Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

mercoledì, 18 maggio 2005

storie | lette

5 stroncature fulminee

In icq con un altro soggetto insonne, abbiamo partorito un’idea malata.

Gente, sfogatevi, toglietevi il peso dallo stomaco, dite quello che non avete mai osato dire: stroncate 5 libri/autori famosi e osannati che a voi proprio non van giù.
Niente giustificazioni, scuse, imbarazzi: fateli fuori.

Ecco i miei:
Eco: spocchioso e noioso*.
Benni: sopravvalutato e discontinuo.
De Carlo: irritante. Meglio: mi dà sui nervi. Meglio: non lo posso leggere.
Allende: una copiona.
Patricia Cornwell: ripetitiva e telenovelica.

*unica eccezione: Il nome della rosa (spocchioso ma non noioso).

Aspetto le vostre mannaie…

P.S. che nessuno che li ama si senta offeso. De gustibus eccetera. Se li amate, recensiteli…

 

Ed ecco il parere dell’altra mente:

Insonne? Ma se tento da mezz’ora di staccare e tu mi trattieni! 😀 😛

1) cominciamo coi mostri sacri: Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto. L’ha letto tutto il 5% di chi se ne vanta, posso metterci la mano sul fuoco. Ah, la storia delle madeleines è così famosa solo perché sta a pagina 29.

2) Banana Yoshimoto, kitchen escluso: un caso di un’autrice che azzecca (botta di culo?) un libro e poi gira attorno alla stessa idea. Ideale per chi non si stufa nel vedere 20 sale piene di ninfee di monet

3) De Carlo: prima due di due, poi di noi tre… Fosse riuscito a spillar soldi alla Fiat avrebbe scritto anche 4×4, ne sono certo. Le cose più belle dei suoi libri sono le copertine, e ho detto tutto.

4) Bret Easton Ellis: un esordio interessante, Meno di zero, e poi il vuoto spinto… Fino ad arrivare a glamorama, elenco degli status symbol di uno yuppie pazzoide. Meglio un giro per le vetrine del centro a cercar vestiti, almeno si prende aria.

5) Antonia S. Byatt: signora mia, siamo ben consci che lei ha un vocabolario estremamente variegato, ma non può mettere 5 paroloni per pagina, l’effetto naftalina è in agguato! Sull’effetto noia e verbosità invece cosa dire? Yawnnnn.

lunedì, 16 maggio 2005

storie | di biblioteca, di me

bien

… avevo solo bisogno di metabolizzare la cosa :o)

Grazie dei commenti al post precedente, seguirò sicuramente il consiglio di Iorek (mazza ferrata esclusa)…!

Nel
frattempo ho realizzato che da settembre, dopo due anni esatti, avrò un
lavoro dal quale uscirò alle 6 (e che non posso proprio materialmente
portarmi a casa…), non lavorerò la sera, non lavorerò la notte, non
lavorerò i weekend… fatico a crederci.

YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEAH! 

venerdì, 13 maggio 2005

storie | di biblioteca, di me

non voglio crescere più

(T. Waits, K. Brennan, E. Ruggeri)

E così oggi ho confermato.
Per cui dal 6 giugno alla prossima primavera sono in biblioteca
dell’UC, non so ancora se in emeroteca (sperem) o al bibliopoint
(evvabbè, potrebbe essere divertente…), sostituzione maternità, mi
pagano 4 volte tanto, prospettive di assunzione ottime (e quando mi
ricapita…). E fino alla fine di luglio faccio tutte le chiusure e un
sabato su due in T. che non avevo cuore di lasciarli nella m. nel
periodo più critico e poi così non lascio il lavoro a metà che è una
cosa che odio ma posso finire di impostare il tutto.

Yeeeeeeee. Yeee. Ye.

Non sembro entusiasta? Boh. Mi aspettavo una sensazione di appagamento, se non di gioia.

Nada. Mi sento soffocare. Anzi, la sensazione di panico sembra montare in piena. Lo
so che è un’occasione d’oro e che ho quasi trentun anni e che non posso
andare avanti a fare collaborazioni per sempre e qui poi sono a posto,
ma tutto questo invece di farmi fare salti di gioia gaudio e tripudio
mi terrorizza. Come se chiudessi altre ennemila porte di cose che
potrei fare e vedere e conoscere.

Ma non è neanche questo. E’ che
mi sembra di aver tirato le fila, e che ora la mia vita entrerà in un
binario definito, e in fondo perché non posso essere come tutti ed
essere contenta e appagata di quello che vogliono tutti gli altri, un
lavoro semi-sicuro (ché tanto sicuro non esiste più), una famiglia
senza grossi problemi, una relazione felice, una personalità con cui
convivo più o meno bene, un sacco di amici con cui confidarmi e
divertirmi, parecchi interessi… cosa voglio di più? (non Anna,
grazie).

Non lo so. Ed è questo che mi spaventa.

Voglio scappare, tirarmi le coperte sulla testa e svegliarmi l’anno prossimo. Miliardaria e nullafacente, se possibile.

No eh?

martedì, 10 maggio 2005

storie | di biblioteca, di me, previste

stravolgimenti in vista

se va tutto bene (?!) da giugno non avrò un lavoro che adoro.

Ma due.

ok la scadenza per il riposo è solo rimandata di un po’. Ce la posso fare.

Nel frattempo, l’oroscopo mi rincuora o almeno rincuora metà di me:

Gemelli (21 maggio – 20 giugno)

È tempo di concedere un’amnistia a quel lato di
te a cui non vuoi molto bene. Perdona quel poveraccio. Prendilo per
mano e portalo a cena fuori e poi al cinema. Con molto tatto offrigli
un’occasione di rimediare alle sue sciocchezze. E poi leggi con
sentimento questo proclama tratto da una commedia di Theodore Rubin:
“Devo imparare a voler bene allo stupido che è in me: quello che è
troppo sensibile, che parla troppo, corre troppi rischi, qualche volta
vince e troppo spesso perde, che non ha autocontrollo, che ama e odia,
fa male e si fa male, promette e non mantiene le promesse, ride e
piange. Solo lui mi protegge da quel tiranno autoritario e sempre
troppo equilibrato che vive in me e che, se non fosse per il mio lato
stupido, mi ruberebbe la vitalità, l’umiltà e la dignità”.

è che il tatto decisamente non è il mio forte.

martedì, 10 maggio 2005

storie | di biblioteca, di me

ah la fama…

ormai è assodato, miss bibliotecaria c’est moi 😛

(vedere p. 55 del Corriere di Milano di domenica 8)

e sembra pure che stia lavorando!

lunedì, 9 maggio 2005

storie | di me

uh ma guarda, sono un essere umano

ebbene sì, son stata veramente acida e un filo stronza. Non ho
proprio potuto resistere. D’altronde dopo messi ad essere trattata di
merda non è che mi senta poi così in colpa. Almeno prima ci ho provato.

Vabbè
un po’ sì, mi spiace ma non tanto per la cosa (anche perché
sinceramente l’unica cosa che ho detto avevo perfettamente ragione e la
ridirei senza alcun problema) quanto perché non mi piaccio quando mi
comporto così, e anche se una tantum – e questa volta ci stava tutta –
lo posso anche fare, mi dà fastidio lo stesso.

E sinceramente i
commenti a distanza, le allusioni a distanza e il vocio costante stan
cominciando a rompermi i coglioni. Visto poi che a questo ambaradan
unilaterale io non partecipo.

Per cui, mettiamola così: per il resto, se ti riferivi a me, io
non mi riferivo a te. Se non ti riferivi a me, io cmq non mi riferivo a
te.

Perciò, per favore, diamoci un taglio.

sabato, 7 maggio 2005

storie | vissute

appunti

Un gran bel matrimonio, molto romantico, molto allegro, molto colorato – ma non lo sa nessuno che di nero ai matrimoni non ci si veste? mah. Me ne ricordo uno dove sembrava di essere a un funerale, ma per fortuna non era questo il caso.
Molto chic ma anche molto rilassato, la giusta via di mezzo, la sposa era bellissima, lo sposo pure, il sacerdote un po’ severo (a dir la verità pure io ODIO gli applausi in Chiesa) ma ha detto delle belle cose, e chi ha portato le bolle di sapone è un genio.

Le mie scarpe da elfo erano bellissime ma un po’ scomode. Altre scene spot: D. che balla (parecchio bene!), il coretto interista – tra tutti gli altri, il balcone fumatori, commenti di scollature, scopire che F. non ha solo un’amante ma ben due, un risotto perfetto, chiacchiere speciali, una mazurka romantica, scivolare sul parquet in un lento da sogno, un tanti auguri a te con lacrime, libri e canzoni.
E sguardi. Come quelli di C. e A., non si vedono tutti i giorni.

Frase del giorno: la classe non è acqua.

giovedì, 5 maggio 2005

storie | di biblioteca, di me

ognuno ha un prezzo

vediamo… baratto il rispetto di un impegno in cambio di un lavoro che sulla carta è meglio (meglio retribuito, meglio garantito, più sicuro, con più prospettive) o no?

Merda.