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relax

Come descriverlo meglio di così? Grazie A.!

Di mio – avendo condiviso ‘solo’ la grigliata – aggiungo che il sabato, con arrivi a rate, genitori schiavizzanti (male di famiglia?), preparazione accampamento e giretto al market kitsch è stato un ottimo preludio! E la domenica… svacco totale :o)))))))))))

La prossima volta farò vedere qualcosa di più di Premeno, giuro ragazzi, ma cmq è stato bellissimo avervi su: grazie della compagnia, delle chiacchiere, del relax.

puff

due giorni di pressione a terra e già muoio di noia. Testa leggeeeeeeeeeeera e ginocchia deboli mi han permesso eroici spostamenti letto-divano-sedia della cucina per bere molto, mangiare ogni tanto e fumare (pochissime) sigarette.

Loverdose di Heyer (deliziosa) mi fa parlare come uneroina emancipata dellOttocento: ho dato del voi al tecnico di fastweb e uso termini leggermente antiquati, in compenso autoironizzo (da sola) immaginando eleganti conversazioni ricche di soavi stilettate e garbate punzecchiature (ecco, parlo così. Autorizzo chiunque si senta da me appellato col termine di adorabile a darmi una botta in testa).

Mi son resa conto di quanto poco ho letto questanno e di quanto contino la stanchezza e la mancanza di tempo. Io conto di rifarmi con lestate. Però alternerò i libri BC coi miei per par condicio.

Ho tanta voglia di leggere. Mi è mancato un sacco.

perfezione

[scritto a rate]

La compagnia, così diversa, di persone, così diverse, che ti fanno sentire così bene – in modo diverso.
Una luna enorme sul Colosseo mentre seicentomila voci cantano insieme e tu senti solo quelle delle persone vicine. Vicine non solo fisicamente.
Una fitta improvvisa al pensiero di quanto un momento possa essere perfetto e vorresti non finisse mai ma è perfetto proprio perché è un momento, ed è irripetibile, ma non lo dimenticherai.
Le alte e irraggiungibili aspettative di qualcuno soddisfatte solo da un casuale applauso delle seicentomila persone di cui sopra – mo’ non so come battere questo record…
(Ten thousand people MAYBE more…)
Essere stancastancastanca ma stare davvero bene.
Una cena perfetta con una conclusione perfetta.
Parole rivelatorie. E non perché qualcuno ti dica cose nuove, ma perché te le fa scoprire nelle tue.
Pensare che l’aria di Roma ha un colore diverso. Una consistenza diversa (e non ci sono zanzare, lo so mi ripeto, ma la vita è davvero ingiusta).
Un sacco di risate.
‘Se fossi in te mi avrei ammazzato’.

Arrivare a casa e sentire già la mancanza delle persone. Dell’atmosfera. Della musica. Interiore.

finesettimana

VENERDI’.

Volo fuori dalla Fondazione per prendere il treno a Bovisa (ricorda: MAI fare quella strada di notte.). Viaggio su treno surriscaldato senza un filo d’aria e coi sedili di plastica – risparmiati 50 euro di bagno turco – conpensato da 20 minuti di traghetto ventoso sul lago: da sogno.
Cena tranquilla, un paio d’ore di lettura a letto, chiudo il libro pensando con rimpianto a quando tiravo tranquillamente le quattro. Ora a mezzanotte non tengo gli occhi aperti. Crollo nel giro di dieci secondi dieci senza riuscire neanche a mantenere l’antico rito di aspettare le campane che suonano tutte le mezz’ore.

SABATO.

Ore 5.30 del mattino: il tuono mi sveglia. Sopra la mia testa. Freddofreddofreddo. Intontita decido che forse è il caso di spegnere l’aria condizionata. Di colpo realizzo che NON sono a Milano, che, incredibile ma vero, posso tirarmi su la coperta pesante e lasciare la finestra aperta per godermi quello che si preannuncia essere un temporale coi fiocchi. Infatti. Erano annieannieanni che non mi capitava il vero, cataclismico, cosmico temporale premenese con tuoni fulmini e saette e tutto l’ambaradan.
Ri-sveglia alle 11.30. E pensare che credevo di non avere più l’età di riuscire a dormire fino a tardi. Pomeriggio all’Isola Madre. Un paio di acquisti a Intra. Cena: grigliata degli alpini. Vino ottimo. Camminata fino a San Salvatore. Panorama meraviglioso ma non sto in piedi e torno a nanna dopo aver letto un altro paio d’ore.

DOMENICA.

Sveglia a mezzogiorno. 12 ore filate di sonno. Pranzo: polenta dagli alpini (ho un debole per gli alpini). Pomeriggio pigro, poltrona e libro. Messa a San Salvatore. Partenza. Zero coda.

In definitiva. Che ho fatto? Niente. A che ho pensato? A tutto e a nulla. In fondo di weekend senza lavorare ne ho fatti tanti.
Eppure oggi mi sento riposata come se avessi fatto un mese di vacanza, sono di ottimo umore, piena di energia, come non mi capitava da mesi.
Un finesettimana perfetto. Quasi.

ieri sera

Amo i libri ma amo ancora di più la gente che li legge (cit.).

…e che li ama. E ama leggere. E ama parlare e discutere con altra gente che ama leggere.

E stato davvero bello ritrovare di colpo le sensazioni e lentusiasmo che avevo due anni fa quando ho iniziato a fare bookcrossing. Rendermi conto inaspettatamente di averle (quasi) perdute (per stanchezza, delusioni, e tante altre cose) proprio quando le ritrovavo – inevitabile? Forse. Ma devo cercare di tenerle strette e permettere loro di continuare ad arricchire la mia vita come ben poco altro ha fatto.

E non sto esagerando! :o)

yu-huuuuuuuu!!!

evviva evviva evviva, gioia e tripudio, esultanza, fuochi dartificio!

I quadratini sono arrivati a destinazione.

ma che rogna!

ok vabbé che il progetto esteticamente faceva schifo, pazienza che mi cancellino tutto il mio lavoro sul computer, e anche che non reinstallino i programmi, ok me lo risalvo io drçamweaver ma IO NON POSSO PASSARE METà MATTINA a risistemargli le installazioni del computer visto che DOMANI devo presentare sto c#zzo di progetto e non ho poi il tempo di risistemarlo!

Merda.

relax

alla fine il relax non è non far niente. E’ passare del tempo con persone con cui stai bene (molto bene) e fare cose, anche faticose, che hai voglia di fare. E poi due amiche S. speciali nell’arco di un finesettimana mica capitano a tutti!!!

E se ci si aggiunge un giro di shopping mooooolto da svacco, un’oretta in cucina che mi mancava un sacco, una sorpresa fatta e una ricevuta (anzi due), una grigliata estremamente piacevole e due serate altrettanto… che si vuole di più dalla vita??? :o)))

(dov’è il tasto rewind quando serve?)

magia a Milano

Sei andata a dormire da poco, e già stai sprofondando nel sonno. Nonostante il caldo, nonostante le zanzare, nonostante mille pensieri che non se ne vogliono andare. Sei lì, sulla soglia dell’oblio totale, quando qualcosa ti fa tornare indietro. Nel silenzio più assoluto, qualcuno ha messo su un disco di musica classica. Sì, proprio un disco, l’immagine che ti arriva è quella di una mano che appoggia un vecchio vinile sul piatto, l’altra mano regge una sigaretta e si intravede una vecchia vestaglia – rosa? bordeaux? No, niente che faccia intuire se è un uomo o una donna. Tutto è molto sfumato, indefinito… tranne il fumo che sale dalla sigaretta.
Tutto questo nella tua mente è un attimo, neanche il tempo di pensarci che già stai cercando di riconoscere il pezzo. Inizialmente a dir la verità ti era sembrato un assolo per sax, ma era l’autosuggestione di sapere che ogni tanto un misterioso suonatore (un uomo, questo, di sicuro) riempie la sera con la sua musica dal palazzo vicino.
No, è un brano famosissimo, ed è un’intera orchestra… ma non ce la fai, il suono poi va e viene, non dev’essere vicino, cambia a seconda del vento e scappa sempre un attimo prima che tu lo acchiappi.
Ti piace immaginare che venga dal carcere, che lì qualcuno che non riesce a dormire per il caldo o la notte o la vita abbia messo su qualcosa per dimenticare il caldo e la notte e la vita.
Ormai sei perfettamente sveglia, o quasi, la mente vaga sulle note a tratti, non cerchi più di riconoscerle ma te le godi e basta. E scacciano anche il tuo caldo, le tue zanzare, i tuoi pensieri. Ma non la notte, e non la vita.

Poi un’ambulanza. Una frenata. Il rombo di una moto. Due voci che si alzano per strada – una lite, ma finisce subito. In mezzo le note tornano, ma sfumano, si allontanano, provi a trattenerle, e senza neanche accorgerti stai di nuovo dormendo.

Cosa sarà durato? Un minuto, forse due. Indimenticabili.