Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

venerdì, 30 aprile 2010

storie | lette

al lavoro subito (braccia rubate all’agricoltura)

cito da qui:

Ha seguito le polemiche per le sue dichiarazioni sul fatto di potersi permettere un rientro così rapido, a differenza di altre donne meno fortunate?
La gravidanza è una cosa unica, è proprio come dicono. Uno stato di beatitudine che dà una forza incredibile, che non conoscevo. Ti senti più forte di prima. Anch’io, come la D’Amico, ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte.

Cioè lei può tornare al lavoro senza trascurare la figlia cioè in pratica farlo da casa con la figlia accanto: e quelle che non possono lavorare da casa?

Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa.
Lo giudico un privilegio.

ma va a cagher.

Un privilegio? Non è un diritto?
Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici.

senza vergogna. 5 (4 con il bambino) mesi sono il minimo indispensabile solo per assestarti, poi la maggior parte di noi donne normali non può permettersi neanche di stare a casa con l’aspettativa al 30% e torna al lavoro, con sensi di colpa eccetera. E quando crescerà, grazie ai simpatici tagli che sta propinando cara la mia ministra, dovremo aver messo via soldi (quindi lavorato a tempo pieno e oltre) per permetterci di supplire con altre risorse alle ore che non ci saranno più a scuola, sempre che non ci si trovi costretti per dare un’educazione decente a rivolgersi alle private, in un circolo vizioso assurdo, ma tanto a lei che glie frega che:

Emma andrà alla scuola pubblica?
Andrà in una buona scuola, pubblica o paritaria non importa.

eccerto.

mercoledì, 28 aprile 2010

storie | guardate, lette, vissute

Lo spettacolo ovvero il calzino spaiato

Ordunque, come molti sanno la mia carissima amica Francesca Sanzo ha un delizioso blog da cui è stato tratto un altrettanto delizioso spettacolo teatrale che io personalmente mi sono gustata in anteprima a Bologna l’anno scorso (pre-nascita di Giorgio: specifico così sapete che è più che godibile anche da non mamme 😛 ).
Ora, rimaneggiato, arriva a Milano: l’8 maggio al teatro Verga.
Lo spettacolo, come il blog, tratta di maternità, ma non solo, di uomini, ma non solo: parla soprattutto di come affrontare la vita con ironia ed è spesso spassoso.

Ulteriori info e dettagli qui:

clicca per le info

non perdetevelo, ci si vede lì 😉

venerdì, 23 aprile 2010

storie | di Pinocchi & pugili, vissute

non avevo capito

Son due notti che non dormo (lallà) perché Giorgio fa una tirata unica (più o meno, insomma non mangia e si riaddormenta con facilità) fino alle 5.
Mi sarei aspettata di essere riposata. Invece muoio di sonno.

Più dormono più dormirebbero, dice mia mamma.

Credevo si riferisse ai bambini.
 

giovedì, 25 marzo 2010

storie | dal ponte, vissute

gente di un certo livello

Fede: – Sarebbe più buono… oddio, si dovrebbe dire migliore, ma è diverso…
Io: – Sì, migliore è più relativo alla qualità, più buono al gusto…

Solo noi possiamo disquisire a) di gastronomia davanti alla pasta in bianco in piena fase gastroenteritica e b) di grammatica dopo quattro giorni di crisi gastroenteritica per cui manco sappiamo più come ci chiamiamo.
 

(sì ne vado orgogliosa)

mercoledì, 24 marzo 2010

storie | di me, di Pinocchi & pugili

sindrome di pollyanna

L’unico lato positivo del fatto che tuo figlio sporca qualunque cosa gli capiti a tiro da entrambe le estremità è che spazzi via il senso di colpa per avergli comprato troppi vestitini.

martedì, 23 marzo 2010

storie | dal ponte, di Pinocchi & pugili, vissute

effetto valanga

Venerdì, sera. Giorgio crolla addormentato in pochissimo tempo. I suoi genitori si guardano compiaciuti: forse a breve dormirà senza aiuto.

Venerdì, notte fonda. Giorgio piange e si lamenta. Suo padre va a prenderlo e mentre ce l’ha in braccio Giorgio lo inonda letteralmente dalla barba alle ciabatte di vomito a getto con un bellissimo effetto esorcista. Non una goccia sul pavimento.
Ovviamente viene nel lettone.

Sabato, da notte fonda a mattina antelucana. A più riprese Giorgio vomita la qualunque, inondando a rate lettone, corridoio, bagno e genitori. Alla fine fa solo il gesto di vomitare, non avendo più nulla dentro di sé. Chiamiamo la guardia medica che mah boh non sa, se alle 9 sta ancora così portatelo al pronto soccorso. Aspetto un’ora decente e chiamo la zia pediatra. Ci dice che è gastroenterite e ci dà una lista di medicine che manco per la peste (antiemetico, fermenti lattici prediarrea, integratore antiacetone, altro integratore, tachipirina in caso di febbre). Oviamente gli fanno tutte schifo e andiamo per priorità (antiemetico e fermenti lattici prediarrea).

Sabato, giorno. Giorgio è mogissimo, dorme quasi sempre ma anche dormendo vuole stare a distanza massima di 5 centimetri da me (mentre dorme mi fa le carezzine sul braccio. Straziante. Non parliamo del sorriso coraggioso da sveglio).

Sabato, primo pomeriggio. Mi arriva fulmineo, fulminante e devastante uno dei miei attacchi di emicrania che credevo di aver debellato pregravidanza e che comunque con una gravidanza dicon tutti che spariscono. Infatti. Ovviamente non posso prendere nulla dato che allatto ancora quindi mi accascio al buio nel mio letto di dolore con il mio compagno di sventura attaccato come una cozzetta.

Sabato notte. Diarrea e cambi continui (del cucciolo). Gli sale la febbre, tachipirina a gogo.

Domenica. A metà giornata Giorgio sembra stare meglio. Io pure. Nel pomeriggio mi ritrovo di colpo con la schiena bloccata. Per fortuna per tutto il weekend c’è Fede.

Lunedì. La schiena è sempre bloccata, mi gira pure la testa, il bagno diventa un buon amico. Giorgio va cambiato spessissimo ma io praticamente non sto in piedi, per cui viene mia mamma ad aiutarci.

Martedì mattina antelucana. Giorgio riprende a vomitare a getto. Fede comincia a sentirsi male.

Martedì tarda mattinata. Fede è rimasto a casa in piena gastroenterite. Giorgio è in piena gastroenterite. Io non sto ancora bene ma sono quella più in forma.

Ho paura di arrivare a domani.

venerdì, 12 marzo 2010

storie | lette, vissute

corsi e ricorsi

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la  condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."

Elsa Morante, su Benito Mussolini, 1945

mercoledì, 3 marzo 2010

storie | di me, di Pinocchi & pugili, vissute

mai più senza

Fino a poco più di un anno fa a sentire la parola bicarbonato mi venivano in mente solo problemi digestivi di anziani o suffumigi per bambini.

Nell’ultimo anno ho scoperto che:
– pulisce l’argento;
– non disinfetta, ma quasi dato che non ho capito bene perché grazie ad esso le donne incinte che non han fatto la toxoplasmosi possono mangiare la verdura;
– è consigliatissimo per lavare le cose dei bambini;
– attenua l’odore dei pannolini lavabili nell’attesa di essere lavati;
– e, ultima notizia, è ottimo per lavarsi i capelli.

Insomma, pulisce e non inquina. Che volere di più?

(poi qualcuno che ne sa mi spiega come fa ad essere così miracoloso)