Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

giovedì, 14 dicembre 2006

storie | dal ponte, sentite

ma te guarda…

Solo a me può capitare che il mio fidanzato in vena di stupidera mi impesti i commenti del post precedente con richiami anonimi alla canzone del cammello e dromedario, e la sera il concerto di Magoni e Spinetti a tema musica sacra si chiuda proprio con quella (sì i due deficienti che ridevano come pazzi in decima fila eravamo noi).

Per cui al matrimonio avremo, su 5 canzoni, una che non sapevamo essere dedicata all’eroina e non alla donna amata, e una che parla di animali più o meno gobbuti.

A proposito, bel concerto, ma col repertorio che hanno qualche canzone in più a tema la potevano trovare, invece di altre che non c’entravano nulla… per essere proprio critici, poi, le canzoni natalizie loro così originali le han fatte in maniera proprio pedissequa, con effetto un po’ freddino. Detto questo, lei con quella voce può cantare qualsiasi cosa e io ringrazio e basta.

martedì, 12 dicembre 2006

storie | dal ponte

a passi da gigante

Nel corso di un romantico (e studioso) weekend con nevicata incorporata, abbiamo compiuto questi importanti passi:
– acquisto dei portatovaglioli.
– scelta quasi completa delle canzoni che balleremo: Che coss’è l’amor e Una giornata senza pretese di Capossela, Amandoti dei CCCP cantata dalla Nannini, I dubbi dell’amore cantata dalla Mannoia, e una che dobbiamo ancora decidere tra quelle interpretate da Petra Magoni.

Si sta mica con le mani in mano qui, eh!

E’ una giornata
senza pretese
non ci succede una volta al mese
stiamo qua
abbracciati
ad aspettare la sera….

mercoledì, 6 dicembre 2006

storie | di biblioteca

non so leggere

E’ colpa mia, lo so, se invece di leggere Segreteria di redazione ho letto Segretaria. Ma se il nome è Wladimiro Pincopallo qualche giustificazione ce l’ho, no? 😛

(No eh?)

mercoledì, 6 dicembre 2006

storie | lette, vissute

Beppe Grillo

Mai amato molto, ma grazie a questo post di gRg vengo a sapere di un’iniziativa concreta: chiede proprio poco e forse aiuterà un bambino coraggioso ad essere meno solo.

Qui il post di Beppe Grillo, qui sotto l’articolo del Corriere (non ho un server. Credo):

  (1 dicembre, 2006) Corriere della Sera
«Lo picchiava e Francesco piangeva»
Il bambino-testimone sfida il paese  

Enna, ha fatto arrestare un uomo per l’ omicidio del suo amico. Muro di omertà

              DAL NOSTRO INVIATO BARRAFRANCA (Enna) – «Mi descrivi Francesco? Qual è l’ ultima immagine che ricordi di lui? Com’ era in quel momento?». «Era triste. Piangeva». «E tu? Ricordi cos’ hai provato?» «Tristezza». Pomeriggio del 19 luglio 2006. Un ragazzino di 14 anni si incammina a testa bassa verso i suoi ricordi e non sa, onestamente, se gli basteranno i passi per arrivare dove vuole arrivare. Perché, a dirla proprio tutta, vorrebbe non parlare mai più di quella sera. Lo fa per un amico che non c’ è più e perché è ora di finirla con i silenzi e i «non ricordo». Da quando ha raccontato ai giudici degli abusi sessuali, delle fotografie fatte ai bambini nudi, del fatto che qualcuno voleva metterle su Internet, dell’ ultima volta che ha visto il suo amichetto del cuore prima che fosse ammazzato… Ecco, da quel giorno gli sembra che tutto giri storto. Da quando hanno arrestato i cinque di cui proprio lui ha fatto i nomi, poi, non ne parliamo… Quando esce da solo si guarda le spalle, niente più giri in bicicletta, i compagni di gioco di sempre l’ hanno isolato e più si avvicina il processo di quei cinque più sente crescere sulla sua pelle quello che gli inquirenti descrivono come «una grave situazione di pressione ambientale in atto nel piccolo comune di Barrafranca». Ma lui, piccolo com’ è, è l’ unico «gigante» di questa storia, è il testimone-chiave dell’ inchiesta per omicidio, violenza sessuale di gruppo e pedopornografia: quella partita dalla morte del suo amico più caro, Francesco Ferreri, ucciso a 13 anni per essersi ribellato (ipotizza l’ accusa) a un abuso sessuale che per i suoi aguzzini doveva essere il primo di una lunga serie. Il testimone-bambino ha già raccontato cinque volte cosa accadde la sera dell’ omicidio, ma accetta di farlo una volta ancora, «l’ ultima», gli hanno promesso prima di cominciare l’ incidente probatorio del 19 luglio. Così eccolo riprendere il filo del discorso, davanti a due giudici e una psicoterapeuta. Torna con la memoria al 16 dicembre dell’ anno scorso. Alla stalla dove si facevano «cose porche». Descrive ambiente, attrezzi, indumenti intimi, vestiti, perfino il gruppo elettrogeno che illuminava la stalla. «Cos’ hai visto quando sei arrivato lì?». «Salvatore Randazzo che era sopra Francesco che era nudo. Non aveva nemmeno i boxer scuri». (…) «E cos’ altro hai visto?». «Giuseppe Faraci che scattava fotografie. Poi passava la macchina a Tony e anche lui faceva le foto». (…) «Cosa dovevano fare con le foto? L’ hanno detto?». «Le dovevano mettere su Internet». Poi dettagli su come e a chi le ha viste scaricare su un computer. Il ragazzino rivede l’ amico Francesco che incassa un ceffone perché «non voleva fare quella cosa…», gli sembra di sentire la voce di Faraci che gli dice «ora tocca a te», ripensa allo sguardo che ha scambiato con Francesco mentre saliva in macchina. «Francesco piangeva ancora quando è salito sull’ auto di Faraci?». «Sì». «E Faraci era tranquillo?». «Tranquillo». L’ ultima immagine di Francesco è tutta lì, in quell’ auto, e nessun altro può ricordarlo dopo quel momento se non il suo assassino. Perché Francesco Ferreri pochi minuti dopo è stato massacrato a colpi di chiave inglese e buttato in una scarpata. Era un venerdì, l’ hanno trovato domenica mattina, «il giorno che la terra si è aperta e l’ ha inghiottito», come dice sua madre Anna. «Da quando me l’ hanno riportato in una bara non faccio che pensare a come gli sarà battuto forte il cuore davanti a tutti quei mostri, povero figlio mio…». In un anno di inchiesta la procura ordinaria di Enna e quella minorile di Caltanissetta hanno ricostruito «il peggior scenario possibile» sullo sfondo dell’ omicidio di Francesco. Hanno arrestato il presunto assassino, Giuseppe Faraci, 21 anni, e con lui sono in cella per violenza sessuale e pedopornografia anche Salvatore Randazzo, 20 anni, Calogero Mancuso, 40, Antonio Lo Bue, 42, e un minorenne, il solo già rinviato a giudizio. L’ avviso di chiusura delle indagini per gli altri quattro è pronto e intanto la polizia postale cerca tracce utili sui computer della scuola che Francesco frequentava e che pochi giorni fa sono stati sequestrati. La preside ha saputo da un bidello che almeno un computer è stato usato per vedere immagini pedopornografiche, ma non lo ha detto ai carabinieri. Anche la studentessa che ha visto Faraci «sconvolto» la sera dell’ omicidio non è andata in caserma. Eppure seguendo le indicazioni che lei ha dato ad amici e parenti è stata trovata l’ arma del delitto. E invece l’ amichetto di Francesco no. Lui resiste. E parla. Forse è per questo che il gip, 15 giorni fa, ha deciso di prorogare le indagini e tenere in carcere gli arrestati che «potrebbero indurlo a ritrattare» dopo che «faticosamente» ha dovuto «superare il muro di omertà che buona parte dell’ opinione pubblica barrese ha in qualche modo contribuito a realizzare». IL PRESUNTO ASSASSINO *** Giuseppe Faraci ha 21 anni. È in carcere con l’ accusa di omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e pedopornografia. Secondo l’ accusa avrebbe ucciso Francesco colpendolo 19 volte con un «pappagallo», una sorta di chiave inglese usata dagli idraulici. «Guarda caso», sostiene l’ accusa, «proprio l’ attrezzo che ci risulta lui avesse prima del delitto» *** LA GIOVANE VITTIMA *** Francesco Ferreri, 13 anni, il giorno della cresima, a giugno del 2005. Il piccolo è a un passo da Giuseppe Faraci. «Non mi ero mai accorta che in questa foto c’ erano tutti e due» dice la madre di Francesco, Anna. «Quando l’ ho notato ho pensato "per chi avrà mai pregato, quel ragazzo?". E ho immaginato mio figlio mentre pregava lui di non fargli male, di non ucciderlo. Povero bambino mio…»
*** 5Arrestati *** Fra loro anche un ragazzo minorenne *** 200 Ragazzi *** Sentiti a verbale nel corso delle indagini
        Fasano Giusi

martedì, 5 dicembre 2006

storie | dal ponte

ponte sul naviglio

Punto primo: si prega di non vestirsi di nero che capisco che metà della popolazione femminile sia immersa in profondo cordoglio ma non c’è bisogno di mettersi in gramaglie;
Punto secondo: l’applauso in chiesa si può evitare, grazie.

Detto questo, ecco la situazione attuale.

Cose decise:
– i nostri figli faranno nuoto da subito;
– il tema dei tavoli (che non è detto che ci siano dei tavoli ma non è importante).

Cose in fase di decisione:
– la separazione dei bagni (non dei beni: dei bagni).

Riassumendo: la nuvoletta, che, bisogna dirlo, è parecchio resistente e galleggia allegramente anche con qualche colpettino – se barcolla non molla* – deve aver distrutto il mio spirito organizzativo (temo temporaneamente) e ci ha reso molto romanticosi. Astenersi prossimamente diabetici e cinici.

* Attenziò
Concentraziò
Ritmo e
Vitalità
Devo dare di gas
voglio energia
metto carbone e follia
se mi rilasso, collasso
mi manca l’aria e l’allegria perciò…
Attenziò…
Odio il pigiama e vedo rosso
se la terra mi chiama non posso
restare chiuso fra quattro mura
ho premura di vivere perciò…
Attenziò…
Sto fermo un giro non passo dal via
piuttosto non gioco e vado via
fuori dal vaso fuori di testa
ho sempre un piede sul motore
Attenziò…
(bandabardò)

lunedì, 4 dicembre 2006

storie | vissute

politichina

Beh è un po’ che qui non si parla di politica.
Me ne dà occasione Che tempo che fa di ieri, che ritenevo essere una trasmissione un po’ leggerina e invece no. Ieri dopo una bellissima intervista a Mario Rigoni Stern (conclusasi con ‘se volete tranquillità per pensare anche in città, spegnete la televisione e andate a farvi una passeggiata’) si è passati a Massimo d’Alema. Che a me non è molto simpatico e manco Fazio a dirla tutta.
Ma sentir dire da uno di sinistra che (più o meno ma la frase è quasi esatta) ‘L’Europa, la vecchia Europa, è la parte del mondo che ha abolito la pena di morte e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Forse perché ha dato origine a due guerre mondiali, al nazismo e allo stalinismo, ora dà più valore alla vita’ mi ha lasciato a bocca aperta. Nazismo e stalinismo nella stessa frase, chi altri lo farebbe della nostra classe politica?
E prosegue – parlando della questione israeliano-palestinese – dicendo (con una citazione da Amos Oz) che i palestinesi hanno ragione (e fin qui non mi stupisce) ma anche gli israeliani hanno ragione, e il dramma che rende questo conflitto insolubile è che si tratta dello scontro di due ragioni.
Come commentava F., non so come razzoli d’Alema, e – dico io – forse non dirà cose di sinistra, ma dice cose di buon senso.

A presto con la mia proposta per azzerare il nostro debito pubblico :oP

giovedì, 23 novembre 2006

storie | di me

decisioni

So dove mettere i Ragona, i Filippi e, naturalmente, il Nannei.

martedì, 14 novembre 2006

storie | di me, vissute

frenesie

Ho fatto un sacco di cose negli ultimi tempi e ognuna meriterebbe un post.
Settimana scorsa al lavoro un delirio – non ancora finito peraltro – che mi ha distrutto. Tutto sistemato poi, ma la fatica è stata enorme.

Venerdì sera concerto di Guccini, meraviglioso – già il contesto col gruppo di ragazzi davanti a noi forniti di vino rosso, prosciutto e credo ciccioli (giuro! Li volevo anch’io!) meritava, le canne a gogo un po’ meno, alla fine avevo la nausea. Non ha fatto Don Chisciotte ma le altre mie preferite sì, e Cyrano, Auschwitz e Dio è morto sono state strepitose dal vivo. 20.000 persone che cantano Auschwitz farebbero venire le lacrime agli occhi a chiunque e io ancora un po’ singhiozzavo. Fingerò di ignorare che tre quarti di quelli che cantavano sono quelli che poi fanno le manifestazioni urlando che la storia dell’olocausto ha rotto le palle, ma conforta il fatto che Guccini dica ancora certe cose quando è più di moda a sinistra dire il contrario. Dio è morto ogni volta mi prende allo stomaco, sentire le prime due strofe tanto negative e poi l’ultima con quell’urlo che viene proprio dalle viscere, dal vivo dà una sensazione incredibile.

Sabato megaliberazione bookcrossing, il DELIRIO. Gente di altre città che telefonava una volta finita la loro e io praticamente gli mettevo giù il telefono, non so quante persone alla fermata del 30, la RAI che ha fatto il servizio che potete vedere qui, persone, libri, gente in ritardo, il terrore che l’ATTM ci facesse casini… e io ero così stanca che non me la sono goduta affatto. Alla fine mi sentivo più prostrata che felice che fosse andato tutto bene, ero frastornata e dispiaciuta di non aver liberato facendo casino anche se quei 4 libri liberati da me e F. han fatto sì che partecipassi un po’ anch’io. Penso che senza di lui, S. e M. quando son stata male sarei pure scoppiata a piangere.

In mezzo a tutto ciò è nato anche Vito e appena riesco a scoprire se è nato sabato o domenica gli faccio un bel post tutto per lui, mo’ si aspetta solo la Frollina, non vedo l’ora, sua mamma non può capire :oPPP

Inoltre oggi mio padre fa 60 anni e ho preso ferie per dare una mano per la festa oltre che consolarlo perché si sente vecchio e andare a prendere il regalo collettivo giunto oggi (siamo previdenti noi).

Ah poi oggi ho fatto il biglietto per Roma yeah 😀

Infine sempre oggi ho pagato la ricognizione degli anni mancanti di università (560 euro e spicci), non oso pensare all’iscrizione, e mi è venuto il panico che ok che stavolta lo faccio per me, è una mia decisione molto matura e consapevole e blablabla ma avevo una stretta allo stomaco, perché, diciamocelo: non sono affatto nello spirito da studentessa, e se la mia vita è così, io esattamente quand’è che studierei??? (a gennaio i primi esami, a gennaio! aiuto.)

Ommamma (cit.).

mercoledì, 8 novembre 2006

storie | lette, vissute

strani incroci

Avete voglia di giocare? Questo blog partecipa al racconto che si svilupperà sui blog del circuito corsaro e che inizia qui o qui o qui.

Un doveroso grazie all’autrice, Carmilla :o)
Leggete la storia e fate la vostra scelta 😉

Guardi l’uomo e decidi che senz’altro abusa di droghe legali.
E soprattutto non hai voglia di perdere del tempo dietro alle sue fantasie.
"Mi spiace signore ma in questo momento non posso seguire il suo caso perché ne ho già troppi"
Si sentono i mugugni di disapprovazione della mia segretaria.
L’uomo va via desolato e io non ho il coraggio di uscire fuori dalla stanza per affrontare Gloria e i suoi stipendi arretrati. Giuro, il prossimo caso lo accetto anche se non mi piace.
Dopo una mattinata tediosa Gloria introduce nel mio ufficio un nuovo cliente. La fase in cui mi chiede per telefono se posso riceverlo è stata bypassata.
Guardo il nuovo cliente e spero che Dio benedica la mia segretaria.
È una bionda mozzafiato che farebbe perdere il senno anche a un quadro.
Si siede vezzosamente di fronte a me. Uno sguardo e sono ai suoi piedi.
"Cosa desidera?" le chiedo sapendo bene cosa desidererei io.
"Un’informazione" dice sorniona.
"È il mio lavoro" rispondo cercando di fare l’affascinante.
"Mio marito è stato qui poco fa, cosa voleva?"
Ecco! Questa è la pupa dell’allocco. Ma perché Dio dà il pane a chi non ha i denti?
"Signora, è segreto professionale."
Accenna appena ad un’espressione di vaga tristezza che decido di divorziare dalla deontologia.
"La vede troppo entusiasta e crede che lei lo tradisca"
La donna scoppia in una risata genuina:
"Allora è tutto a posto" dice tranquillizzata.
Hanno cercato in due di tirarmi dentro questa storia, ora credo di aver diritto di sapere come va a finire, no?
"Signora perdoni l’impertinenza ma stavolta gliela chiedo io un’informazione. Resterà confidenziale. Ma lei tradisce suo marito?"
La donna sorride e dice "No, ma lui ha ragione: ho trovato un grande amore"
La risposta sibillina non mi basta e mi spingo a chiedere ulteriori chiarimenti.
Senza perdere quel sorriso che la rende più umana e meno dea, la bionda cerca nella sua borsa. Che voglia mostrarmi una foto?
Invece tira fuori un libro coperto di pecette.
"I libri" dice in un sussurro.
"È stato molto onesto a rifiutare il caso", dice con dolcezza. "Per sdebitarmi questo libro lo lascio a lei. È una bella storia d’amore. Dovrebbe trovarsi una donna, sa?"
Arrossisco
"È un regalo?" Chiedo
"Sì e no" dice la mia bella ambigua. "Lo legga ma poi non lo tenga ad intristirsi in una libreria polverosa. Lo lasci di nuovo libero."
Si alza e si siede con grazia maliziosa sulla mia scrivania disordinata.
"Posso chiederle l’ultima cosa?"
Nemmeno il papa potrebbe dirle di no
"Certo."
"Promette che la farà?"
"Lo giuro" rispondo con una mano sul cuore.
"LO REGISTRI E FACCIA LA JOURNAL ENTRY!"
aggiunge imperiosa.

http://www.bookcrossing-italy.com/
FINE
grazie di aver giocato. Non ti piace questo finale? Torna a giocare!
passaggio precedente
inizio qui o qui o qui.