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momenti di gloria
A grande richiesta (sto cominciando a pensare che il mio sia il blog più commentato via mail dell’universo) il resoconto della tragedia in quattro atti ‘Diritto Penale I – la vendetta’ (ho anche ripassato con P. a pranzo che pur avendolo quasi vissuto in presa diretta non se lo ricordava bene).
PROLOGO.
Per Diritto Penale I (d’ora in poi DPI) bisognava preparare il manuale – se non frequentanti; gli appunti integrati col manuale + due/tre libretti del prof. + Dei delitti e delle pene se frequentanti (chi te lo fa fare di scegliere l’opzione due? Il fatto che con l’opzione uno più di 25 – e solo se eri proprio bravo – non prendevi. Attenuante: tacito accordo che i frequentanti Beccaria lo saltassero a piè pari e il manuale manco lo aprissero, il che comportava che il prof. di Penale II si ritrovasse costretto a far rifare il programma di DPI più quello di DPII, con la conclusione surreale che ci fosse gente che si faceva il programma di DPI due volte e il II fosse una mazzata allucinante). Ah in più i frequentanti potevano fare l’esame solo col prof. che faceva solo i frequentanti.
ATTO I – BREVI E FUNESTE PREAVVISAGLIE DI QUANTO AVVERRà IN SEGUITO
La nostra eroina dopo aver frequentato per un anno e aver fatto tutti i seminari, e adorando la materia, va all’esame preparatissima (si anticipa già che mai più sarà così preparata su questo esame).
FS le chiede l’art. 85 o giù di lì, l’eroina risponde, FS non si sa perché le dice che più di 18 non le avrebbe dato. L’eroina (cretina) prende e se ne va.
ATTO II – NESSUNO CI CREDE MA VERAMENTE AVVENNE
La nostra eroina arriva presto in università e necessitando com’è ovvio di dosi massicce di caffeina si reca al bar dove vede FS al banco del bar che beve qualcosa di trasparente in un bicchiere molto piccolo. L’eroina è molto ingenua ancora ma un vago sospetto le obnubila la mente.
Il sospetto viene poco più tardi confermato dalla distanza ravvicinata con FS nel corso dell’esame. FS le chiede per ben tre volte consecutive il sistema del doppio binario (che non c’entra coi pc), con surreale pausa tra la seconda e la terza ‘hmmmm signorina cosa potrei chiederle adesso… ecco, mi parli del sistema del doppio binario’), la nostra eroina alla terza non sa più che pesci pigliare e come rigirare la cosa e – giurin giuretta avvenne veramente – viene bocciata perché ‘troppo ripetitiva’.
ATTO III – CLIMAX
La nostra eroina si reca all’esame incazzata nera (è noto che nell’università da lei frequentata gli appelli sono abbastanza radi nel corso dell’anno e ha dovuto spostare DPII che nel frattempo ha già frequentato e studiato). Si siede.
FS le chiede l’analisi del sistema penalistico italiano. Dialogo:
– E’ un sistema parzialmente carcerocentrico.
– Perché?
– Perché si privilegia aumentare le pene piuttosto che prevenire tramite informazione e dissuasione e stigmatizzazione sociale dei comportamenti.
– Eh sì signorina, gli italiani non rispettano spontaneamente le leggi! (N.B. per il lettore: ricordarsi che si sta parlando di penale e non del biglietto del tram non timbrato). Lei che ne pensa?
La nostra eroina subisce un momentaneo disturbo della personalità e mezzo per far la battuta e mezzo per esser sincera, se ne esce con:
– Beh magari non tutti…
Apriti cielo. Urla e strepiti (gli altri assistenti interrompono gli esami in corso).
– Lei! Come si permette! Lei mi deve solo ripetere gli appunti! Qui conta solo quello che ho detto io! [cut] Lei non può avere opinioni personali!
La nostra eroina, abitualmente timida e che prova profondo orrore per le scenate, e che mai, mai, MAI nella vita avrebbe fatto altro che rimanere paralizzata e andarsene con la coda tra le gambe e infine piangendo, continua a subire il disturbo della personalità che prenderà il sopravvento su di lei negli anni successivi e risponde (la sventurata):
– Veramente è un mio diritto costituzionalmente garantito.
… (Il gelo cade sulla stanza).
– Signorina, se io giudicassi il comportamente e l’educazione lei sarebbe già fuori. Mi parli dei delitti e delle pene.
L’eroina è consapevole che FS sta cercando di fregarla per farle fare una figuraccia e mandarla via con palesi ragioni, ma FS non sa che lei ha fatto il liceo classico Beccaria e il professore d’italiano l’ha fatto studiare a menadito per la maturità, son solo passati due anni e l’eroina ha portato italiano alla maturità. Ergo l’eroina si dilunga per un venti minuti abbondante.
FS appurato che la parte da frequentanti è ben nota all’eroina, compie l’orrendo gesto, cambia tattica e le chiede una cosa complicatissima del manuale sulle misure di sicurezza.
L’eroina quel giorno ha anche un gran culo e ha sentito due non frequentanti ripetere quella parte cinque minuti prima dell’esame.
– Signorina vedo che lei è ben preparata.
– Grazie.
– La gente come lei, che ha un’anima, meno di 27 non può prendere. Torni la prossima volta.
– Mi scusi… meno di 27 QUANTO?
Niente da fare. L’eroina si alza, sbatte i libri sulla sedia (tutti gli assistenti interrompono nuovamente gli esami) e se ne va sbattendo la porta (il giorno dopo il suo collega di studi C. la chiama per chiederle se è andata all’appello visto che gli han riferito che c’era una che ha fatto una scenata. Sì sono io).
ATTO IV – CONCLUSIONE
L’eroina va all’appello in un giorno con tanti frequentanti. FS decide che allora per quella volta interrogherà i frequentanti anche il dottor E., assistente noto per essere il più cattivo di tutti. L’eroina prega che la chiami E.
L’eroina viene chiamata da E., si alza, e viene interrotta da FS:
– Nono, la signorina la faccio io.
L’eroina si risiede.
L’eroina fa un esame spettacolare.
FS: – Signorina, il suo esame è da 30 ma vista la volta scorsa le dò 26 (meno di 27 non può prendere…).
Eroina: – Scriva.
Per la cronaca, l’eroina prese lo stesso voto poi in DPII, voto per quell’esame altissimo, e al quale si usava non dare mai un voto più alto di DPI.
FINE.
tuffo nel passato
Qualche giorno fa è morto Federico Stella, che, diciamocelo, salvo i giuristi nessuno sa chi fosse.
Eminente avvocato, grande luminare, importante giurista eccetera eccetera. Non che voglia sminuire, per carità, è riuscito a far accettare in Cassazione il principio di causalità e questa non è roba da tutti, e ha avuto il merito di introdurre questa ed altre teorie dei giuristi tedeschi molto più garantiste della tendenza della dottrina italiana, per non parlare della famosa difesa della parte civile nel processo di Stava, però ecco, di suo ha inventato poco e a Milano è più famoso per aver fatto abbassare il volume delle prove del concerto di Vasco Rossi un po’ di anni fa.
Detto questo, io ho odiato quest’uomo.
Mi sono iscritta a giurisprudenza per il penale, da adolescente impressionabile dopo l’assassinio di Falcone decisi che volevo fare il giudice e malauguratamente non mi iscrissi a lettere. Arrivai a frequentare Diritto Penale I dopo solo un anno, quindi ancora entusiasta e il corso fu fantastico. Stella era un grande docente. Poteva convincere un’intera aula di 300 persone che la luna è verde e poi tu la sera guardavi in cielo e stupefatto pensavi Occavoli, ma non è mica verde!
Ma rispetto per gli studenti zero. E’ strano perché ho conosciuto diversi suoi ex studenti che hanno frequentato il suo corso diciamo fino a una decina d’anni prima di me e ne parlavano benissimo anche dal punto di vista umano e del rapporto con gli studenti. Ma io l’ho visto seduto con sigaretta accesa in mano sotto il cartello vietato fumare chiedere con sottile tono di disprezzo al povero studente sotto esame ‘Ma io come faccio a insegnarvi la legalità?’ e l’ho visto apprezzare il leccaculismo più bieco. Forse era la malattia, che gli ha cambiato il carattere, chissà.
Cmq io ho passato due anni sul suo esame, ho dato Penale II – che ovviamente avevo dovuto far slittare – solo per forza d’inerzia (ah che sollievo: un esame dove invece ti danno il voto in base a quello che sai, dopo aver studiato un manuale splendido col giusto grado di complessità per degli studenti del terzo anno…) e poi, vuoi perché ho perso la fiducia in me stessa, vuoi perché mi sono resa conto che tutto questo non faceva per me, addio università.
E visto che in fondo il resoconto delle 4 volte che ho dato l’esame* costituisce uno dei miei cavalli di battaglia dei racconti esilaranti (se ripenso a quanto ci stavo male…) nonché il momento di gloria della mia carriera universitaria (e se questo è stato il momento di gloria forse non ci si dovrebbe stupire del seguito), alla fine sapere di questa notizia mi è dispiaciuto. Ecco.
E cmq a settembre si ricomincia.
*se qualcuno non l’ha ancora sentito è un caso più unico che raro.
cotoletta alla milanese
Io adoro essere abbronzata. A parte che non mi ricordavo più neanche cosa volesse dire, e che se anche io SO di essere nerissima a chiunque altro sembrerà che abbia una leggera doratura, beh questa doratura modestamente parlando mi dona un sacco.
Ovviamente si tratta dell’abbronzatura da lettrice (un lato più scuro dell’altro) con interessanti variazioni sul tema del genere: perché mi sono abbronzata tantissimo I PIEDI??? Che poi sembra che non mi lavi. Uffa.
Come sempre, invece, aver preso il sole ha comportato:
– un aspetto sano: finalmente non sembro un cadavere ambulante;
– dei capelli più forti, alla faccia delle pubblicità, tiè;
– taaaaaaante lentiggini che mi sono taaaaaaanto simpatiche;
– e soprattutto, come sempre, mi son venuti degli enormi occhi verdissimi (o le mie pupille con il sole si restringono non so).
Mi darei quasi delle arie se non fosse per il piccolo dettaglio di perdere pezzi di materiale organico come una lebbrosa.
bianco rosso e verde
e finalmente ecco le foto!
questo è quello che ricorderò del mondiale…
Rendermi conto di essere tutta in rosso e nel giro di due minuti organizzare la bandiera tricolore con S. e M.
I. che mi ha fatto scompisciare prima durante e dopo.
F. che alla testata di Zidane non si arrabbia ma è proprio triste.
F. che all’ultimo rigore mi solleva in alto!
Mia mamma che mi dice via sms che lei ha sempre ragione.
La telefonata di M. da Roma che nessuno dei due ha capito nulla salvo ‘Materazzi è l’uomo del mondialeeeeee!’
Andare in giro in gruppo perdendo ‘pezzi’ man mano.
Gente di tutte le età che sorride.
Mio fratello che sta in giro non so fino a che ora, poi studia, poi il giorno dopo prende 28 in un esame importantissimo.
Ma il vero clou è questa scena:
Mattina dopo, ore 8.40, Milano, via Ausonio, sulla strada verso il lavoro.
Ovviamente maglietta azzura, discreta ma azzurra.
Incrocio un gruppo di ragazzi poco più giovani di me coperti di bandiere e dall’aria veramente sfatta (non fatta; proprio disfatta) che mi interpella con tono di voce soave:
– Signora (e signora lo dici a tua sorella che sennò la testata te la tiro io)… siamo campioni del mondo…
– Sì… ma voi siete in giro da ieri sera???
– Sì… la vuole una cigliegia?
(tirano fuori un sacchetto di ciliegie. Stranita, prendo una ciliegia)
– Grazie… buona giornata…
– Buon lavoro a lei, signora!
gentilissimi eh. Molto molto educati. Giusto un filino inquietanti…
Il cielo è azzurro sopra Berlino
…che poi a me non ricordi tanto il film di Wenders quanto più ‘Il cielo è blu – sopra le nuuuvoooleeeeee’ è probabilmente un mio problema (non sono abbastanza intellettuale).
Quello che ricorderò è la serata ma la condiverò all’arrivo di una certa foto* ;o)
Più in generale, sono sorpresa di essere rimasta abbastanza distaccata e non averla presa tanto visceralmente. E’ uno sport, sono contenta che abbiamo vinto perché è il nostro sport, quello cui tutti giocano, ed è l’unica cosa (purtroppo o per fortuna?) che ci accomuna tutti quanti viviamo nel cosiddetto bel Paese, che sia di destra, di sinistra, cattolici, ebrei, musulmani, laici, ricchi, poveri, appassionati di sport o meno, colti o ignoranti, del nord, del sud, della città o dei paesini – eccetera.
Mi piace che pur non avendo giocato benissimo ci sia stata una specie di giustizia storica in questa vittoria.
Mi piace soprattutto che abbia vinto il gioco di squadra a dispetto dei veri o presunti campioni fuoriclasse. Mi piace che abbia vinto in pratica la difesa (che i gol decisivi li segnino dei difensori è fuori dal mondo), mi piace che abbia vinto chi giocava con la passione di ragazzini che giocano per giocare e per dimostrare di essere davvero bravi a dispetto dello scandalo, mi piace che abbia vinto chi aveva tutto da perdere. Mi piace che abbia vinto chi non c’ha creduto fino alla fine per non tentare il cielo, ha vinto chi non ci credeva ma ci sperava e basta e davvero ha vinto chi ha lottato con le unghie e coi denti (bellissimi gli articoli di Riotta e Severgnini sul Corriere) – umili gli Italiani non sono proprio, ma di certo non sono arroganti, se non altro per scaramanzia. Mi piace che abbia vinto chi sa perdere, perché magari si danno colpe a destra e a manca ma certe frasi non le avremmo dette e certe cose non le avremmo giustificate. Mi piace che questa vittoria non stia venendo presa da nessuno – salvo qualche politico imbecille – come una scusa per dare un colpo di spugna, ma anzi proprio come ragione perché si torni un po’ al calcio vero, e nessuno mi convincerà mai che quegli undici ragazzi domenica stavano pensando ai futuri ingaggi o a dove giocheranno.
Mi piace vincere, e mi sono divertita; le cose serie sono altre, ma ogni tanto c’è bisogno di staccare dalle cose serie. E farlo vincendo la Coppa del Mondo nello sport nazionale non è niente male :o)))
* anteprima:
quando ce vo’…
ultime acquisizioni
e così, sono la fortunata proprietaria di un tostoini originale; per la precisione, questo:
non è bellissimo? :oDDD
42 meno 10
Ieri notte avevo pensato a un bellissimo e lunghissimo post per l’occasione, di cui ora non ricordo quasi nulla. Quindi vai col sunto.
E’ stato un anno difficile. Ecco sì, la parola giusta è difficile. Pieno di cose belle e cose brutte, mie e altrui.
Perciò io stasera brinderò a tutte queste cose. Se vi capita roba alcolica (ma anche no) sottomano, fatelo anche voi.
hic
Un mio collega più che cinquantenne mi ha chiamato zia! Ma che è, ce l’ho scritto in fronte?!?
Intanto qua si brinda a stomaco vuoto quindi non è che io sia proprio sobria eh.
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