storie | all'Amélie, vissute
Le briciole sono importanti. A me piacciono.
Quando vedi tutto nero – o rischi di farlo – son le piccole cose che fanno capire che non è così. O almeno a me capita.
Un idromassaggio (con cromoterapia – è una lunga storia) che lava via molta stanchezza e permette di svuotare la mente.
Scoppiare a ridere forte per strada quando una bimba al quarantesimo ‘gingol bels gingol bels’ chiede alla mamma: ‘ma POI come va avanti???’.
Sentirsi frullare in testa l’idea delle ya-ya sisters, con donne davvero uniche.
E dulcis in fundo, una serata estemporanea e inaspettata con S. che o ha un sesto senso della miseria o io sono molto fortunata (anzi in entrambi i casi) e mi ha regalato – oltre a una cosa che adoro – proprio quelle 2 orette di cui avevo bisogno: niente lavoro, niente chiacchiere inutili, poche parole per capirsi al volo, i punti salienti della vita di entrambe degli ultimi due mesi aggiornati in scivolata e senza troppi fronzoli, niente di quello che mi passa per la mente in questo periodo e non perché non volessi ma perché non ne sentivo il bisogno, ma sapere di poterlo fare se capita, molte risate, e sentirti veramente te stessa. Conoscersi da vent’anni, in effetti, a volte aiuta. Anche se non è detto. In questo caso, è detto.
(se poi si aggiunge un buffet della miseria, pattinaggio artistico su ghiaccio con la coppia d’oro italiana – ah: io a febbraio non me lo perdo per niente al mondo – e già che ci siamo un omaggio di una sciarpa fighissima da 100 euro che mai nella vita mi sarei comprata, devo dire che son stata proprio viziata).
ULTIMI COMMENTI