Perché avremmo una mente se non per fare a modo nostro?
(Fedor Dostoevskij)

mercoledì, 15 dicembre 2010

storie | sentite

colonne sonore

Ascoltare la filodiffusione canale 4 porta a esperienze surreali come sentire una vaccata pazzesca come Domani di Valerio Scanu (ma chi è?) o anche In una notte d’estate delle vibrazioni (ma questi son famosi! ma è orrenda! ma perché?) tra Soli di Celentano e quel capolavoro assoluto che è Fields of gold che se vi devo dire di chi è andate a studiare che non si può essere più ignoranti di me.

mercoledì, 24 novembre 2010

storie | lette

100 più 3

In ‘sti giorni gira su facebook una roba dei 100 libri da leggere, con scelte assurde tipo il codice da Vinci – immagino per confortare chi della lista ne avrà letti due.

Allora siccome non riuscivo a dormire stanotte ho mentalmente fatto la mia lista, che sudando e limando consta di 100 romanzieri (se mettevo poeti e filosofi era finita, ho sconfinato solo nel teatro perché non puoi non mettere Shakespeare) di cui leggere almeno un’opera. Mancano interi paesi e pure un continente ma la mia cultura è quel che è 😛

Io peraltro non li ho mica letti tutti.

In coda i tre miei autori preferiti non compresi in elenco (anche se battono alcuni degli inclusi…).

1 Manzoni
2 Pirandello
3 Svevo
4 Buzzati
5 Calvino
6 Levi
7 Eco
8 Salgari
9 Deledda
10 Sciascia
11 Flaiano
12 Fruttero e Lucentini
13 Maggiani
14 Silone
15 Tomasi di Lampedusa
16 Pasolini
17 Guareschi
18 Baricco
19 Maraini
20 Tolstoj
21 Dostoevskij
22 Goethe
23 Mann
24 Grass
25 Kafka
26 Roth J.
27 Remarque
28 Márai
29 Andrić
30 Hugo
31 Dumas
32 Balzac
33 Proust
34 Flaubert
35 de Saint-Exupéry
36 Verne
37 Zola
38 Camus
39 Simenon
40 Sartre
41 Yourcenar
42 Queneau
43 Pennac
44 Cervantes
45 Borges
46 García Lorca
47 Márquez
48 Paco Ignacio Taibo II
49 Amado
50 Saramago
51 Yasunari Kawabata
52 Yukio Mishima
53 Banana Yoshimoto
54 Murakami Haruki
55 Chaucer
56 Kipling
57 Dickens
58 Hemingway
59 Twain
60 Shaw
61 Steinbeck
62 Faulkner
63 Scott
64 Chesterton
65 Christie
66 Shakespeare
67 Defoe
68 Carroll
69 Fielding
70 Austen
71 Brontë
72 Thackeray
73 Eliot G.
74 Hardy
75 Cronin
76 Woolf
77 Lawrence
78 Orwell
79 James
80 Wodehouse
81 McEwan
82 Conrad
83 Wilde
84 Stevenson
85 Conan Doyle
86 Poe
87 Wells
88 Dick
89 Melville
90 Fitzgerald
91 London
92 Nabokov
93 Joyce
94 Salinger
95 McCarthy
96 Kerouac
97 Vonnegut
98 Roth P.
99 King S.
100 Adams

Tyler A.
Pérez-Reverte
Potok

giovedì, 18 novembre 2010

storie | lette, vissute

opinione a latere

Nell’ultima settimana non si è parlato d’altro che di Paola Caruso (chi non sa di che parlo scenda dall’eremo).

Tutta la vicenda mi ha lasciato perplessa, non tanto per la cosa in sé quanto per le opinioni pro, quelle contro, quelle sopra sotto di pancia di testa ma forse distinguiamo (per chi volesse un riassunto e un’opinione equilibrata, ecco il post di panzallaria) e alla fin della fiera non credo di averne una io, salvo che mi piacerebbe sapere perché Andrea Beggi ha cancellato il post e come sempre Matteo Bordone è saccente e antipatico (ma ammetto che il fatto che abbia sputtanato Ozpetek ha giocato un certo ruolo nel mio giudizio globale su di lui).

Ma una cosa mi ha molto infastidito, non sulla vicenda in sé ma un commento en passant fatto da una blogstar (credo lo sia almeno) che peraltro di solito mi piace abbastanza, Guia Soncini. La quale in mezzo a un sacco di cose anche condivisibili dice grosso modo che a quarant’anni se non ce l’hai fatta a fare quello che volevi fare o te la fai andare bene così o vai a fare altro, nella fattispecie apriti una pizzeria.

Eh? Scusa no, aspetta un attimo. Cioè i sogni, le vocazioni, sai quelle cose che adesso fanno un po’ schifo a parlarne ed è pure un po’ imbarazzante usarne le parole, hanno una data di scadenza? Non ci si può più provare? Fine, a quarant’anni kaputt, che insomma, la vita non te l’ha fatto capire che non ci sai fare, non sei capace, e insomma non raccontartela, alla faccia di tutti quelli che hanno sfondato da vecchi, o magari neanche sfondato ma son riusciti a fare quello che gli piaceva o che sentivano il bisogno di fare, che a volte è l’unico modo.

E non per tirare in mezzo nomi grossi, che Paola Caruso non sarà l’Hemingway incompreso de noartri ma avrà diritto porca miseria pure lei a provare in tutti i modi (che io non condivido, ma ha diritto di provarci) a fare la giornalista se è quello che vuole, però insomma io tre anni fa in tempi non sospetti davanti all’autoritratto di Van Gogh a Parigi dissi che a volte ci sono cose e bisogni che non puoi controllare, cose che non puoi fare a meno di fare, è più forte di te, se no col cavolo che sarebbe finito così, che a un certo punto qualcuno gli avrà pur detto di andare a fare il panettiere – e pensandoci lui a quarant’anni manco ci è arrivato.

Il che dimostra in effetti che Guia Soncini ha ragione nel piccolo – accontentati e sii felice – o almeno sopravvivi, ma nel grande, cavoli non so se vorrei vivere in un mondo senza Van Gogh.

martedì, 9 novembre 2010

storie | di biblioteca, di me, vissute

politicamente pigra

oggi in coda a pranzo con una delle mie colleghe preferite, donna in gamba ed intelligente di cui ho molta stima, vien fuori per caso parlando di Benigni-Ruby-vicessitudini recenti che lei è berlusconiana. Io un po’ ho obiettato, poi ho lasciato perdere, atteggiamento che ormai tengo in tutte le discussioni religiose non tra amici e che sto estendendo a quelle politiche. Mi è venuta rabbia però, perché è vero che è difficile e faticoso ma lei è donna intelligente e magari veniva fuori una conversazione interessante (dagli accenni e premesse però la cosa era in salita). Più probabilmente una litigata, che siamo due che non le mandano mica a dire.

Vabbè, cambiato argomento, pace e amen. Tornando dal pranzo però le ho detto che magari in futuro le riservo una serata Giorgio free e parliamo di politica e religione e tutto ciò che vuole, ma necessito di alcol io, ormai, per ‘ste cose.

Fatica.

giovedì, 4 novembre 2010

storie | vissute

messaggio urbi et orbi

Prendo da qui: informare per resistere

e integro con l’ebraico (grazie a Micoool)

Un messaggio dall’Italia.
A message from Italy.
Un message de l’Italie.
Eine Botschaft von Italien.
Un mensaje desde Italia.
etc.

Io non mi vergogno di essere italiano.
Mi vergogno solo di Berlusconi e della gentaglia come lui.
Ce ne sono parecchi, purtroppo come lui. Ma ce ne sono parecchi, per fortuna, anche come me.

I am not ashamed of being Italian.
I am only ashamed of Berlusconi and scum like him.
There are many, like him, unfortunately. But there are several, fortunately, also like me.

Je n’ai pas honte d’être Italien.
Je n’ai honte que de Berlusconi et de la racaille qui lui ressemble.
Il y en a beaucoup comme lui, malheureusement. Mais il y en a aussi beacoup, heureusement, comme moi.

(Thanks to Xenia)

Ich schäme mich nicht Italiener zu sein. Ich schäme mich aber für Berlusconi und Abschaum wie ihn.
Leider, gibt es viele wie ihn. Zum Glück, gibt es aber auch mehrere wie mich.

(Thanks to Iorek)

Porque no me avergüenzo de ser italiano.
Sólo estoy avergonzado de Berlusconi y escoria como él.
Hay muchos, como él, por desgracia. Pero hay varios, por suerte, también como yo.

Eu não me envergonho de ser italiano.
Só estou envergonhado de Berlusconi e escória, como ele.Há muitos como ele, infelizmente. Mas existem vários, felizmente, também gosta de mim.

Мне не стыдно быть итальянской.
Я только стыдно Берлускони и сволочь, как он.
Есть много, как и он, к сожалению. Но Есть несколько, к счастью, также как и я.

私はイタリアのことを恥ずかしく思っていない。
私はベルルスコーニと彼のようなスカムを恥じている。
残念なことに、彼のような、多くあります。しかし、私のようにも、幸いにもいくつかあります。

我不是被意大利惭愧。
我只是喜欢他的贝卢斯科尼和败类感到羞耻。
有许多像他一样,很遗憾。但也有几个,幸运的是,也喜欢我。

Jag skäms inte för att vara italienska.
Jag är bara skäms för Berlusconi och avskum som han.
Det finns många, som han, tyvärr. Men det finns flera, lyckligtvis, tycker även jag.

Man nav kauns par to Itālijas.
Es esmu tikai kauns par Berluskoni un tāpat viņam putas.
Ir daudz, tāpat kā viņš, diemžēl. Bet ir vairāki, par laimi, arī, piemēram, man.

Eu nu mi-e ruşine de a fi italian.
Sunt doar ruşine de Berlusconi şi gunoi ca el.
Există multe, ca el, din păcate. Dar acolo sunt mai multe, din fericire, de asemenea, ca mine.

Аз не се срамувам, че са италиански.
Аз съм само срам на Берлускони и измет като него.
Има много като него, за съжаление. Но има няколко, за щастие, също като мен.

eg skammer mig ikke over at være italiensk.
Jeg er kun skammer mig over Berlusconi og udskud som ham.
Der er mange, som ham, desværre. Men der er flere, heldigvis, også som mig.

Δεν ντρέπομαι να Ιταλικά.
Είμαι μόνο ντροπή του Μπερλουσκόνι και αφρού σαν κι αυτόν.
Υπάρχουν πολλοί, όπως και αυτός, δυστυχώς. Αλλά υπάρχουν πολλές, ευτυχώς, επίσης, όπως εγώ.

Ég er ekki að skammast sín fyrir að vera ítalskur.
Ég er bara að skammast sín fyrir Berlusconi og scum eins og hann.
Það eru margir, eins og hann, því miður. En það eru nokkur, sem betur fer, líka mig.

لا أخجل من أن الإيطالية. أشعر بالخجل فقط من برلسكوني وحثالة مثله. وهناك العديد من مثله ، لسوء الحظ. ولكن هناك عد ، ولحسن الحظ ، أيضا مثلي.

Ben İtalyan olmaktan utanıyorum değilim.
Ben sadece Berlusconi ve onun gibi pislik utanıyorum.
ne yazık ki, onun gibi pek çok var. Ama benim gibi de, neyse ki birkaç vardır.

(Thanks to Google translator)

אני לא מתביש להיות איטלקי
אני מיתביש רק של ברלוסקוני ולאנשים כמוהו
יש הרבה אנשים כמו אותו חבל
אבל למרבה המזל יש גם אנשים כמוני

(Thanks to Micoool)

chi volesse correggere le traduzioni fatte con google translator, è il benvenuto :)

giovedì, 4 novembre 2010

storie | vissute

meglio gay che donne

Chi mi conosce sa che io non sono particolarmente femminista, ritengo ci sia un’oggettiva discrepanza nel trattamento delle donne nella nostra società, che questo sia ingiusto e che bisogna darsi da fare per cambiare le cose (e nel mio piccolo spero di crescere un futuro maschio non maschilista) ma la mia soglia nell’offendermi è credo un po’ più alta di molte delle mie conoscenze.

Ieri a un certo punto però mi è venuto da pensare che son mesi se non anni che l’attuale presidente del consiglio (e non solo lui) offende le donne nelle parole e nei fatti, ma io un’alzata di scudi come quella che si è levata ieri per l’insulto ai gay non l’ho mica vista.

martedì, 26 ottobre 2010

storie | di me, vissute

supplì(zi)

Sono l’unica donna che conosco che prima di sposarsi ha messo su due chili.
Quindi, il 22 settembre 2007 pesavo 56 chili.

Quando sono rimasta incinta di Giorgio ne pesavo una decina di più, e in gravidanza ne ho messi su 18,5, di cui me ne son rimasti 10 che non se ne vanno – sì sembra fisica quantistica comunque in definitiva ora ne peso 75. E mi ruga, perché ho un parco abiti di tutto rispetto che non posso più mettere, e pure un parco scarpe che mi è pure aumentato il piede.

Ergo ieri vedo dalla dietologa che mi ha consigliato M. che se è riuscita a conciliare 4 diversi stili di vita famigliari ce la può fare anche per me con marito diverticolitico e infante da crescere; 140 euro per una dieta da 2 chili al mese, fattibile, tranquilla, che prevede pure una birra alla settimana con le amiche e due cucchiaini di zucchero al dì, certo le 3 porzioni di anolini ogni due settimane che mio suocero considera il minimo indispensabile a pasto non sono comprese ma qualche sacrificio si può fare.

Comincio oggi. Sono stata bravissima.

 

Certo che il cabaret doppio di salatini e bignè più cannoncini alla crema a 75,4 cm da me mi ha portato a dire al mio capo che i 140 euro della visita me li pagano loro, eccheccavolo. Ho le mani rigide dallo sforzo e sto inghiottendo saliva a fiumi.

Cacchio.

venerdì, 15 ottobre 2010

storie | vissute

Blog action day 2010: water

L’accesso all’acqua pubblica è un diritto riconosciuto dall’ONU.

Ma:

Un miliardo di persone non ha accesso ad acqua pulita, sicura e potabile. Uno su 8.

L’acqua non sicura causa l’80% delle malattie e uccide più persone ogni anno di tutte le forme di violenza, inclusa la guerra.

Le donne africane camminano 40 miliardi di ore ogni anno per portare cisterne anche di 18 kg per raccogliere acqua, che di solito non è ancora potabile.

Ogni settimana 38mila bambini sotto i 5 anni muoiono a causa dell’acqua non potabile e delle condizioni di vita non igieniche.

Secondo uno studio commissionato dall’ONU, nel 21mo secolo la scarsità d’acqua diventerà una delle cause principali di conflitto in Africa.

 

Ma l’acqua è qualcosa di più che una questione di diritti umani. E’ una questione  di ambiente, una questione di benessere degli animali, una questione di sostenibilità. L’acqua è una questione globale, meritevole di una discussione globale.

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