Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

giovedì, 24 agosto 2006

storie | di me, npm

disastri

Eccoci qua. Sono rientrata, ho già trecentomila cose da fare, e ci ho messo solo tre giorni a uscirmene con ‘sono stanca’.
Però ho già imparato una cosa:
° Evitare in queste condizioni di affrontare una delle cose che voglio imparare nella mia vita*.
Debellare elettrodomestici già è un’impresa disperata… così si rischia di non mettere abbastanza acchiappacolore e ritrovarsi maglietta preferita E maglietta nuova ex bianche di un fantastico rosa (spero) uniforme. E tutto a causa di un paio di slip rossi nuovi.

Sono un disastro :o(

* Già che ci sono tolgo la bicicletta che al MUNZ ho imparato (olèèè) – insomma più o meno – e lo sostituisco con: saper usare la macchina del caffè da bar. Così.

giovedì, 3 agosto 2006

storie | di me

nius

Da domani sera ferie. Sottotono, tranquille, per tre quarti non so neanche esattamente che farò. Di sicuro mi riposo: da novembre, ho deciso, mi riscrivo a giurisprudenza. Mi mancano solo 6 esami – ok, uno è biennale quindi 7, ok son quasi tutti enormi, però vediamo il lato positivo, la tesi ce l’ho già. Da gennaio potrò cominciare a smaltirli. E da novembre a stare a stecchetto: le tasse si basano sul nucleo famigliare e devo riscattare i due anni persi.
Agosto me lo concedo, da settembre mi faccio i conti. E comincio a studiare.

Aiuto.

mercoledì, 2 agosto 2006

storie | blogghiche&internettiane

potrei diventare tecnofoba

E’ noto il mio rapporto con la tecnologia: mi affascina, mi incuriosisce, la trovo stimolante, la uso volentieri in quanto pigra, ci gioco come rompicapo e me la cavicchio pure (petulante tecnofila ©).
Lei ricambia facendo quello che le pare, quando le pare e come le pare, fregandosene di quello che vorrei io. Però insomma, son sempre oggetti, strumenti, basta saperli usare.

Giuro che due secondi fa il mio pc ha fatto una pernacchia.

martedì, 1 agosto 2006

storie | lette, sentite, vissute

reading

Li adoro. E anche se avrei letto altro, è stato divertente leggere con I. Baricco con davanti P. che fingeva di vomitare :oP
Ma, davvero, il bello è sentire e scoprire e sorprendersi – e commuoversi sentendo la poesia di Pasolini ‘Saluto e augurio’. E ridere e inorridire al pezzo di S. e ridere e basta alle perle di P.

 

‘[Leggere] è un gran bel modo di socializzare i sogni’ (Sepulveda).

 

domenica, 30 luglio 2006

storie | blogghiche&internettiane

misteri

visto che in diversi seguono questo blog con la mozBlogBar, se fossero così gentili da spiegarmi come funziona e come eliminare definitivamente tutti i blog che mi mette di default, ringrazio 😛

 

EDIT: ok quello è andato a posto (da solo lo ammetto). Ma mi continua a rimettere gli stessi post come nuovi grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.

lunedì, 24 luglio 2006

storie | vissute

voglio andare a vivere in campagna

ma sono troppo cittadina per farlo.
Se vai in campagna per un weekend a prendere un po’ di fresco sappi che:
– il fresco è praticamente lo stesso di Milano;
– venerdì notte non dormirai causa cuculo che all’alba cede il posto al gallo che non sa che l’alba viene una volta al giorno e non ogni 5 minuti;
– sabato notte non dormirai causa cuculo, gallo E balera sulla collina di fronte dalla varia scelta musicale (da Capossela cantato malissimo a Battiato passando per il latinoamericano), in parte apprezzabile, se non fosse che tira le 4 del mattino; immediatamente sostituita dalla radio del vicino sintonizzata a tutto volume su Radio Maria.

Chi ha inventato il condizionatore – che comporta pure le finestre chiuse, dettaglio da non sottovalutare in termini di acustica – è un genio.

 

Yaaaaawn.

venerdì, 14 luglio 2006

storie | vissute

momenti di gloria

A grande richiesta (sto cominciando a pensare che il mio sia il blog più commentato via mail dell’universo) il resoconto della tragedia in quattro atti ‘Diritto Penale I – la vendetta’ (ho anche ripassato con P. a pranzo che pur avendolo quasi vissuto in presa diretta non se lo ricordava bene).

PROLOGO.
Per Diritto Penale I (d’ora in poi DPI) bisognava preparare il manuale – se non frequentanti; gli appunti integrati col manuale + due/tre libretti del prof. + Dei delitti e delle pene se frequentanti (chi te lo fa fare di scegliere l’opzione due? Il fatto che con l’opzione uno più di 25 – e solo se eri proprio bravo – non prendevi. Attenuante: tacito accordo che i frequentanti Beccaria lo saltassero a piè pari e il manuale manco lo aprissero, il che comportava che il prof. di Penale II si ritrovasse costretto a far rifare il programma di DPI più quello di DPII, con la conclusione surreale che ci fosse gente che si faceva il programma di DPI due volte e il II fosse una mazzata allucinante). Ah in più i frequentanti potevano fare l’esame solo col prof. che faceva solo i frequentanti.

ATTO I – BREVI E FUNESTE PREAVVISAGLIE DI QUANTO AVVERRà IN SEGUITO
La nostra eroina dopo aver frequentato per un anno e aver fatto tutti i seminari, e adorando la materia, va all’esame preparatissima (si anticipa già che mai più sarà così preparata su questo esame).
FS le chiede l’art. 85 o giù di lì, l’eroina risponde, FS non si sa perché le dice che più di 18 non le avrebbe dato. L’eroina (cretina) prende e se ne va.

ATTO II – NESSUNO CI CREDE MA VERAMENTE AVVENNE
La nostra eroina arriva presto in università e necessitando com’è ovvio di dosi massicce di caffeina si reca al bar dove vede FS al banco del bar che beve qualcosa di trasparente in un bicchiere molto piccolo. L’eroina è molto ingenua ancora ma un vago sospetto le obnubila la mente.
Il sospetto viene poco più tardi confermato dalla distanza ravvicinata con FS nel corso dell’esame. FS le chiede per ben tre volte consecutive il sistema del doppio binario (che non c’entra coi pc), con surreale pausa tra la seconda e la terza ‘hmmmm signorina cosa potrei chiederle adesso… ecco, mi parli del sistema del doppio binario’), la nostra eroina alla terza non sa più che pesci pigliare e come rigirare la cosa e – giurin giuretta avvenne veramente – viene bocciata perché ‘troppo ripetitiva’.

ATTO III – CLIMAX
La nostra eroina si reca all’esame incazzata nera (è noto che nell’università da lei frequentata gli appelli sono abbastanza radi nel corso dell’anno e ha dovuto spostare DPII che nel frattempo ha già frequentato e studiato). Si siede.
FS le chiede l’analisi del sistema penalistico italiano. Dialogo:
– E’ un sistema parzialmente carcerocentrico.
– Perché?
– Perché si privilegia aumentare le pene piuttosto che prevenire tramite informazione e dissuasione e stigmatizzazione sociale dei comportamenti.
– Eh sì signorina, gli italiani non rispettano spontaneamente le leggi! (N.B. per il lettore: ricordarsi che si sta parlando di penale e non del biglietto del tram non timbrato). Lei che ne pensa?
La nostra eroina subisce un momentaneo disturbo della personalità e mezzo per far la battuta e mezzo per esser sincera, se ne esce con:
– Beh magari non tutti…
Apriti cielo. Urla e strepiti (gli altri assistenti interrompono gli esami in corso).
– Lei! Come si permette! Lei mi deve solo ripetere gli appunti! Qui conta solo quello che ho detto io! [cut] Lei non può avere opinioni personali!
La nostra eroina, abitualmente timida e che prova profondo orrore per le scenate, e che mai, mai, MAI nella vita avrebbe fatto altro che rimanere paralizzata e andarsene con la coda tra le gambe e infine piangendo, continua a subire il disturbo della personalità che prenderà il sopravvento su di lei negli anni successivi e risponde (la sventurata):
– Veramente è un mio diritto costituzionalmente garantito.
(Il gelo cade sulla stanza).
– Signorina, se io giudicassi il comportamente e l’educazione lei sarebbe già fuori. Mi parli dei delitti e delle pene.
L’eroina è consapevole che FS sta cercando di fregarla per farle fare una figuraccia e mandarla via con palesi ragioni, ma FS non sa che lei ha fatto il liceo classico Beccaria e il professore d’italiano l’ha fatto studiare a menadito per la maturità, son solo passati due anni e l’eroina ha portato italiano alla maturità. Ergo l’eroina si dilunga per un venti minuti abbondante.
FS appurato che la parte da frequentanti è ben nota all’eroina, compie l’orrendo gesto, cambia tattica e le chiede una cosa complicatissima del manuale sulle misure di sicurezza.
L’eroina quel giorno ha anche un gran culo e ha sentito due non frequentanti ripetere quella parte cinque minuti prima dell’esame.
– Signorina vedo che lei è ben preparata.
– Grazie.
– La gente come lei, che ha un’anima, meno di 27 non può prendere. Torni la prossima volta.
– Mi scusi… meno di 27 QUANTO?
Niente da fare. L’eroina si alza, sbatte i libri sulla sedia (tutti gli assistenti interrompono nuovamente gli esami) e se ne va sbattendo la porta (il giorno dopo il suo collega di studi C. la chiama per chiederle se è andata all’appello visto che  gli han riferito che c’era una che ha fatto una scenata. Sì sono io).

ATTO IV – CONCLUSIONE
L’eroina va all’appello in un giorno con tanti frequentanti. FS decide che allora per quella volta interrogherà i frequentanti anche il dottor E., assistente noto per essere il più cattivo di tutti. L’eroina prega che la chiami E.
L’eroina viene chiamata da E., si alza, e viene interrotta da FS:
– Nono, la signorina la faccio io.
L’eroina si risiede.
L’eroina fa un esame spettacolare.
FS: – Signorina, il suo esame è da 30 ma vista la volta scorsa le dò 26 (meno di 27 non può prendere…).
Eroina: – Scriva.

Per la cronaca, l’eroina prese lo stesso voto poi in DPII, voto per quell’esame altissimo, e al quale si usava non dare mai un voto più alto di DPI.

FINE.