Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

venerdì, 14 settembre 2007

storie | di me, vissute

piccolo update

Dovrei aggiornare sull’addio al nubilato, e tutto quello che posso fare è dire che è stato una cannonata (aperitivo con massaggio all’hammam della rosa – massaggio TESTA E PIEDI, non avete idea – più candele e vino al parco) e linkare le foto.

Dovrei aggiornare sul matrimonio, e tutto quello che posso fare è dire che:
a) in Sant’Ambrogio i lavori sono puntualmente terminati, in compenso davanti alla chiesa dove mi sposo hanno aperto un cantiere che blocca l’ingresso (ma forse me lo aprono);
b) le bomboniere erano tutte sbagliate, le abbiamo rispedite in sudamerica per farle rifare e se va bene arrivano il 20 (venti).

Dovrei fare un sacco di cose e ringraziare un sacco di gente, ma spero mi perdonerà, perché oltretutto con ben due giorni di preavviso ho saputo che al mio rientro cambio lavoro (sempre in biblio ma in un dipartimento) quindi ho passato ieri e oggi a fare il passaggio di consegne, non mi sono quasi mai collegata e sono completamente di-strut-ta.

Per chi può ci si vede il 22 di persona, virtualmente il 15 ottobre.

Adios.

mercoledì, 5 settembre 2007

storie | dal ponte, vissute

matrimonio Rottenmeier 5/chi c’è c’è (magari)

ovvero di inviti, partecipazioni & overbooking.

Premessa uno: non sarà mai e poi mai possibile fare contenti tutti.
Premessa due: pare sia il principale motivo di litigio tra fidanzati.
Conclusione uno: è vero.
Conclusione due: principale no, ma il rischio si corre.

Ma andiamo con ordine.
Durante le vacanze di Natale ci mettiamo allegramente a buttare giù una lista e intanto cominciamo a sentire qualche posto.
Alla fine di aprile (più o meno) la lista ha raggiunto le 230 persone, abbiamo sentito risposte tipo:
– sì oggi è il 6 gennaio ma il 22 settembre abbiamo già un’opzione ma non ce l’hanno ancora confermata quindi se mettete voi l’opzione e confermate entro il 15 (gennaio) vi diamo il posto.
– parlate di settembre 2010?
– se un posto non è prenotato per un anno e mezzo/due c’è un motivo.
– sì siamo ancora chiusi, apriremo a maggio, ma il 22 settembre siamo già prenotati.
e posto quindi ne abbiamo trovato solo:
– uno a un’ora da Milano (favoloso ma all’aperto in mezzo ai campi, loro stessi ci dicono che non se la sentono perché il 22 settembre sarebbe troppo freddo e umido)
– uno a un’ora da Milano meno bello ma si mangia benissimo.
Il problema è che sono lontani e molti dei nostri amici e parenti vengono da fuori.
Io e Fede ci guardiamo negli occhi. La chiesa è saltata, ci sposiamo nella mia parrocchia. Quindi cambiamo radicalmente impostazione, chiediamo il permesso al parroco e organizziamo un aperitivo (sulle partecipazioni divenuto cocktail grazie al nostro preziosissimo arbiter elegantiarum che ha detto che l’ape fa proprio troppo milanese) fuori dalla chiesa, così riusciamo anche a salutare tutti con calma e gestito dagli scout di mia sorella che così fanno pure autofinanziamento, e decidiamo di tagliare pesantemente sugli invitati alla cena, potendo così organizzarla in un posto in Milano sopra una fermata di metropolitana dove non solo si mangia benissimo e c’è un pergolato favoloso (incrociamo le dita) ma sono gli unici che ci han detto prezzo con IVA e si son comportati più che gentilmente e onestamente in tutta l’organizzazione (eggià, perché non solo per qualsiasi cosa relativa a un matrimonio pare che l’IVA sia un optional, ma ti trattano pure come se ti facessero un favore già solo per averti parlato).
Per cui, tutti quelli di cui non ci fregava nulla ma dovevamo invitare (amici dei genitori, parenti lontani, colleghi vari ecc.) -> cocktail, il problema ovviamente è per chi VOLEVAMO invitare alla cena: un criterio si impone.
Mumble. Eliminati ancora un po’ di parenti, si presenta lo spinoso problema amici. Ognuno sfronda i suoi personali. Rimangono i bcers. Alla fine abbiamo risolto con: invitiamo alla cena solo quelli con cui abbiamo entrambi dei rapporti, con un’unica eccezione per parte (che non verrà svelata neanche sotto tortura), tutti gli altri cmq almeno il brindisi insieme lo si fa.

A questo punto, superato il primo scoglio con qualche dispiacere per ciascuno di noi ma senza litigare (troppo), scopriamo che esistono almeno due diverse concezioni delle partecipazioni (esclusi i casi di cui sopra ovviamente).
A casa mia funziona che si manda a tutti. Dalla maestra delle elementari che incroci per strada ogni tanto al più lontano parente remoto, perché è una comunicazione: ti rendo partecipe di questa informazione (una volta si metteva sui giornali :/).
Altrove funziona che partecipazione = mi fai il regalo. Il che è imbarazzante perché non è nostra intenzione.
Ok ammetto che qui ho ceduto ai miei che insistevano e abbiamo fatto come usa da me (dopo aver controllato sul galateo).
Unica litigata: una partecipazione che ho insistito per mandare e Fede non voleva. Ma se tutti dev’essere, tutti sia. Anche se, alla fine, aveva ragione lui.

martedì, 4 settembre 2007

storie | di me

uomini modello base

Il fatto che da quando sono bionda – MOLTO bionda – e cioè circa tre giorni lavorativi, tutti gli uomini che entrano nel mio raggio d’azione (colleghi, utenti, ragazzi in cerca di accendino) siano decisamente più gentili e cmq sdilinquiti, se da un lato fa incazzare il mio lato femminista dall’altro mi fa molto, molto, molto ridere.

lunedì, 27 agosto 2007

storie | dal ponte, vissute

matrimonio Rottenmeier 4/…chi è la più bella del reame?

Mi son stati chiesti aggiornamenti sul parrucchiere.
Bon, dopo essermi sentita dire che i miei capelli sono troppo corti (mai avuti così lunghi in vita mia…) e troppo fini (lo sapevo…) e si svuotano in fondo ecc. ecc., e quindi mi proponevano cose terrificanti a base di ciuffi e lacca a quintali, M. mi ha segnalato Orea Malià. Vado, sullo sfiduciato andante, e mi siedo.
Già l’ambiente è molto divertente: chi ci lavora passa dal punk con cresta al vecchietto con baffi e occhiali, ce n’è per tutti i gusti. La clientela idem: dalla ragazzina dark alla sciura con messa in piega a bigodini.
Bon, mi siedo e comincio la tiritera io li vorrei così e così ma lo so che non si può e blablabla…
Lui mi guarda nello specchio e mi dice: ‘Rilassati’. 10 minuti e 20 forcine e mi ha fatto ESATTAMENTE quello che volevo io. E ho capito cosa si intende quando si parla di arte a proposito di capelli. E mi costa pure meno di tutti gli altri che ho sentito! E questa è fatta.

Nel frattempo sono partita da due mesi ormai col mio programma bellezza prematrimoniale. La mia collega E. quasi spontaneamente 😛 mi ha preparato un prospetto, con tutti prodotti della bottega verde, e pure le alternative se uno non mi piaceva.
Esempio: programma giornaliero.
– struccante
– detergente
– idratante
– crema viso giorno e crema viso notte
– contorno occhi.
Alternativa:
– struccante detergente idratante tutto in uno
– crema viso unica
– contorno occhi.

La ragazza ha capito il soggetto. Quindi mi son messa d’impegno e ho seguito il programma diurno, quello capelli, quello corpo e quello da fare ogni 15 giorni.
Noto effetti sui capelli e sul viso. Il resto boh 😛
Adesso E./F. mi ha dato suggerimenti per quando/come fare la lampada (10 giorni prima intera, 3 giorni prima al massimo viso).
Mo’ devo capire la pulizia viso e quelle altre cose che fanno le donne dall’estetista come le devo organizzare – ce la posso fare. In fondo è quasi divertente 😉

martedì, 21 agosto 2007

storie | dal ponte, vissute

matrimonio Rottenmeier 3/Specchio, specchio delle mie brame…

In generale, io e Fede abbiamo cercato di fare quello che potevamo equosolidale.
Mai avrei detto anche il vestito.

Ma andiamo con ordine.
Un paio di anni fa ho accompagnato C. in giro per abiti da sposa insieme all’altra testimone L.
Da Bellantuono, il colpo di fulmine: vedo un abito su un manichino e insisto perché C. lo provi, a lei è un po’ piccolo e allora lo fa provare a me per vedere l’effetto che fa. Color champagne, pensavo mi sarebbe parso più un abito da sera. Invece mi fa proprio l’effetto ommioddio-questo-è-L’ABITO.
Quindi il primo posto dove sono andata è stato quello. Ovviamente, non lo fanno più.
Girando girando, passando per abiti da prezzi folli (però se l’era fatto fare anche Angelina Jolie da sera, e santo Cielo, se ti sta bene un abito che si è fatta fare Angelina Jolie, la soddisfazione merita le due ore perse), e soprattutto cose orrende (la moda sposa 2006/2007 prevede balze, volant, pizzi, e quant’altro) finisco grazie ad A. da Max Mara di Reggio Emilia e lì gli abiti son proprio come li voglio: semplici. Chic. Non (troppo) costosi.
(Mi rifiuto di spendere le cifre che ho sentito per un abito che userò mezza giornata).
Torno a provarli a Milano – diverse volte, la commessa mi odia adesso – e sto per prenderlo quando leggo un trafiletto ritagliato per me da mio padre da vivimilano.

Il Laboratorio di Procaccini 14 si trova presso un centro psichiatrico e impiega i disabili psichici* del centro in vari laboratori: ebanisteria e falegnameria, catering, e infine sartoria.
Insomma, lo faccio lì.
Sono andata, l’ambiente è ovviamente molto diverso da quello di un atelier chic 😛 ma la signora che supervisiona il lavoro insieme a un’altra sarta professionista è molto, molto carina; ovviamente non hanno i vestiti pronti e mi ha fatto scegliere tra dei bozzetti, poi alla prima prova (fatta con la fodera) abbiamo deciso tutte le modifiche e la stoffa. Spendo un poco di più che da Max Mara (ma non tanto) e l’abito mi vien fatto su misura e in una stoffa molto più bella.

Ammetto che non è L’ABITO, ma detto francamente non mi interessa molto.
Dopo il matrimonio posterò il link all’album delle foto delle prove, ma il prossimo che commenta che è esattamente quello che si aspettava da me viene picchiato – non è ESATTAMENTE l’effetto che volevo, ma vediamo il lato positivo: sono io, e se l’abito mi assomiglia, ottimo :)

 

* la battuta su abito/camicia di forza non solo è già stata fatta, ma è ormai abbondantemente inflazionata, astenersi grazie :DDD

mercoledì, 25 luglio 2007

storie | dal ponte, vissute

matrimonio Rottenmeier 2/Documenti & pratiche burocratiche

Ordunque siamo andati a fare il consenso in chiesa, muniti di certificato di battesimo mio e di Fede (recuperato a Fiorenzuola da noi, quello spedito è arrivato una settimana dopo – grazie poste).
Questi sono i primi documenti che si sono resi necessari.
Arrivati dal parroco, salta fuori che serve anche una dichiarazione di Fede che dica che non è cattolico ma di un’altra religione, e da quando, e che chiede il matrimonio misto. Questo perché non risulta da nessuna parte che lui non lo sia e quindi lo deve dichiarare. Ovviamente Fede non si ricorda la data esatta quindi l’ha poi recuperata.
A quel punto si svolge il consenso.
Per me è stato molto intenso, dopo mesi di preparativi e dettagli e piccolezze, ti trovi a giurare (sul serio!) che credi che il matrimonio sia unico e indissolubile e un sacco di altre cose. Quelle importanti.
Quello è il senso.

Fatto questo, il parroco ci ha dato un certificato e ci siamo fiondati prima possibile in comune dato che per il matrimonio misto serve l’autorizzazione della curia e la curia è chiusa in agosto (forse anche il comune), e in curia insieme a tutto il fascicolo va mandato anche il certificato consensuale degli sposi.
Il comune apre alle 8.30. Alle 8.20 la metro si rompe a Cadorna, saliamo, prendiamo il tram, e arriviamo alle 8.32. Prendiamo il numerino: 5 coppie prima di noi. Ottimo.
La prima (all’unico sportello) ci mette 40 minuti. Disperiamo.
Progressivamente aprono altri due sportelli, noi finiamo dal responsabile, facciamo la richiesta di pubblicazioni, paghiamo, tempo totale: 10 minuti (una tristezza oltretutto. Almeno una volta regalavano una copia dei promessi sposi).
Fede dice: pensavamo di metterci di più. Il responsabile non capisce e dice che no, adesso basta solo far arrivare un certificato da Cremona e verranno fatte le pubblicazioni. Fede gli dice che intendeva la pratica al momento, dato che tutti gli altri ci han messo una vita. Risposta del responsabile: ‘Eeeeeh ognuno lavora come sa’.
Vabbè.
Gli chiediamo ‘sto certificato consensuale e dice che bisogna andare allo sportello normale.
Dato che non è necessario che ci siamo entrambi, Fede vola a prendere la navetta per il lavoro e io vado a prendere il numerino: solo 100 persone prima di me.
Esco alle 11 passate.

Al momento attuale la situazione è: consegnato al parroco certificato consensuale e dichiarazione di Fede, ritiro delle pubblicazioni in comune prossima settimana, con le carte per ora dovremmo essere a posto.

Se avessimo cambiato chiesa, sarebbero state il doppio (autorizzazione del parroco, dispensa della curia, blablabla).
Eh sì perché noi avremmo dovuto sposarci in Sant’Ambrogio, ma tiran su tutto il pavimento e dovrebbero finire il 15 settembre… seeeeeee…
(infatti han cominciato con due mesi di ritardo).

E ora attendiamo se la curia ci convoca.