il giudizio me lo deve tenere
E il dente, per ora, non si toglie.
(yesssssssssssssssssssssssssssssssss)
E il dente, per ora, non si toglie.
(yesssssssssssssssssssssssssssssssss)
L’altro giorno io e Fede scopriamo che subito sotto casa sua dietro un angolo ci sta un supermercato biologico.
Prima volta che dobbiamo fare la spesa decidiamo di provarlo. Siamo o no consumatori consapevoli, ed eticamente impegnati?! Il fatto che finora io non fossi responsabile della spesa di casa mia non vuol dire che quando lo sarò non seguirò dei principi corretti dal punto di vista del rispetto dell’ambiente ecc.!
A cena mangiamo utilizzando parte dei prodotti bio e parte di cose che c’erano in casa.
– pasta con tonno normale e panna bio: ‘nsomma… un po’ acida…
– pane bio: ‘nsomma… un po’ acido…
– pomodori bio: profumo stupendo, sanno di acqua.
– formaggi bio (sera dopo): ‘nsomma… un po’ acidi…
Nell’armadietto c’erano dei fonzies. Ora non ci son più.
Fonzie batte bio acido 100 a uno
ok ci sono andata giorni fa al concerto ma tra salute e menate varie ormai arranco dietro me stessa.
Quindi solo due note 😛 al volo:
– è uno dei pochi della sua generazione che sentito dal vivo ha la stessa voce dei dischi di trent’anni fa (e mettiamoci la firma).
– orchestra da brividi.
– è buffo sentire canzoni che hai sempre sentito cantate dalla Mannoia in maniera completamente diversa: I treni a vapore è meglio cantata da lui, anche se non avrei mai creduto fosse possibile, ma Panama è meglio cantata da lei 😛
– Ho adorato C’è tempo, che non conoscevo.
– sentire Dedicato dal vivo è inspiegabile.
– Non ha fatto La mia banda suona il rock! La prima canzone da me scoperta e apprezzata tutta da sola! Uffa.
– nota di colore: la coppia di vicini che sembravano avere una visione, cantavano tutto, urlavano il nome a caso, e a un certo punto sembravano caduti in trance. I loro nipoti andranno a quello dei Take That e faranno uguale, con una musica peggiore 😛
Infine, è il primo concerto da anni in cui l’audio è decente. Oooooooooooh e ci voleva tanto???
Dicono che c’è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.
C’è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.
C’è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d’estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l’ora muta delle fate.
C’è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c’era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.
È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c’è tempo, c’è tempo c’è tempo, c’è tempo
per questo mare infinito di gente.
Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz’ora sono qui arruffato
dentro una sala d’aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.
C’è un tempo d’aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.
C’è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l’istante in cui scocca l’unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.
Dicono che c’è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c’era un tempo sognato
che bisognava sognare.
Ho scoperto ieri che una delle esperienze più originali e innovative nel campo del reference viene svolta periodicamente alla biblioteca di Singapore: fare le domande più banali possibile, dare risposte immediate e verificare nelle fonti.
Ho pure un inviato sul posto da mandare in missione: il workshop si chiama ‘Ask a Stupid Question’: chi meglio di lui? 😀
[scena: la docente sta parlando al termine di 2 giorni di corso semi-inutile. Abbiocco generale. Cita la biblioteca di Singapore e io mi risveglio. Bevo dell’acqua. Lei parla di ‘Ask a Stupid Question’ e io praticamente la inondo.]
Beh innanzitutto è nato Mattia (benvenuto!); poi si è laureato mio fratello.
Ma non sono queste le notizie del momento. Da quello che ho potuto ricostruire (e mi si corregga se sbaglio sui fatti), il simpatico governo Berlusconi espresse ai tempi un orientamento (non vincolante per quanto ho potuto appurare ma andando all’indietro sono rimasta sommersa dagli articoli a quel punto) di allargamento della base di Vicenza.
Il simpatico attuale presidente del consiglio (il minuscolo delle cariche istituzionali in questo post è voluto) Prodi – dopo non aver fatto oltretutto quasi un accidenti finora in merito a conflitto d’interessi ecc. ecc. – ha innanzitutto deciso che era una buona idea (notoriamente il suo elettorato è favorevole alle basi americane no?), poi ha convinto il simpatico governo attuale, poi ha deciso che l’opinione espressa dal suo elettorato in una manifestazione tranquilla e pacifica contasse un cazzo (‘bellissimo’ il titolo del Corriere: Corteo pacifico. Prodi: non si cambia – se si menavano invece…) nonostante i partiti al governo ci siano campati anni con le manifestazioni (buono a sapersi cmq), poi (o prima, anche qua la cronologia è confusa) ha pensato bene di dire che se i parlamentari non votano compatti una cosa* che a) non è condivisa dal loro elettorato b) non condividono manco loro, allora tutti a casa, poi ha rassegnato dimissioni irrevocabili prontamente revocate, poi si è messo a dar la colpa a destra e a manca come i bambini dell’asilo invece di ammettere che la questione non andava neanche posta a un parlamento di sinistra.
(mi rendo conto che la mia visione del parlamentare di sinistra che ha votato contro in coscienza e per il merito della questione è un filo utopistica, ma che ci posso fare, ci spero sempre).
(mi rendo anche conto che l’idea di una politica che prende decisioni per il bene del Paese – maiuscola voluta – e in linea con le chiare opinioni di chi li ha votati è altrettanto utopistica, ma che mo’ si dica che dovevano votare a favore per il solo e unico motivo che sennò torna il Berlusca – ipotesi che non auspico, giusto per chiarire – a mio parere è un filino utilitaristico e potrebbe forse paralizzare le decisioni politiche future oltre che impedire una qualsiasi decisione anche solo vagamente di sinistra).
Vabbè che la coerenza è un’opinione ormai. Vabbè che è Carnevale (non oso pensare cosa faranno questi mattacchioni il 1° aprile per farci divertire). Vabbè che ci va di mezzo tutto un Paese ma il Berlusca almeno la sua metà la tiene in conto e sa che è un do ut des, questi invece non dico certo tutto il Paese, ma manco la metà che li ha votati prendono in considerazione! Manco solo per tenersi il posto! Oltre che menefreghisti pure deficienti! Buttare un’occasione così, con appena appena più di metà degli Italiani a loro favore, dimostrando a tutti che quel che gli interessa è solo la cadrega! Ma si può?
E per ricostruire un governo in queste condizioni, bisogna proprio avere la faccia come il culo.
Senza vergogna.
* Mi si fa notare che la votazione era sull’Afghanistan; nella fretta non ho notato che scrivendo sembrava si votasse per la base di Vicenza. Il concetto non credo cambi, entrambe sono decisioni palesemente non sostenute dall’elettorato, ma precisando non sembro cretina 😛
E diciamolo pure che i nostri anniversari sono un po’ sfigati. L’anno scorso non ho neanche postato, non volevo infierire sulle sfortune dei nostri amici sciatori rimasti bloccati in Francia 😛
Quest’anno l’abbiamo festeggiato il giorno dopo per motivi contingenti.
L’ultimo anniversario da non sposati.
Nell’ultimo anno ho imparato che una delle cose più importanti per una coppia è parlare (l’uovo di Colombo). Non tanto però nel senso di sviscerare i problemi, quanto proprio di chiacchierare.
Ma anche, certo, di affrontare le cose: soprattutto come affrontarle. Come ci si pone come coppia davanti ai problemi, anche quelli tra noi. Non uno contro l’altro, ma insieme.
Ho provato un po’ di volte a spiegare questa sensazione che mi dà Fede e per cui abbiamo superato un paio di crisi: non è tanto che mi capisce (non sempre). Non è solo che sa dove voglio andare a parare quando mi incarto. E’ anche questo, è anche il fatto che Fede reagisce sempre nel modo esatto che ci vuole, facendomi ridere quando seriamente dico una cosa che non ho riconosciuto come citazione di Harry ti presento Sally e mi ha beccato subito, o nel momento più di crisi quando mi dice che forse è ora di ridipingere le pareti e io e lui sappiamo cosa vuol dire e da dove viene. Ma questi sono esempi.
L’altro giorno ho finalmente trovato la parola perfetta per definire questa sensazione, di cui non credo oltretutto che sia consapevole.
Fede mi intuisce. E nessun altro sa farlo come lui. Ed è il motivo per cui il prossimo sarà il primo di moltissimi anniversari da sposati.
E intanto che siam qua a fare lo straordinario sostituendo altra gente girandoci i pollici col pensiero al maledetto arretrato da smaltire, approfittiamone per aggiornare il povero blog e fare il punto della situazione, in ordine di importanza (che poi io devo tenere informate tre testimoni donne, e un uomo – quelle di Fede se la vede lui 😛 – due sorelle, una madre, due wedding consultant, un numero imprecisato di amiche cugine figlie di amici colleghe excolleghe ecc.ecc. Almeno vado di copincolla).
– Rito interreligioso. Non riusciamo a trovare da nessuna parte come si fa, ma siamo ottimisti. In ogni caso, quello che abbiamo appurato è: significato intenso (per noi, ovviamente) e tempi brevi (per tutti). Nel frattempo abbiamo deciso più di metà delle letture (prima, salmo, seconda e un’opzione sul Vangelo).
– Quattro testimoni a testa: i miei decisi, estremamente significativi per me – e per noi. Dal punto di vista religioso, si contano – se ho capito bene – tutte le sfumature possibili credente praticante/non praticante/non credente. Per colmare le statistiche, tre donne e un uomo, tre bookcorsari e una no, tre milanesi (di cui due semi) e uno no.
– Dove e quando. Udite udite! Se sabato 22 settembre alle 16.30 non avete nulla da fare, passate da Sant’Ambrogio che sarò lì. Sarò quella in bianco.
– Per il dopo, aspettiamo una serie di indicazioni da un posto che ci piace molto, l’unica pecca è che non ha spazio all’aperto ma è in Milano, a due passi dalla metro, ci staremmo tutti (vedi oltre) e ha questa magnifica sala liberty stile Chicago anni ’30 che Fede mo’ vuole a tutti i costi vestirsi da Al Capone con gessato sigaro e tutto (il borsalino glielo regalerò io…). E soprattutto si mangia moooolto bene.
– Gli invitati… ah-ehm. Superano (al momento) i 200. Di persone cui teniamo. Sfronderemo e dovremo rinunciare a un po’ di gente cui ci farebbe piacere, più che altro perché se no manco li vediamo tutti – ecco no, alcuni li abbiamo proprio già esclusi al primo giro 😛 Criteri da adottare: se uno/a non va bene a uno di noi due e all’altro sì, via. In questo Fede mi aiuta un sacco 😀 Poi, se uno/a non si è fatto vivo sua sponte almeno due volte nell’ultimo anno (insomma, diciamo almeno Natale e compleanno!), pour moi idem come sopra.
– Bomboniere decise, attendiamo informazioni.
– Viaggio: mah. Boh. Pare piova ovunque. Uff.
– Fiori vestito scarpe carabattole varie… vedremo.
Non siamo tanto indietro! Sempre se mia madre non la smette con la storia di fare il megacorredo. Aiuto.
Lunedì abbiamo iniziato il corso di lisssio. Che poi abbiamo scoperto ci son dentro pure i caraibici e i latinoamericani ma vabbè.
Appunti:
– Merengue: uno due tre quattro cinque sei sette otto. Passettini. Sculettando.
– Valzer lento che si chiamava inglese ma ai tedeschi non piaceva quindi ora si dice lento: fai un quadrato coi piedi.
– Cha-cha-cha: lento lento veloce veloce veloce. Perfetto per tenere il tempo Juve-Juve-vaffanculo 😛
– Tango: Lento lento veloce veloce-lento lento veloce veloce-lento ecc. Bellerrimo.
E ce la caviamo alla grande.
Sentire come alcune persone ricordano fatti e momenti (in cui peraltro c’eri anche tu) in maniera completamente diversa dalla realtà certe volte fa morire dal ridere.
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