Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

mercoledì, 4 maggio 2005

storie | contemplate, di biblioteca

il magico mondo dell’arte

Volevo scrivere del weekend ma gli eventi incalzano e mi sopraffanno (ma lo farò). Cmq.

Da quando lavoro alla T. mi ritrovo catapultata nel magico mondo dell’arte moderna e del design – chi mi conosce sa che non capisco nulla né dell’una né dell’altro, e che la prima non mi piace manco granché – nonché delle kermesse/incontri/anteprime/presentazioni chiccofighette correlate. Molto istruttivo.

Bene. E’ da giorni che si discute del famigerato ‘Ricciolo di donna’ da installare in occasione del Miart.

Da installare, ovviamente, davanti alla T. dove lavoro io.

(Nel frattempo han costruito nell’ingresso una roba enorme che credo dovrebbe rappresentare una vela – credo, non so bene. Cmq tutto questo è molto divertente, vedi il pre il durante e il post).

Bene, oggi l’hanno installato. L’ho visto quasi in anteprima. In un angolino. Se non lo cerchi non lo trovi (in pratica bisogna girare attorno alla palla – ooops, il nido! – davanti all’ingresso della T.).

Detto tra noi, a me – esteticamente – piace. Non me lo terrei in casa, però è carino. Davvero!

Link di info:

Corriere
Corriere
Intervista all’autore

lunedì, 25 aprile 2005

storie | vissute

scappo dalla città

e così giovedì sono scappata. Mi han preso su i miei uscita dalla T.
e me sono andata un giorno con loro in Toscana – non dovevo lavorare in
biblioteca e mi son portata dietro il mio picciettino.

Già col
viaggio si cominciava bene: macchina piena di reti per olivi ‘tanto
comode per dormirci su, mi han detto’ (mia mamma), il che è vero se gli
tolgono i rametti PRIMA (‘ah non t’ho detto che dovevamo pulirle’),
vabbè, profumavano – come dire? – di plastica selvatica (sono una
cittadina, che ci posso fare); autoradio spenta (ormai i miei la usano
solo per sentire le partite, se ci sono); conversazioni surreali come
solo i miei possono fare (motivo che spiega contemporaneamente il
non-uso dell’autoradio e, almeno in parte, il fatto che stiano ancora
felicemente insieme dopo 30 e passa anni di matrimonio). Esempi dei
temi trattati e sentiti durante il dormiveglia spinoso:
– contenuto del sacco di colore nero caricato nel portabagagli (e non
potendoci fermare per controllare, le ipotesi si sono sbizzarrite; a
mio modestissimo parere la più plausibile era che ci stavamo portando
in Toscana la spazzatura di casa. Mi son poi dimenticata di chiederlo e
risolvere così il mistero);
– la maionese è stata inventata per caso?

Dopo tale istruttivo
viaggio in cui il mio sonnecchiare è stato interrotto solo dalle curve
della Parma-La Spezia, arriviamo in piena notte al paesino sperduto
(dopo aver naturalmente attraversato Aulla, nota cittadina
‘dedipietrizzata’. Se non è un cartello ufficiale, cmq è tacitamente
quanto evidentemente sostenuto dall’amministrazione comunale, in quanto
visibilissimo appena usciti dall’autostrada).

Bicchierino di
liquore di more dal vicino – liquore ingannatore che stenderebbe un
cavallo di cui IO, nota in tutto l’orbe terracqueo come bevitrice di un
certo livello, son riuscita a bere solo un goccettino prima di
passarlo furtivamente a mia madre discendente di alpini una generazione
avanti alla mia, cosa che evidentemente conta.
Il vicino è il simpatico signore settantenne che a Pasqua ci ha
lasciato in segreteria uno dei messaggi più esilaranti della storia:
– Buongiorno. sono Pallino Pinco. Volevo dire che l’appartamentino è pronto. Volevo fare gli auguri. Grazie. Pallino Pinco.
(voce femminile in sottofondo: ‘hai detto che il telefono è rottoooooo?’)
– No. Il telefono è rotto. (riattacca).

Dormicchiata (l’insonnia
si fa sentire anche lì), risveglio col dubbio di aver sognato di esser
stata sveglia dato che non ho mai sentito le campane che suonano le ore
(non suonano dalle 10 alle 7 per non disturbare i cittadini. Ecco).

Lavorato
la mattina davanti al camino, con campo di fiori gialli e ulivi sullo
sfondo e campane e tutto, aperitivo con focaccia, pranzo eccezionale in
trattorietta spendendo due lire.

Al ritorno la crisi.
Andiamo a vedere i lavori della casa e ommioddio hanno spostato i meli di trenta metri invece di due.
I meli che, detto per inciso, servivano da recinzione al precedente
proprietario per nascondere la piantagione di quella pianta con la
foglia così particolare che la conosciamo tutti. Ecco. Pare che i
carabinieri siano ai tempi andati dal vicino anche lui settantenne a
chiedergli ‘se in giro aveva visto dell’erba’ e questo guardandoli in
adeguata maniera gli abbia risposto ‘quanta ne volete, prendete pure
quella qui davanti casa’.

Con tutto ciò la crisi dei meli ci ha portato via tre ore e siamo arrivati a Milano tardissimo.

Prevedo soggiorni futuri estremamente divertenti.

(no, non ci sono piantine residue, a quanto pare)

sabato, 23 aprile 2005

storie | sentite, vissute

Ecco… la musica è finita…

Bellobellobellobellobello (ad libitum).

Se riuscite non perdetevi il concerto Vanoni-Paoli, vale tutti i soldi della spesa.
Loro hanno un’orchestra di non so quanti elementi che accidenti se ci sanno fare.

Lei
ha ancora questa voce che – ok non tiene più le note così a lungo ma ha
una ‘vibrazione’ interna che passa direttamente a brivido nella TUA
schiena. Pelle d’oca tutta la sera, garantita.

Lui parla con una
voce roca e piana e come nelle sue canzoni dice delle cose per cui ti
vien da pensare oh ma guarda esattamente quello che ho
pensato/provato/vissuto io, com’è che non riuscirei mai a dirlo così?
Per me è un poeta e ho poco altro da dire.

La scaletta però la riporto, e quando mai mi ricapita di sentire
una roba del genere dal vivo??? (mancano alcuni dei primi pezzi che non
avevo ancora pensato di tirarmeli giù).

– Che cosa c’è (c’è che mi sonoooo innamoratooo di te…)
– Averti addosso (se non so amare come si deve amare…)
– La gatta
– Questione di sopravvivenza (vivere con te o stare senza…)
– Sapore di sale (cantata dalla sala su gentile invito dell’autore)
– Sassi (da brivido)
– Io non t’amerò per sempre
– Questa notte c’è (voglia di stare con te)
– Ma come si fa (a non vendersi l’animaaaaaaaaaaaaaaaaa… quando sei tuuuuuuu che vorresti comprarmelaaaaaaaaaa…)
cit.: ‘Importanti sono le parole, il resto sono chiacchiere’ (Ionesco)
– E’ inutile tentare di dimenticare
– L’appuntamento (Ho sbagliato tante volte ormai… che lo so giààààà…)
– Una ragione di più (oggi e domani e poi domaaaani ancooooora… finché il mio cuore ce la faaaaaaaaa)
– La voglia, la pazzia (a questo punto stiamo tanto bene insieme io e te…che
non ha senso tirar fuori i come ed i perchè. Cerchiamo insieme tutto il
bello della vita in un momento che non scappi tra le dita.
E dimmi ancora
tutto quello che mi aspetto già
che il tempo insiste
perchè esiste il tempo che verrà…
a questo punto
buonanotte all’incertezza
ai problemi all’amarezza
sento il carnevale entrare in me…
E sento crescere la voglia, la pazzia
l’incoscienza e l’allegria…
di morir d’amore insieme a te
)
– Lontano, lontano (omaggio a Tenco)
– La musica è finita (omaggio a Bindi) (gli amici se ne vanno… e tu
mi lasci solaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa… più di primaaaaaa…. amore
miooooooo… un minuto è lungo da morire se non è vissuuuuuuto insieme
a teeeeeeee…)
– Canzone dell’amore perduto (omaggio a De André)
– Magari la tua vita adesso è stanca (omaggio a de Moraes)
– Albergo a ore (piantone…) cantata inusualmente da Paoli e introdotta dalla frase ‘La poesia è un modo di guardare’)
– Il cielo in una stanza
– Una lunga storia d’amore (quando ti ho vista arrivare bella così come
sei
non mi sembrava possibile che
tra tanta gente che tu ti accorgessi di me… io ti conosco da sempre e
ti amo da mai… Fai finta di non lasciarmi mai anche se dovrà finire
prima o poi questa luuuunga storia d’amore
ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai.
Fai finta che solo per noi due passerà il tempo ma non passerà
questa lunga storia d’amore…)
– Domani è un altro giorno (è uno di quei giorni che ti prende la malinconia…)
– Non so cosa mi è preso questa sera (?)
– Senza fine (tu trascini la nostra vita… senza un attimo di respiro per sognare…)
– Un sorriso (?)

In tutto ciò l’unica ma veramente unica pecca è l’assenza di Quattro amici.
E questa la riporto tutta perché anche di recente ho pensato che vale
la pena continuare a illudersi, di poter cambiare il mondo e di aver
fiducia nelle persone, nonostante le delusioni che arrivnao (e
arrivano).

Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
destinati a qualche cosa in più
che a una donna ed un impiego in banca
si parlava con profondità di anarchia e di libertà
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò.
Eravamo tre amici al bar
uno si è impiegato in una banca
si può fare molto pure in tre
mentre gli altri se ne stanno a casa
si parlava in tutta onestà di individui e solidarietà
tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però.
Eravamo due amici al bar
uno è andato con la donna al mare
i più forti però siamo noi
qui non serve mica essere in tanti
si parlava con tenacità di speranze e possibilità
tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò.
Son rimasto io da solo al bar
gli altri sono tutti quanti a casa
e quest’oggi verso le tre son venuti quattro ragazzini
son seduti lì vicino a me con davanti due coche e due caffè
li sentivo chiacchierare han deciso di cambiare
tutto questo mondo che non va.
Sono qui con quattro amici al bar
che hanno voglia di cambiare il mondo.

E poi ci troveremo come le star
a bere del whisky al Roxy Bar
o forse non c’incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai.

giovedì, 21 aprile 2005

storie | vissute

Habemus Papam

beh avevo detto che mi sarebbe piaciuto un Papa che si interessasse
di più della dottrina e dei principi della Chiesa, e mi hanno
accontentata. Pure troppo.

Schock iniziale a parte, ok, mi sono un po’ preoccupata.

Ma
quello che poi ho pensato è che la scelta del Papa è ispirata da Dio e
saprà ben lui quel che fa; che il Papa lo scelgono 118 cardinali che
avran tenuto presente cosa stavano facendo; che il ruolo del Papa è
diverso da quello che ha rivestito finora e questo potrebbe influire
sulle scelte da compiere; che mi sembra un po’ prestino per dare
giudizi netti.

Penso che molto probabilmente si discuterà
parecchio – nel bene e nel male, pro e contro, eccetera – di argomenti
su cui negli ultimi anni si è parlato ben poco all’interno della
Chiesa, dei valori fondamentali della religione cattolica, di alcune
prese di posizione e di alcuni nodi chiave su cui negli ultimi
vent’anni si è taciuto o si è fatto un gran vociare senza costrutto – e
alla fine è lo stesso.

E questa di discutere secondo me è una buona cosa.
La Chiesa ha bisogno di porsi certe domande, di ascoltare domande che i
fedeli fanno da tempo. Già che se ne discuta tanto in questi giorni mi
fa ben sperare.

Che poi in giro senta un antiratzingerismo (?) così radicale,
assoluto, furioso ed esagerato mi fa pensare che l’inquisizione stia
altrove, e francamente mi preoccupa anche di più.

martedì, 19 aprile 2005

storie | previste

Maria Antonietta c’est moi

sempre da http://www.internazionale.it/oroscopo/:

Gemelli (21 maggio – 20 giugno)

Se sei come la maggior parte della gente,
probabilmente anche tu hai un disturbo con cui hai imparato a
convivere. Fastidioso, ma non inabilitante. Forse hai anche provato
qualche cura, ma non riesci mai a liberartene del tutto. Magari per un
po’ ti lascia in pace e poi torna alla carica. E questa era la brutta
notizia. La bella notizia, Gemelli, è che ora hai un super potere per
eliminare quel tormento. Ti consiglio di cominciare il trattamento
parlando con la parte malata del tuo corpo. Spiegale perché vuoi che si
curi. Dopodiché dedicati alla ricerca di una cura definitiva.

ho capito. Devo tagliarmi la testa.

 

In compenso quello di omnitel oggi diceva:

Stai attraversando un periodo critico? Forse non sai che puoi contare ancora su una scorta di forze in te.

Le ultime, temo.

(Ok è veramente un periodaccio).

lunedì, 18 aprile 2005

storie | di me

uffa

odio star male nella mia pelle. Odio quando tira da tutte le parti.
Odio quando mi ci rivolto dentro. Odio aver pansato fosse cambiata ma
alla fine è sempre la stessa. E mi frega.

Andare a far attraversare i rospi potrebbe essere una buona cura? 

giovedì, 14 aprile 2005

storie | di biblioteca, vissute

un lavoro normale no eh?

sono in biblioteca. Nella biblioteca in cui lavoro. In T.

Stasera c’è l’inaugurazione del locale all’aperto. Tra parentesi, ci vado.

Il locale all’aperto è nel pezzo di giardino su cui danno le finestre della biblioteca.

Stanno facendo le prove delle casse.

Le casse sono orientate verso le finestre.

Le casse lanciano dei bassi che fanno tremare la scrivania.

Posso inoltre vagamente intuire che la colonna sonora della serata sarà Vasco. 

Tutto Vasco.

SOLO Vasco.

 

Stasera esco alle 20.30.
Saprò a memoria tutta la produzione musicale di Vasco. O almeno la parte che sentirò prima di diventare sorda.
Praticamente sono l’unica bibliotecaria al mondo a lavorare in una discoteca.

giovedì, 14 aprile 2005

storie | sentite, vissute

musica dentro

è quasi mezzanotte, sono stanca morta, ho lavorato abbastanza e chiacchierato un po’, spengo il pc e fumo l’ultima sigaretta.

In quel momento arrivano i miei. Dal concerto che gli abbiamo regalato per Natale, Vanoni-Paoli (ah.. la vecchia cavalleria senza la freddezza dell’ordine alfabetico… ora io lo pretenderei, ma una volta forse si facevano meno – falsi – problemi ed era solo gentilezza…).

Di colpo ci ritroviamo tutti e sei in cucina, mia sorella La. era già a letto, mia sorella Li. arriva dopo poco, mio fratello Lo. attacca il telefono, e improvvisiamo una bis-cena (per me, la prima per qualcuno) spostando le tazze della colazione, si tira fuori un salame e del pane, passato di verdura (s)congelato per due, pane e burro per riempire che 4 fette di salame a testa son troppe e ‘vi vengono i brufoli’ e già che ci siamo il famoso spumante che è in frigo da un mese per festeggiare il mio ‘nuovo’ lavoro che tutti insieme non ci siamo mai.

E intanto di parla del concerto. Prima domanda, ovvia, ‘ma le fanno le canzoni vecchie vero?’ (io). Eccerto, che son le canzoni che ci sentivamo in macchina insieme a De André, cassetta da 120 per quest’ultimo con registrati su i 3 LP storici (Volume I – Tutti morimmo a stento – Volume II, cassate delle parolacce – grazie alla manopola del volume – in Via del campo e Carlo Martello, e in toto Il gorilla, che poi ci siam sentite io e mia sorella di nascosto senza capirci niente), e in inevitabile alternanza cassetta Vanoni-Paoli, una canzone per uno.

Della serie che a 12 anni già preferisci Il cielo in una stanza a Sapore di sale, oh, mica robe da poco. Che poi è l’unica canzone (Il cielo in una stanza) che canto senza stonare – troppo. Versione Vanoni, per la precisione.

E tutti e due i miei contenti, che i biglietti glieli abbiam regalati perché l’altra volta che Paoli ha cantato a Milano, io sarò stata al liceo, mio padre ci rimase malissimo di non averlo saputo (‘ma come, perché non me l’avete detto?’, noi, ovvio) e disse che quando mai gli ricapitava di sentire un cantante dei suoi tempi vivo (e tant’è che poi forse per questo ha portato me e La. a sentire De André nell’ultimo concerto, che mia sorella Li. ancora si mangia le mani). Infatti ha detto che l’unica cosa negativa è che li guardi (oltretutto gli avevamo preso i posti belli e li han messi pure una fila più avanti, quindi in sesta, li vedevi proprio bene) e pensi che son passati 30/35 anni e insomma ti fa un po’ effetto.
E mia mamma che dice che all’Albergo a ore si è messa a piangere.
Epperò questi settantenni ancora che voce che c’hanno, e che peccato che non han fatto Quattro amici al bar (che non è una delle canzoni classiche ma rientra d’ufficio), però han fatto qualcosa di ciascuno dei loro amici che son scomparsi e quindi De André (ma non ho capito quale canzone, parlava di viole, devo cercarla ma secondo me è La canzone dell’amore perduto), Bindi (La musica è finita, una delle mie preferite in assoluto, la cantava la Vanoni) e Tenco, naturalmente, con Lontano lontano. Il gruppo genovese.

Gente, a Milano hanno aggiunto due date, io il 19 o il 20 ci vado.

Io lavoro al bar
di un albergo a ore
porto su il caffè
a chi fa l’amore
tirarirarì coppie sempre uguali
tirarirarà manco con gli occhiali

(questa mi sa che l’ho cannata ma è tardi per cercarla).

intervista Vanoni-Paoli