Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

giovedì, 17 novembre 2005

storie | di me

non finirò mai di stupirmi

è quasi consolante sapere che nel momento in cui ti senti la persona più egoista dell’intero universo, assolutamente concentrata su sé stessa, e per quanto ti dici che in questo momento ne hai bisogno comunque ti senti in colpa, beh riesci a beccare qualcuno che è messo MOLTO peggio. E manco se ne rende conto.

Solo che stavolta l’energia per metterci del mio non ce l’ho proprio.

giovedì, 17 novembre 2005

storie | di me

sono un luogo comune.

Mi sento confusa.

e’ un mondo difficile
una vita intensa

I’m a little bit of everything
All rolled into one

Spesso le nostre giornate si complicano
mentre le perplessità rimangono qui

posso dire d’ogni cosa che ho fatto a modo mio
ma con che risultati non saprei

quando tira un po’ di vento che ci si rialza un po’
e la vita è un po’ più forte del tuo dirle grazie no

Che vuoi farci è la vita
E’ la vita, la mia


Come se fosse facile
convincersi
a non ridere troppo
di sé.

martedì, 15 novembre 2005

storie | vissute

effetto ritardato

Cazzo, S., noi ci conosciamo VERAMENTE da vent’anni, mica per dire!
Vent’anni esatti la scorsa estate.

Occazzo.

martedì, 15 novembre 2005

storie | di me

inquietanti verità

E comunque, il fatto che si renda sempre più concreta la remota eventualità che magari l’anice possa forse risultarmi non del tutto ripugnante è la prova definitiva.

Qualcuno si è impadronito del mio corpo.

(e ora vado a nanna e la smetto di sparar cazzate – per oggi).

martedì, 15 novembre 2005

storie | all'Amélie, vissute

piccole briciole

Le briciole sono importanti. A me piacciono.
Quando vedi tutto nero – o rischi di farlo – son le piccole cose che fanno capire che non è così. O almeno a me capita.

Un idromassaggio (con cromoterapia – è una lunga storia) che lava via molta stanchezza e permette di svuotare la mente.
Scoppiare a ridere forte per strada quando una bimba al quarantesimo ‘gingol bels gingol bels’ chiede alla mamma: ‘ma POI come va avanti???’.
Sentirsi frullare in testa l’idea delle ya-ya sisters, con donne davvero uniche.
E dulcis in fundo, una serata estemporanea e inaspettata con S. che o ha un sesto senso della miseria o io sono molto fortunata (anzi in entrambi i casi) e mi ha regalato – oltre a una cosa che adoro – proprio quelle 2 orette di cui avevo bisogno: niente lavoro, niente chiacchiere inutili, poche parole per capirsi al volo, i punti salienti della vita di entrambe degli ultimi due mesi aggiornati in scivolata e senza troppi fronzoli, niente di quello che mi passa per la mente in questo periodo e non perché non volessi ma perché non ne sentivo il bisogno, ma sapere di poterlo fare se capita, molte risate, e sentirti veramente te stessa. Conoscersi da vent’anni, in effetti, a volte aiuta. Anche se non è detto. In questo caso, è detto.

(se poi si aggiunge un buffet della miseria, pattinaggio artistico su ghiaccio con la coppia d’oro italiana – ah: io a febbraio non me lo perdo per niente al mondo – e già che ci siamo un omaggio di una sciarpa fighissima da 100 euro che mai nella vita mi sarei comprata, devo dire che son stata proprio viziata).

sabato, 12 novembre 2005

storie | vissute

bum

Una delle mie fobie più acute quanto originali è la pentola a pressione.
Uno dei miei primi ricordi è di quando mi raccontarono che ne era esplosa una in faccia alla mia bisnonna –  io ero piccola e me la ricordo perfettamente – alla mia prozia e a mia cugina (che poi allora sarebbe cugina di mia madre ma ha solo tre anni più di me. Vabbè.).
Poi quand’ero ancora abbastanza piccola ne esplose (insomma, non esplose proprio nello stesso modo… buttò fuori un sacco di vapore bollente, ecco) una nella nostra cucina circa dieci secondi prima che io ci entrassi e un’altra volta da adolescente la stessa cosa dieci secondi dopo che io ero uscita.
Visto che dicono che non c’è due senza tre, ho sempre detto che avrei voluto evitare di essere lì nel preciso istante.

E’ che non avevo pensato alla versione metaforica.
E soprattutto non avevo pensato che la pentola a pressione potessi essere io.

lunedì, 7 novembre 2005

storie | guardate

tzk

Che il castoro sia bravo si sa… ma questa l’ho fatta prima io:

autoritratto

 

(e mi ha copiato pure la macchina fotografica digitale, ma la mia vecchia reflex della foto di cui sopra è incomparabile :oPPP).

lunedì, 7 novembre 2005

storie | vissute

segnali di fumo

E mentre alla fine mi fumo una sigaretta sul terrazzo, pensando che cmq son riuscita anche questo weekend a conciliare miracolosamente seppur con qualche piccola difficoltà famiglia, fidanzato, amici e lavoro, essere andata a messa senza svegliarmi all’alba, aver messo a posto cose che aspettavano da settimane, letto un po’, rilassata pure, e pensando che se tutti sono contenti lo sono anch’io anzi di questo weekend son proprio soddisfatta, di colpo realizzo che così non ce la faccio più.

Un amico mi ha dato un consiglio e finora ho sempre detto che non ho il tempo. Ma so che è una buona idea e non questa settimana ma la prossima lo faccio.

Forse.

Sì lo faccio.

Hmpf.

domenica, 6 novembre 2005

storie | vissute

pensierino

Quello che veramente, veramente, veramente non sopporto è che ci si permetta di dare giudizi sulla mia vita o di sapere quello che faccio e chi sono senza in realtà sapere un cazzo e interessarsene ancor meno.
Com’è o come non è, la gente i fatti propri non se li fa mai, ma non vedo perché deve farsi i miei quando oltretutto non glie ne frega niente.

Ma che si facciano una vita o quantomeno una scopata.

(e vai per i refferrals di questo mese).