Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

lunedì, 5 luglio 2004

storie | vissute

relax

alla fine il relax non è non far niente. E’ passare del tempo con persone con cui stai bene (molto bene) e fare cose, anche faticose, che hai voglia di fare. E poi due amiche S. speciali nell’arco di un finesettimana mica capitano a tutti!!!

E se ci si aggiunge un giro di shopping mooooolto da svacco, un’oretta in cucina che mi mancava un sacco, una sorpresa fatta e una ricevuta (anzi due), una grigliata estremamente piacevole e due serate altrettanto… che si vuole di più dalla vita??? :o)))

(dov’è il tasto rewind quando serve?)

giovedì, 1 luglio 2004

storie | di me

e qui la concludo

E cmq è proprio vero che è più facile essere amici delle persone quando le cose vanno male piuttosto che quando sono felici.

E mo’ basta, con questo mi son sfogata.

giovedì, 1 luglio 2004

storie | di me

e qui cambio idea

Cioè non proprio.
E vero che il comportamento di un paio di persone è stato sufficiente a farmi deprimere e/o inc#zzare e/o farmi sentire in colpa. Però poi ho pensato che in fondo mica tutti i miei amici si son comportati così. Non questo. Non questo. Non questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo e non questo.

Per cui.

Grazie, davvero e di cuore, a chi ha avuto pazienza. A chi ha aspettato. A chi non si è sentito escluso o trascurato (e a chi non ha fatto sentire esclusa me). A chi non si è trincerato nel silenzio offeso. A chi non è sparito ma non ha rotto i ç°glioni. A chi non mi ha fatto scenate. A chi sentiva lesigenza di farmele ma non le ha fatte. A chi ha capito che per le c#zzate non cera storia ma che per le cose importanti cero – e ci sono. A chi ha capito che se non ci si sentiva più spesso come prima – anzi quasi niente – era perché non potevo e non perché non volevo. A chi ha capito che i fatti contano più delle parole. A chi ha capito che se non mi facevo viva e non facevo domande e mi fidavo delle risposte (tutto bene? Sì) non era per mancanza di interesse ma di testa. A chi ha capito che il fatto che io avessi altre priorità significava che erano priorità diverse e non superiori.

A chi ha capito e basta.

E a chi mi vuole bene comunque. Grazie.

Vista così, è più facile dare il giusto valore agli altri casi.

giovedì, 1 luglio 2004

storie | di me

qui lo dico

e lo dico, lo ridico e lo ripeto: non ho la minima intenzione di provare qualsiasi cosa di anche solo vagamente simile al senso di colpa per questo.

O, quanto meno, ci proverò – accidenti al senso di colpa atavico.

lunedì, 28 giugno 2004

storie | sentite, vissute

magia a Milano

Sei andata a dormire da poco, e già stai sprofondando nel sonno. Nonostante il caldo, nonostante le zanzare, nonostante mille pensieri che non se ne vogliono andare. Sei lì, sulla soglia dell’oblio totale, quando qualcosa ti fa tornare indietro. Nel silenzio più assoluto, qualcuno ha messo su un disco di musica classica. Sì, proprio un disco, l’immagine che ti arriva è quella di una mano che appoggia un vecchio vinile sul piatto, l’altra mano regge una sigaretta e si intravede una vecchia vestaglia – rosa? bordeaux? No, niente che faccia intuire se è un uomo o una donna. Tutto è molto sfumato, indefinito… tranne il fumo che sale dalla sigaretta.
Tutto questo nella tua mente è un attimo, neanche il tempo di pensarci che già stai cercando di riconoscere il pezzo. Inizialmente a dir la verità ti era sembrato un assolo per sax, ma era l’autosuggestione di sapere che ogni tanto un misterioso suonatore (un uomo, questo, di sicuro) riempie la sera con la sua musica dal palazzo vicino.
No, è un brano famosissimo, ed è un’intera orchestra… ma non ce la fai, il suono poi va e viene, non dev’essere vicino, cambia a seconda del vento e scappa sempre un attimo prima che tu lo acchiappi.
Ti piace immaginare che venga dal carcere, che lì qualcuno che non riesce a dormire per il caldo o la notte o la vita abbia messo su qualcosa per dimenticare il caldo e la notte e la vita.
Ormai sei perfettamente sveglia, o quasi, la mente vaga sulle note a tratti, non cerchi più di riconoscerle ma te le godi e basta. E scacciano anche il tuo caldo, le tue zanzare, i tuoi pensieri. Ma non la notte, e non la vita.

Poi un’ambulanza. Una frenata. Il rombo di una moto. Due voci che si alzano per strada – una lite, ma finisce subito. In mezzo le note tornano, ma sfumano, si allontanano, provi a trattenerle, e senza neanche accorgerti stai di nuovo dormendo.

Cosa sarà durato? Un minuto, forse due. Indimenticabili.

giovedì, 24 giugno 2004

storie | vissute

mi mancava…

…il libro p°rno Eleçta. Averlo catalogato mi ha cambiato la giornata 😀

giovedì, 24 giugno 2004

storie | previste

cvd

E poi chissà perché capita tutto assieme. Una sta beata come una Pasqua per dei mesi e in un giorno patapàn di grane gliene piombano addosso ventimila.

Ciliegina:
Giorno discreto. Se qualcosa non va, non ti è chiaro, fattelo spiegare e non fidarti delle apparenze, ma verifica anche quello che ti raccontano perché non cè aria di grande sincerità attorno a te.

Ecco appunto. Sarà la volta che loroscopo ci azzecca.

Però siccome mi son rotta, mando il senso di colpa atavico a qual paese e che il resto vada con lui.

P.S. ODIO la parola discreto se non nel senso di riservato.

mercoledì, 23 giugno 2004

storie | di me

giuro…

…che non ho fatto apposta, si è pubblicato tre volte da solo…!

…volevo sistemarlo ma… perché correggere i segnali dellinconscio?!? Lasciamo che questo blog rispecchi pure lui.

mercoledì, 23 giugno 2004

storie | vissute

perle

Degli Europei lunica cosa che ricorderò sarà:

Il tempo è un cerchio che si stringe.

(ma i giornalisti sportivi della RAI li pagano veramente? Ma soprattutto: li paghiamo noi!!! Vieri non ha tutti i torti…)