tutto quello che non ti dicono prima, in generale
Tempo fa in questo post la mia amica panzallaria chiedeva cosa non ci avessero detto al corso preparto. Io ne ho fatti ben due e devo dire che alla fine ne sapevo pure troppo: una delle ostetriche, che io e Fede avevamo soprannominato la terrorista, non faceva che raccontare tutte le cose tremende che potevano accadere, soprattutto quelle che tanto non avremmo potuto farci niente (emblematico il primo incontro: sicuramente soffrite d’insonnia – io dormivo come un sasso – un po’ per la poca mobilità nel sonno, un po’ per tutti i pensieri che avrete sulle cose che possono andare storte: e giù l’elenco, per cui quando sono uscita ho detto a Fede che se prima non soffrivo d’insonnia mo’ mi sarebbe venuta).
Detto questo, assolutamente niente, corso preparto o meno, ti può preparare a quello che succederà (anche se alcune versioni catastrofiche lette nei commenti del post sono molto oltre quello che succede a me).
Ma questo lo rimando al capitolo ‘Un figlio ti cambierà la vita è troppo generico, analizziamone ogni aspetto’ cui quindi rimando anche la sottosezione ‘la tua vita sociale cambierà completamente’ con il corollario ‘le amiche che pigliano per i fondelli le amiche con figli forse non sono ‘ste grandi amiche’.
Ecco invece alcune cose sparse, grandi e piccole, che nessuno (ostetriche, mamme, sorelle, amiche, donne qualsiasi benintenzionate) ti dirà, salvo sporadiche eccezioni, ma che possono essere utili.
– nessuno ti dirà che il cordone ombelicale NON è rosa, ma verdastro-bluastro, il che dopo nove mesi di gravidanza e le contrazioni e la fase espulsiva e la ventosa eccetera ti conferma la visione alien di tutta la faccenda.
– nessuno (tranne una sorella evidentemente sbadata) ti dirà che la fase espulsiva si riconosce perché appunto ti viene da espellere, ma esattamente come ti viene di solito, insomma la sensazione è quella di dover andare in bagno per, scusate la crudezza, fare la cagata più grossa della vostra vita (e non c’è alcun senso metaforico). Saperlo ti aiuterà ENORMEMENTE al momento opportuno, per evitare l’imbarazzo di dire che devi assolutamente andare in bagno ed essere trattata con quantomeno condiscendenza, e in quel momento tu non hai assolutamente alcun bisogno di sentirti un’idiota.
– tutti ti diranno che il papà nonostante la buona voglia dopo un po’ di giorni smette di occuparsi del pupo dal punto di vista pratico. Ora, è ovvio nonché noto da tempo che io abbia sposato l’eccezione (e mica me lo son scelto a caso), ma è anche vero – e nessuno te lo dice – che ti prende una forte tendenza a gestire solo tu il bambino escludendo il tuo compagno, di solito scatenato da un istinto possessivo per cui il pupo è cosa tua. Io da un lato sono stata ‘aiutata’ dal fatto che i primi tempi non ero assolutamente in grado di fare alcunché salvo allattare, dall’altro sono pigra 😛 scherzi a parte (anche se è vero), ho ritenuto giusto, ed è stato naturale, che anche Fede avesse il suo spazio privilegiato ed esclusivo con il bimbo, nella fattispecie il bagnetto, oltre al fatto che Fede fa molto di più. Però, se il tuo compagno non è supervolenteroso come il mio e oltretutto cedi all’istinto possessivo e lo tagli fuori, facciamo che poi non ti lamenti.
– E’ assolutamente vero che ti sentirai a volte depressa, spesso sola, molto spesso inadeguata, ma non è assolutamente vero che nessuno te lo dice prima. Quello che nessuno mai ti dice prima è che da subito cominci ad immaginare tragedie. Inizi con lo scendere le scale con il bambino in braccio e ti immagini di cadere e sfracellarvi al suolo, passi da una porta con il bambino che si divincola e immagini di prendere dentro lo stipite con la testolina, se poi sei una che ha letto molto, si tiene informata e ha visto molti film passi dal salire in macchina e immaginarti incidenti di tutti i tipi (di cui nel mio caso il più ricorrente è il tir che salta nella corsia opposta) a trascorrere le notti a immaginarti scenari da brutti film di serie B ambientati nella provincia americana con i delinquenti che entrano in casa, lanciano il bambino fuori dalla finestra sotto gli occhi della madre e uccidono gli altri, e così via – ovviamente svegliando il compagno della tua vita dicendo ‘brutto sogno’ come i bambini.
Se può aiutare, sappi che arriverai a un apice inenarrabile dopo di che passeranno quasi di colpo (credo per riapparire all’ingresso del pupo nell’adolescenza). Il mio (facciamo outing) è consistito nel sognare più volte di essere buttata con il pupo in braccio da un aereo (come i desaparecidos in Argentina, cosa che ogni tanto sognavo anche prima senza pupo), con il culmine della versione in cui io morivo spiaccicata sul suolo della giungla amazzonica, il pupo no ma veniva divorato dalle tigri (di cui è noto pulluli l’Amazzonia).
Ora si attende che il pupo voglia il motorino per una recrudescenza della sindrome.
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