un po’ la piaga

Odio essere stanca.
Odio avere mal di testa.
Odio avere mal di testa
perché sono stanca.

Uffa.

(ti prego ti prego ti prego l’influenza no, non adesso! Fino al 2005 non
posso).

martedì, 24 febbraio 2004

storie | di me

sonno

…ma non è proprio sonno è più… voglia di qualcosa di b… cioè no
di sonnecchiare 😛
Mettermi su un divano… seduta, accoccolata (ma anche
no), con in sottofondo la tele o della musica (ma anche no), magari con un libro
in mano da far finta di leggere pigramente (ma anche no), e poi abbandonarsi
mollemente adattandosi allo schenale… trovare la posizione più comoda… e
pian piano gli occhi che si chiudono… continuando a sentire la musica o i
piccoli rumori di sottofondo, senza addormentarsi completamente… e sentire i
sensi diventare più acuti, accorgersi di rumori di solito soffocati da altro,
odori di cucina, la sensazione della stoffa del divano sotto la
guancia…
Mmmmm… Yawn!

Penso che rivaluterò il riposino.