Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

martedì, 15 giugno 2004

storie | di me

basta

DEVO mollare il vecchio lavoro. Non posso andare avanti così.

Ma come ca##o faccio?!?

lunedì, 14 giugno 2004

storie | di me

sopravvivenza

Sono stanca.

E sono stufa della gente che urla.

Stasera nanna presto che si preannuncia unaltra settimanina di quelle… Uffa.
Confido nel finesettimana.

sabato, 12 giugno 2004

storie | di me

precisazioni

Invidio profondissimamente chi ha le idee chiare e sa che fare. E condivido pienamente il suo discorso sul voto come diritto E come dovere. Ho sempre pensato che andare a votare (ed esprimere una preferenza) fosse entrambe le cose.

Ma che fare quando non ti senti rappresentata da nessuno ma proprio nessuno di quelli che ci sono? Se uno degli schieramenti avesse, come dicevo ieri, unideologia, un programma, qualcosa che io condivida, mi turerei il naso sulla singola persona e voterei.

Allo stesso modo, se ci fosse una persona candidata in cui credo e ho fiducia (quantomeno che farà del suo meglio ed eviterà di turlupinare chi lha eletto), la voterei turandomi il naso sullo schieramento di cui fa parte. Cosa che ho fatto alle ultime elezioni votando una persona di cui avevo molta stima e che poi non ho più sentito nominare. Chissà che fine ha fatto…

Non andare a votare o andare senza esprimere una preferenza (annullando la scheda eccetera) ancora adesso mi sembra una non-scelta, ma come esprimere allora il disgusto verso TUTTO il mondo politico e per il fatto che non ci sia cmq una vera possibilità di scelta? Unalternativa? Qualcuno che dica voglio fare questo (e il questo sia quello che vorrei io)?

Bon per stavolta faccio così. Visto che, come ho già avuto modo di dichiarare,  se potessi voterei A. ad occhi chiusi, io stavolta voto quello che vota lei (se me lo ricordo… mi mandi un sms? :D). E speriamo in bene.

venerdì, 11 giugno 2004

storie | di me

voto & disgusto

Ho sempre considerato il voto lesercizio di un diritto, di un diritto non così scontato come oggi sembra comune.

E non mi è mai passato per lanticamera del cervello di non andare a votare o di non esprimere una preferenza.

Però accidenti diventa sempre più dura… non so proprio dove sbattere la testa, mi viene veramente da vomitare (se non da ridere che sarebbe meglio – anzi no… vabbé lasciam perdere) alla sola idea di votare per uno qualsiasi di questi, da qualunque parte stiano (perché, esiste ancora unideologia, una teoria politica, un orientamento, un QUALCOSA? Ma mi facciano il piacere, mi facciano).
Tutti quanti.

Questa la capiranno in due, però mi sa proprio che io stavolta voto ilclaudione.

mercoledì, 9 giugno 2004

storie | di me

30 – parte II: bilancio.

E difficile fare un bilancio organico della propria vita… oppure sono un po vigliacca e più indietro di tanto non voglio guardare. O forse è cmq troppo vicino per vedere il passato con distacco… Mah. Sinceramente, negli ultimi mesi la mia vita è cambiata così tanto che non son certo due cifre a farmi effetto. Insomma… poche idee ma confuse. E quindi vado di considerazioni sparse come ultimamente mi vien facile.

La prima cosa che mi ha fatto pensare a quanta acqua è passata sotto i ponti, a quanto le cose siano diverse ora, a quanto (se) sono cresciuta e a questi benedetti trentanni è stato qualcosa che ho fatto poco meno di una settimana prima del mio compleanno. Ho deciso di affrontare una cosa (e quindi di vedere una persona) nella pratica chiusa da 4 anni ma emotivamente per me ancora in sospeso. Molto in sospeso. O almeno così credevo. Vista la persona, capito che la questione era chiusa, proseguito tranquillamente. Salvo qualche pensieruccio che tutta la faccenda ha suscitato in me.
Ora so che le persone si possono perdere. Che a volte, certe volte è inevitabile. Che posso sopravvivere (e, alla fine, bene). Che è un dolore, per quanto sembri insopportabile allinizio, per quanto a lungo possa trascinarsi, per quanto a fondo possa cambiarmi, che posso affrontare. E che è un rischio che vale la pena correre. Per cui ho fatto bene a continuare a buttarmi, perché magari soffrirò, e magari molto, ma avrò, anche, e molto.
Ora so anche unaltra cosa molto importante. E cioè che amare (nel senso più ampio del termine: un uomo, gli amici, la famiglia) una persona non significa non vedere i suoi difetti. O far finta che non ci siano. Ma vederli, e accettarli: non si ama una persona nonostante i suoi difetti ma anche per quelli, perché la rendono quello che è. E che ho il diritto che chi mi ama lo faccia allo stesso modo: il che non significa che quindi si rimane statici, perché nellamore e nellamicizia (veri) si migliora, ma che non cè bisogno della perfezione per essere apprezzati e quindi se non la si raggiunge non si sarà amati.
Per cui, tardivamente, grazie C.: la fine della nostra amicizia mi ha insegnato più dellamicizia stessa (che già mi ha dato tanto, cmq sia finita. Nonostante sia finita).

Per il resto… beh. Cè una persona che mi rende felice. Ci sono degli amici (e sono tanti) che mi rendono felice. Cè un lavoro che mi rende felice.
O meglio.
Tutto questo mi rende non precisamente – o non solo – felice (non si può essere felici ogni minuto! Che noia), quanto serena. E, se guardo indietro, serena non lo sono mai stata. Stanca, nervosa, stressata, insofferente, frequentemente egocentrica, a volte egoista, serena mai. Adesso ci sono momenti in cui sono stanca, nervosa, stressata, insofferente, egocentrica, egoista, momenti anche lunghi, momenti che magari diventano periodi. Temporanei. Che non scalfiscono questa sensazione di essere, finalmente, al posto giusto, al momento giusto. Di non essere, anche se solo leggermente, fuori posto. Di vivere bene con me stessa.

E, cavoli, me la voglio proprio godere.

sabato, 5 giugno 2004

storie | di me, sentite

pre-bilancio

Io due anni fa.

Io (un po’ meno) un anno fa.

Lunaspina
di Ivano Fossati
cantata da Fiorella Mannoia

Io mi vesto normalmente
come chi ha poca fantasia
come chi mette qualcosa
e poi non deve andare via
mi avvicino alle persiane
sento il mondo che fa rumore
e gli orologi di una casa
non si fermano mai.

E mi fido facilmente
delle ombre via via
che riesco ad essere assente
e non cercarmi compagnia
e di notte sento bene
i ritmi del mio stesso cuore
e le voci di una casa
non s’imparano mai.

Ho un lavoro qui vicino
il mio lavoro non mi piace
perché mi consuma gli occhi
e poi mi mangia le giornate
e in tutto questo non vedere
in tutto questo non ricordare
in tutto questo non amare
io sono qui
che vivo…

Io no, io no, io no, io no
io non ho terre da sognare
io non ho voci da seguire
io sono qui che aspetto.
Io no, io no, io no, io no
io non ho lettere da spedire
non ho parole da imparare
per cantarle sola.

Come tarda questa notte
la mia lunaspina
venga giù alla finestra
quella luce bambina
venga giù dal silenzio
mia cara compagnia
con i miei muscoli stanchi
sono qui
che aspetto…

Eh no, eh no, eh no, eh no
io ne avrei terre da sognare
ne avrei di voci da seguire
io non è vero che aspetto.
Eh no, eh no, eh no, eh no
io non ho lettere da spedire
ne avrei parole da imparare
per non cantarle sola.

Eh no, io no, io no, io no
io ne avrei dette di parole
io non l’ho amato il mio dolore
io non è vero che aspetto.
Eh no, eh no, eh no, eh no
ne ho gridate di parole
e non l’ho amato il mio dolore
e adesso canto sola.

Come se fosse facile
convincersi
a non ridere troppo
di sé.

Io adesso non aspetto.

Io, adesso, vivo.

lunedì, 31 maggio 2004

storie | vissute

30 – parte I: resoconto.

Sabato.

La sindrome è passata – quasi del tutto, cmq ci son troppe cose da fare per pensarci.

– torta. Vado alle 11 a prenderla insieme al papà. Torta a forma di 30, il 3 non è pronto (primo segno…). Finalmente la prendiamo, voliamo dal gelataio sotto casa che dovrebbe avere un frigo abbastanza grande – ma non è così, e il 3 si è diviso in due (secondo segno…). Vabbè lo riaccorpiamo. Il tempo di salire a casa, suona il citofono: il gelataio è inciampato spostando la torta. Scendo. Il 3 è in mille pezzi. Era destino che compissi zero anni? Per fortuna la torta è rimasta nella scatola quindi mangiabile. Mia sorella piccola passerà unora a giocare al puzzle e la ricomporrà splendidamente facendo un capolavoro (grazie grazie grazie).

– Nel frattempo io vado a sfruttare il regalo dellaltra sorella: unora di massaggio. Ayurvedico. Non ci sono parole. Dirò solo che alla fine il mio stato mentale era al livello di: torta? Quale torta?.

– Ritorno a casa, pranzo veloce, parrucchiere. Prenotato per le 15.30. Comincia alle 16.15. Il ritardo sembra irrecuperabile. Colpi di sole (e così son di nuovo bionda), treccine, mani, sopracciglia (insomma, almeno una tantum si può fare…).

– Ritorno a casa – in ritardo, F. è già sotto casa ad aspettarmi, volo su mi lavo mi vesto mi trucco accessori vari – non cambio la borsa che tanto è nera e risparmio tempo. Insomma, faccio la mia figura. Il taglio del vestito (D&G) è proprio bello, il tacco alto (sempre una tantum) ha il suo perché, il trucco è leggero ma (sempre una tantum) ci vuole.

– Ritiriamo la torta e ci fiondiamo a consegnarla al locale. In tempo. Raccomandazioni a profusione, consegna delle candeline, via di corsa.

– Aperitivo al B#rrio alto. Siamo in anticipo! Incredibilmente ce lho fatta. Comincia la serata, siamo una ventina. Il posto è carino ma i cocktail annacquati. Chiacchiere ciacchiere chiacchiere. Primo brindisi e poi salutiamo chi non può venire allaltro locale e ci dirigiamo allOJ#is.

– Il posto è molto carino, siamo allaperto ma riparati, sembra un po una balera al mare. Chiacchiere (purtroppo poche) torta (tanta) brindisi (tanti) danze (per me poche) pettegolezzi (non troppi). Bella musica.

– man mano la gente torna a casa, noi superstiti ce ne andiamo a farci una spaghettata a base di riso al pomodoro (!) e poi a casa.

[in macchina scopro che la mattina è nata L., in anticipo ma in forma. E anche (c)v sta bene. Bellissima notizia. Non vedo lora di sapere le reazioni dellINP].

E stato bello essere con tante persone che non vedevo da tempo, anche se non è loccasione migliore per parlare e aggiornarsi, cmq mi sembra si siano divertiti tutti (speriamo!). Strana ma forse inevitabile la netta divisione amici vecchi-amici nuovi. Sarà per unaltra volta.

Domenica.

Sto bene. Nessuno stress. Il pre- è stato molto peggio del durante… o sono gli effetti del massaggio che perdurano?!? Mah.

– Mi sveglio presto (grrrrrrrrrrrrrr) e vado a Messa. E bello iniziare il compleanno così, mi è piaciuto molto.

– Pranzo con la famiglia, festeggiamenti culinari e non – mia mamma mi ha fatto il suo spettacolare paté! – relax davanti al Gran Premio, arrivo della massa dei parenti. Chiacchiere. Di nuovo cibo (aiutoooooooooooooooooooo!). Di nuovo brindisi (stavolta son riuscita a spegnere tutte le candeline. E meno male che mi son ricordata di esprimere il desiderio… sabato né desiderio né candeline!). Mi dileguo a prepararmi per uscire.

– Serata deliziosa. E me la tengo per me (prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!).

Insomma, un gran bel compleanno. Cè molta gente da ringraziare, ma non qui.

A presto per la parte II – bilancio :o))))))

venerdì, 28 maggio 2004

storie | di me

psiche

Ok. Sono in piena sindrome pre-compleanno e soprattutto pre-festa-che-andrà-tutto-in-vaçca.

Son stufa di inseguire la gente, son stufa di incavolarmi, son stufa di risolvere problemi altrui, son stufa di sapere che ce ne sono ma non posso farci niente, son stufa di sentirmi in colpa per cose indipendenti dalla mia volontà ma per cui mi dispiace un sacco, son stufa di spiegare la rava e la fava, di chiarire, di fare, di brigare.

Soprattutto odio rendermi conto di essere insofferente in generale, di non sopportare niente e nessuno (o quasi), di essere dispotica, nervosa, stanca e sentirmi anche (e giustamente, a volte…) in colpa. Non mi reggo proprio quando son così. Figuriamoci se dovrebbero farlo gli altri.

Evvabbé, passerà come le 29 volte precedenti, su.

Facciamo che se potete mi state alla larga fino a domattina.

venerdì, 28 maggio 2004

storie | sentite

misteri della massa

Ordunque gli ascoltatori di rad|odue hanno votato le cinquanta canzoni più belle della storia italiana.

Gli ascoltatori di rad|odue hanno o 12 anni o 75. Più una piccola fetta di quarantenni nostalgici. Tutti con un gusto musicale che oserei definire quantomeno dubbio.

Eppasiensa che Il cielo in una stanza sia arrivata ventisettesima e Sapore di sale ottava, diciamo che son gusti individuali. Ma che Il cielo in una stanza sia arrivata ventisettesima e Non dirgli altro di GIGI DALE§SIO sia arrivata SETTIMA dietro Disperato di Ma§ini e La solitudine della Pau§ini secondo me è aberrante.

Però. Però. Cè una sorpresa! Avrei dovuto immaginarlo vedendo Almeno tu nelluniverso di Mia Martini al terzo posto. Illusione spenta dalla seconda posizione di Piccolo grande amore (pietà! Pietà! La seconda canzone italiana più bella della storia? Ma dàààààààài!). Ma incredibilmente la prima posizione è assolutamente inaspettata (ok pensavo a quel punto che sarebbe stata Volare o analogo).

Vince Cera un ragazzo che come me di Gianni Morandi.
Che non sarà la canzone musicalmente più bella del mondo.

Però gli ascoltatori ottantenni quindicenni quarantenni di rad|odue hanno votato una canzone non damore (e già chi lavrebbe detto?).

Però gli ascoltatori ottantenni quindicenni quarantenni di rad|odue hanno votato una canzone che dice viva la libertà.

Però gli ascoltatori ottantenni quindicenni quarantenni di rad|odue hanno votato questa canzone.

Che ci sia ancora speranza?

Bisogna capire che le cose sono senza speranza e nonostante ciò decidere di cambiarle (cit. di Lella Costa da ? –> Francis Scott Fitzgerald, grazie ndd :P).

giovedì, 27 maggio 2004

storie | vissute

non smetto di fumare

Tre giorni fa mia sorella mi dice che han chiamato a casa per una roba sul fumo. In pratica un controllo gratuito di cuore e polmoni.
Mia sorella odia il fumo.
Mia mamma odia che io fumi.
Tra tutte due mi han fatto richiamare almeno 4 volte finché il poveraccio non è riuscito a parlarmi.

Signorina, per la settimana nazionale antifumo facciamo un controllo gratuito di cuore e polmoni. Le interessa?
Sì certo grazie!
Ovviamente non possiamo farlo per tutti perciò ci sono certi parametri. Innanzitutto dovrebbe avere più di 27 anni, sua sorella mi ha detto che ne ha 29, è esatto?
Sì è esatto (grazie La., in fondo ne ho ancora 29).
E poi dovrebbe fumare più di 12 sigarette al giorno…
Sì ecco… io ne fumo 20.
Bene allora rientra.

(ci accordiamo per posto quando ora ecc.)

Il tutto dura un quarto dora mi raccomando la puntualità.
Non cè problema, ma mi lasci un numero nel caso abbia un intoppo per avvisare.
Ah no guardi questo è un callcenter facciamo un sacco di chiamate grazie e arrivederci.

Click.

Hm. Vabbé.

Quindi. Alle ore 15.00 di oggi giovedì 27 maggio, con un quarto dora di anticipo, mi trovo a questo Sw|iss Techn°logy Centro antifumo zona Famagosta.

TRE QUARTI DORA di pubblicità ad poersonam su questo sistema per smettere di fumare, riassumibili in:
– differenza tra dipendenza fisica e psicologica (sai che novità).
– la nicotina sostituisce completamente le endorfine ma non le ghiandole che però si atrofizzano quindi se smetti normalmente ci vogliono 6 mesi per riattivarle e questo infatti è il periodo di astinenza in cui si mangia eccetera (evvabbbé).
– con il LORO sistema invece in 36 ore smetti senza nessuna sindrome di astinenza perché in pratica cioè riattivi le ghiandole con lagopuntura ma più avanzata di ventanni fa eh (ah ma pensa che io credevo fosse una pratica millenaria poi cosè, ventanni fa è cambiata di colpo?!? E come mai?) – tutto ciò in mezzora – e così elimini la dipendenza fisica e poi invece per quella psicologica fai un altro trattamento di mezzora con visualizzazione negativa del fumo che così poi è come quando sai che il fuoco scotta e non lo fai più. E poi fai dei controlli eccetera eccetera.
– Visto che non mi piace girare intorno alle cose, alla domanda brutale ok ma quanto? la risposta è: il costo di un pacchetto al giorno ma solo per un anno (80 euro per 12) e cmq se non funziona niente, eh, ci abbiamo solo provato.

In tutto ciò il controllo è consistito in: dimmi quante sigarette fumi, metto i dati nel pc e ti faccio vedere come sono i tuoi polmoni secondo me. Anzi secondo lui (il pc).

Ora: va bene che sarò cretina ma mi aspettavo una roba della Sanità, mica della ditta svizzera che vuole una paccata di soldi. Soprattutto se al telefono mi ripetevi 20 volte della settimana nazionale antifumo.
E poi quelli sarebbero dei controlli??????????

Ma fatemi il piacere…