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sport & tifo

Beh a me dispiace (soprattutto per lui).

La mia linea tifosesca è:

1) sono interista. Ergo se c’è l’Inter tifo Inter.

2) sono di Milano. Ergo se non c’è l’Inter, meglio i cugini che altri…

3) se non c’è nessuna delle due, qualunque squadra italiana la tifo.

4) se non c’è NESSUN  ALTRA squadra italiana, vabbé, stringo i denti, chiudo gli occhi, mi strappo i capelli ma tifo pure per la Juve.

Oddio… tifo… ignoro la gara, va’.

2006 politica e società

Bene, se fino a ieri mi dava un po’ fastidio l’idea di dover votare per un pirla, adesso sono nell’invidiabile scelta di quale tra due pirla votare.

Che culo. 

gioventù

ma io mi domando, ‘sti giovani virgulti che vengono a studiare nella biblioteca della T., lo sanno che difficilmente di qua ci passa il selezionatore delle veline? No perché qui è tutto un gran viavai di fanciulle e fanciulline scosciate scollate truccate (s)pettinate taccate che camminano come Naomi Campell e sbattono le ciglia (a me poi. Che cavolo sbatti le ciglia a me? Mah. Uh magari pensano che sono lesbica! Ma tanto l’accesso a internet glielo concedo lo stesso).

La figliuola di Ricordati di me gli fa un baffo, solo che mi sa che han sbagliato posto. Qua se gli va bene possono cuccare, nell’ordine:
– altri studentelli che di solito stanno incollati a internet e manco le vedono, e se le vedono arrossiscono – e tanto queste non li filano manco di striscio;
– architetto sessantenne che tanto vita mondana non fa quindi manco ti fa fare le giuste conoscenze;
– addetto alla sicurezza: età media quarant’anni, altezza massima m 1,55 (che se qualcuno si mette a sfasciare pezzi di design voglio vedere come lo fermano), vita mondana anche meno dell’architetto che almeno a qualche mostra ci andrà;
– addetto al bookshop.
Apriamo una parentesi sugli addetti al bookshop. La media è decisamente apprezzabile. Alti, belli, alla moda, curati, raffinati, quando ne è sceso uno l’altra settimana ancora un po’ non capivo cosa mi chiedeva, ero ancora persa nella visione di questo Apollo che elegantemente veleggiava sugli scalini.
Ecco, solo che sono tantotanto ma tanto curati raffinati sensibili carini… forse un pochino effemminati…

Insomma gioie questi puntano gli stessi architetti che puntate voi. E anche fossi un uomo, non ci sarebbe storia.

Rassegnatevi e mettetevi il golfino che qua ci fa un freddo boia e io ne ho le scatole piene di sentir starnutire e tossire a maggio :oP 

feste e scoperte

Ieri sera, cioè martedì, compleanno di una cara amica. Una di quelle che non vedo mai e che ti salta fuori dopo 5 mesi che non la vedi a dirti che probabilmente se ne andrà in Cina a lavorare – e quando lo senti non ti stupisci quasi.
Una che in 12 anni che la conosci e che vai alle sue feste non ci trovi mai la stessa gente.

Infatti. Arrivo con C. (ci siamo tutti e tre conosciuti all’università), chiacchiere con C., arriva M. (quello della festa ultrascicchete di lontana memoria – ah la festeggiata di stavolta è la stessa F.), due parole con M., arriva C2 che non vedo da 3 anni quindi megachiacchiere con C2, C. se ne va presto e penso seriamente di andarmene pure io che son staaaaaanca e non conosco nessuuuuuno, poi penso eccheccavolo è una vita che non vado a una festa in cui non conosco nessuno, fuori il lato socievole e divertiamoci.

Premesso che la festa consisteva in un aperitivo quindi la serata era sul genere chiacchiere, la cosa giocava a mio favore :oDDD
Perciò, faccia di bronzo e inserisciti nelle conversazioni, così, a caso, e fai pure un po’ di interrogatorio che se no la gente come la conosci (per fortuna ho individuato il capo di F. prima di uscirmene con qualcosa tipo ‘quello str***o che le fa fare gli orari allucinanti’ eccetera).
Risultato:
– conversazione esilarante con coppia gay che sta insieme da 23 anni e uno vuole andare in vacanza in India per la quinta volta e l’altro manco vuol sentirne parlare (mi sembravano i miei);
– conversazione femminista con amica di M. – mai vista prima – sui temi ‘difficoltà del mondo del lavoro, in particolare per le donne’ e ‘gli uomini son tutti bastardi’ al termine del quale il suo pseudofidanzato (testuali parole) è diventato ex – e voglio dire, se uno ti DIMENTICA in stazione ad Amsterdam e c’ha LUI i biglietti se lo merita, no?
– conversazione femminile sul tema ‘tacchi alti e chi dice che manco se ne accorge mente’ con praticante dello studio molto bionda, molto taccata e molto pettoruta che subito dopo se ne va a cena col capo – suscitando intorno la seconda fase ‘la praticante è andata a cena col capo’;
– conversazione surreale con tipa – nata con ‘noi ci siamo già viste’, tentativi di ricostruzione, abbandono dello sforzo, proseguimento con il tema ‘il ruolo della Provvidenza nella nostra vita’ (e gaffe classica sulla sua fede religiosa: ah tu in che Parrocchia vai? Nessuna, è una Chiesa Evangelica).

Dio come mi manca conoscere gente nuova. Non che voglia dire che queste persone diventeranno i miei amici per la vita, e ne ho già molti. Non mi mancano gli amici ma la scoperta delle persone, il sentire cose nuove, diverse, sorprendenti, ecco l’essere stupita.

Nonché, naturalmente, mi manca il fatto di non avere occasioni per rivelare all’intero universo quanto sono brillante colta e simpatica :oP

appunti

Un gran bel matrimonio, molto romantico, molto allegro, molto colorato – ma non lo sa nessuno che di nero ai matrimoni non ci si veste? mah. Me ne ricordo uno dove sembrava di essere a un funerale, ma per fortuna non era questo il caso.
Molto chic ma anche molto rilassato, la giusta via di mezzo, la sposa era bellissima, lo sposo pure, il sacerdote un po’ severo (a dir la verità pure io ODIO gli applausi in Chiesa) ma ha detto delle belle cose, e chi ha portato le bolle di sapone è un genio.

Le mie scarpe da elfo erano bellissime ma un po’ scomode. Altre scene spot: D. che balla (parecchio bene!), il coretto interista – tra tutti gli altri, il balcone fumatori, commenti di scollature, scopire che F. non ha solo un’amante ma ben due, un risotto perfetto, chiacchiere speciali, una mazurka romantica, scivolare sul parquet in un lento da sogno, un tanti auguri a te con lacrime, libri e canzoni.
E sguardi. Come quelli di C. e A., non si vedono tutti i giorni.

Frase del giorno: la classe non è acqua.

scappo dalla città

e così giovedì sono scappata. Mi han preso su i miei uscita dalla T.
e me sono andata un giorno con loro in Toscana – non dovevo lavorare in
biblioteca e mi son portata dietro il mio picciettino.

Già col
viaggio si cominciava bene: macchina piena di reti per olivi ‘tanto
comode per dormirci su, mi han detto’ (mia mamma), il che è vero se gli
tolgono i rametti PRIMA (‘ah non t’ho detto che dovevamo pulirle’),
vabbè, profumavano – come dire? – di plastica selvatica (sono una
cittadina, che ci posso fare); autoradio spenta (ormai i miei la usano
solo per sentire le partite, se ci sono); conversazioni surreali come
solo i miei possono fare (motivo che spiega contemporaneamente il
non-uso dell’autoradio e, almeno in parte, il fatto che stiano ancora
felicemente insieme dopo 30 e passa anni di matrimonio). Esempi dei
temi trattati e sentiti durante il dormiveglia spinoso:
– contenuto del sacco di colore nero caricato nel portabagagli (e non
potendoci fermare per controllare, le ipotesi si sono sbizzarrite; a
mio modestissimo parere la più plausibile era che ci stavamo portando
in Toscana la spazzatura di casa. Mi son poi dimenticata di chiederlo e
risolvere così il mistero);
– la maionese è stata inventata per caso?

Dopo tale istruttivo
viaggio in cui il mio sonnecchiare è stato interrotto solo dalle curve
della Parma-La Spezia, arriviamo in piena notte al paesino sperduto
(dopo aver naturalmente attraversato Aulla, nota cittadina
‘dedipietrizzata’. Se non è un cartello ufficiale, cmq è tacitamente
quanto evidentemente sostenuto dall’amministrazione comunale, in quanto
visibilissimo appena usciti dall’autostrada).

Bicchierino di
liquore di more dal vicino – liquore ingannatore che stenderebbe un
cavallo di cui IO, nota in tutto l’orbe terracqueo come bevitrice di un
certo livello, son riuscita a bere solo un goccettino prima di
passarlo furtivamente a mia madre discendente di alpini una generazione
avanti alla mia, cosa che evidentemente conta.
Il vicino è il simpatico signore settantenne che a Pasqua ci ha
lasciato in segreteria uno dei messaggi più esilaranti della storia:
– Buongiorno. sono Pallino Pinco. Volevo dire che l’appartamentino è pronto. Volevo fare gli auguri. Grazie. Pallino Pinco.
(voce femminile in sottofondo: ‘hai detto che il telefono è rottoooooo?’)
– No. Il telefono è rotto. (riattacca).

Dormicchiata (l’insonnia
si fa sentire anche lì), risveglio col dubbio di aver sognato di esser
stata sveglia dato che non ho mai sentito le campane che suonano le ore
(non suonano dalle 10 alle 7 per non disturbare i cittadini. Ecco).

Lavorato
la mattina davanti al camino, con campo di fiori gialli e ulivi sullo
sfondo e campane e tutto, aperitivo con focaccia, pranzo eccezionale in
trattorietta spendendo due lire.

Al ritorno la crisi.
Andiamo a vedere i lavori della casa e ommioddio hanno spostato i meli di trenta metri invece di due.
I meli che, detto per inciso, servivano da recinzione al precedente
proprietario per nascondere la piantagione di quella pianta con la
foglia così particolare che la conosciamo tutti. Ecco. Pare che i
carabinieri siano ai tempi andati dal vicino anche lui settantenne a
chiedergli ‘se in giro aveva visto dell’erba’ e questo guardandoli in
adeguata maniera gli abbia risposto ‘quanta ne volete, prendete pure
quella qui davanti casa’.

Con tutto ciò la crisi dei meli ci ha portato via tre ore e siamo arrivati a Milano tardissimo.

Prevedo soggiorni futuri estremamente divertenti.

(no, non ci sono piantine residue, a quanto pare)

Ecco… la musica è finita…

Bellobellobellobellobello (ad libitum).

Se riuscite non perdetevi il concerto Vanoni-Paoli, vale tutti i soldi della spesa.
Loro hanno un’orchestra di non so quanti elementi che accidenti se ci sanno fare.

Lei
ha ancora questa voce che – ok non tiene più le note così a lungo ma ha
una ‘vibrazione’ interna che passa direttamente a brivido nella TUA
schiena. Pelle d’oca tutta la sera, garantita.

Lui parla con una
voce roca e piana e come nelle sue canzoni dice delle cose per cui ti
vien da pensare oh ma guarda esattamente quello che ho
pensato/provato/vissuto io, com’è che non riuscirei mai a dirlo così?
Per me è un poeta e ho poco altro da dire.

La scaletta però la riporto, e quando mai mi ricapita di sentire
una roba del genere dal vivo??? (mancano alcuni dei primi pezzi che non
avevo ancora pensato di tirarmeli giù).

– Che cosa c’è (c’è che mi sonoooo innamoratooo di te…)
– Averti addosso (se non so amare come si deve amare…)
– La gatta
– Questione di sopravvivenza (vivere con te o stare senza…)
– Sapore di sale (cantata dalla sala su gentile invito dell’autore)
– Sassi (da brivido)
– Io non t’amerò per sempre
– Questa notte c’è (voglia di stare con te)
– Ma come si fa (a non vendersi l’animaaaaaaaaaaaaaaaaa… quando sei tuuuuuuu che vorresti comprarmelaaaaaaaaaa…)
cit.: ‘Importanti sono le parole, il resto sono chiacchiere’ (Ionesco)
– E’ inutile tentare di dimenticare
– L’appuntamento (Ho sbagliato tante volte ormai… che lo so giààààà…)
– Una ragione di più (oggi e domani e poi domaaaani ancooooora… finché il mio cuore ce la faaaaaaaaa)
– La voglia, la pazzia (a questo punto stiamo tanto bene insieme io e te…che
non ha senso tirar fuori i come ed i perchè. Cerchiamo insieme tutto il
bello della vita in un momento che non scappi tra le dita.
E dimmi ancora
tutto quello che mi aspetto già
che il tempo insiste
perchè esiste il tempo che verrà…
a questo punto
buonanotte all’incertezza
ai problemi all’amarezza
sento il carnevale entrare in me…
E sento crescere la voglia, la pazzia
l’incoscienza e l’allegria…
di morir d’amore insieme a te
)
– Lontano, lontano (omaggio a Tenco)
– La musica è finita (omaggio a Bindi) (gli amici se ne vanno… e tu
mi lasci solaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa… più di primaaaaaa…. amore
miooooooo… un minuto è lungo da morire se non è vissuuuuuuto insieme
a teeeeeeee…)
– Canzone dell’amore perduto (omaggio a De André)
– Magari la tua vita adesso è stanca (omaggio a de Moraes)
– Albergo a ore (piantone…) cantata inusualmente da Paoli e introdotta dalla frase ‘La poesia è un modo di guardare’)
– Il cielo in una stanza
– Una lunga storia d’amore (quando ti ho vista arrivare bella così come
sei
non mi sembrava possibile che
tra tanta gente che tu ti accorgessi di me… io ti conosco da sempre e
ti amo da mai… Fai finta di non lasciarmi mai anche se dovrà finire
prima o poi questa luuuunga storia d’amore
ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai.
Fai finta che solo per noi due passerà il tempo ma non passerà
questa lunga storia d’amore…)
– Domani è un altro giorno (è uno di quei giorni che ti prende la malinconia…)
– Non so cosa mi è preso questa sera (?)
– Senza fine (tu trascini la nostra vita… senza un attimo di respiro per sognare…)
– Un sorriso (?)

In tutto ciò l’unica ma veramente unica pecca è l’assenza di Quattro amici.
E questa la riporto tutta perché anche di recente ho pensato che vale
la pena continuare a illudersi, di poter cambiare il mondo e di aver
fiducia nelle persone, nonostante le delusioni che arrivnao (e
arrivano).

Eravamo quattro amici al bar
che volevano cambiare il mondo
destinati a qualche cosa in più
che a una donna ed un impiego in banca
si parlava con profondità di anarchia e di libertà
tra un bicchier di coca ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò.
Eravamo tre amici al bar
uno si è impiegato in una banca
si può fare molto pure in tre
mentre gli altri se ne stanno a casa
si parlava in tutta onestà di individui e solidarietà
tra un bicchier di vino ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi però.
Eravamo due amici al bar
uno è andato con la donna al mare
i più forti però siamo noi
qui non serve mica essere in tanti
si parlava con tenacità di speranze e possibilità
tra un bicchier di whisky ed un caffè
tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi sarò.
Son rimasto io da solo al bar
gli altri sono tutti quanti a casa
e quest’oggi verso le tre son venuti quattro ragazzini
son seduti lì vicino a me con davanti due coche e due caffè
li sentivo chiacchierare han deciso di cambiare
tutto questo mondo che non va.
Sono qui con quattro amici al bar
che hanno voglia di cambiare il mondo.

E poi ci troveremo come le star
a bere del whisky al Roxy Bar
o forse non c’incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai.

Habemus Papam

beh avevo detto che mi sarebbe piaciuto un Papa che si interessasse
di più della dottrina e dei principi della Chiesa, e mi hanno
accontentata. Pure troppo.

Schock iniziale a parte, ok, mi sono un po’ preoccupata.

Ma
quello che poi ho pensato è che la scelta del Papa è ispirata da Dio e
saprà ben lui quel che fa; che il Papa lo scelgono 118 cardinali che
avran tenuto presente cosa stavano facendo; che il ruolo del Papa è
diverso da quello che ha rivestito finora e questo potrebbe influire
sulle scelte da compiere; che mi sembra un po’ prestino per dare
giudizi netti.

Penso che molto probabilmente si discuterà
parecchio – nel bene e nel male, pro e contro, eccetera – di argomenti
su cui negli ultimi anni si è parlato ben poco all’interno della
Chiesa, dei valori fondamentali della religione cattolica, di alcune
prese di posizione e di alcuni nodi chiave su cui negli ultimi
vent’anni si è taciuto o si è fatto un gran vociare senza costrutto – e
alla fine è lo stesso.

E questa di discutere secondo me è una buona cosa.
La Chiesa ha bisogno di porsi certe domande, di ascoltare domande che i
fedeli fanno da tempo. Già che se ne discuta tanto in questi giorni mi
fa ben sperare.

Che poi in giro senta un antiratzingerismo (?) così radicale,
assoluto, furioso ed esagerato mi fa pensare che l’inquisizione stia
altrove, e francamente mi preoccupa anche di più.