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matrimonio Rottenmeier 3/Specchio, specchio delle mie brame…

In generale, io e Fede abbiamo cercato di fare quello che potevamo equosolidale.
Mai avrei detto anche il vestito.

Ma andiamo con ordine.
Un paio di anni fa ho accompagnato C. in giro per abiti da sposa insieme all’altra testimone L.
Da Bellantuono, il colpo di fulmine: vedo un abito su un manichino e insisto perché C. lo provi, a lei è un po’ piccolo e allora lo fa provare a me per vedere l’effetto che fa. Color champagne, pensavo mi sarebbe parso più un abito da sera. Invece mi fa proprio l’effetto ommioddio-questo-è-L’ABITO.
Quindi il primo posto dove sono andata è stato quello. Ovviamente, non lo fanno più.
Girando girando, passando per abiti da prezzi folli (però se l’era fatto fare anche Angelina Jolie da sera, e santo Cielo, se ti sta bene un abito che si è fatta fare Angelina Jolie, la soddisfazione merita le due ore perse), e soprattutto cose orrende (la moda sposa 2006/2007 prevede balze, volant, pizzi, e quant’altro) finisco grazie ad A. da Max Mara di Reggio Emilia e lì gli abiti son proprio come li voglio: semplici. Chic. Non (troppo) costosi.
(Mi rifiuto di spendere le cifre che ho sentito per un abito che userò mezza giornata).
Torno a provarli a Milano – diverse volte, la commessa mi odia adesso – e sto per prenderlo quando leggo un trafiletto ritagliato per me da mio padre da vivimilano.

Il Laboratorio di Procaccini 14 si trova presso un centro psichiatrico e impiega i disabili psichici* del centro in vari laboratori: ebanisteria e falegnameria, catering, e infine sartoria.
Insomma, lo faccio lì.
Sono andata, l’ambiente è ovviamente molto diverso da quello di un atelier chic 😛 ma la signora che supervisiona il lavoro insieme a un’altra sarta professionista è molto, molto carina; ovviamente non hanno i vestiti pronti e mi ha fatto scegliere tra dei bozzetti, poi alla prima prova (fatta con la fodera) abbiamo deciso tutte le modifiche e la stoffa. Spendo un poco di più che da Max Mara (ma non tanto) e l’abito mi vien fatto su misura e in una stoffa molto più bella.

Ammetto che non è L’ABITO, ma detto francamente non mi interessa molto.
Dopo il matrimonio posterò il link all’album delle foto delle prove, ma il prossimo che commenta che è esattamente quello che si aspettava da me viene picchiato – non è ESATTAMENTE l’effetto che volevo, ma vediamo il lato positivo: sono io, e se l’abito mi assomiglia, ottimo :)

 

* la battuta su abito/camicia di forza non solo è già stata fatta, ma è ormai abbondantemente inflazionata, astenersi grazie :DDD

matrimonio Rottenmeier 2/Documenti & pratiche burocratiche

Ordunque siamo andati a fare il consenso in chiesa, muniti di certificato di battesimo mio e di Fede (recuperato a Fiorenzuola da noi, quello spedito è arrivato una settimana dopo – grazie poste).
Questi sono i primi documenti che si sono resi necessari.
Arrivati dal parroco, salta fuori che serve anche una dichiarazione di Fede che dica che non è cattolico ma di un’altra religione, e da quando, e che chiede il matrimonio misto. Questo perché non risulta da nessuna parte che lui non lo sia e quindi lo deve dichiarare. Ovviamente Fede non si ricorda la data esatta quindi l’ha poi recuperata.
A quel punto si svolge il consenso.
Per me è stato molto intenso, dopo mesi di preparativi e dettagli e piccolezze, ti trovi a giurare (sul serio!) che credi che il matrimonio sia unico e indissolubile e un sacco di altre cose. Quelle importanti.
Quello è il senso.

Fatto questo, il parroco ci ha dato un certificato e ci siamo fiondati prima possibile in comune dato che per il matrimonio misto serve l’autorizzazione della curia e la curia è chiusa in agosto (forse anche il comune), e in curia insieme a tutto il fascicolo va mandato anche il certificato consensuale degli sposi.
Il comune apre alle 8.30. Alle 8.20 la metro si rompe a Cadorna, saliamo, prendiamo il tram, e arriviamo alle 8.32. Prendiamo il numerino: 5 coppie prima di noi. Ottimo.
La prima (all’unico sportello) ci mette 40 minuti. Disperiamo.
Progressivamente aprono altri due sportelli, noi finiamo dal responsabile, facciamo la richiesta di pubblicazioni, paghiamo, tempo totale: 10 minuti (una tristezza oltretutto. Almeno una volta regalavano una copia dei promessi sposi).
Fede dice: pensavamo di metterci di più. Il responsabile non capisce e dice che no, adesso basta solo far arrivare un certificato da Cremona e verranno fatte le pubblicazioni. Fede gli dice che intendeva la pratica al momento, dato che tutti gli altri ci han messo una vita. Risposta del responsabile: ‘Eeeeeh ognuno lavora come sa’.
Vabbè.
Gli chiediamo ‘sto certificato consensuale e dice che bisogna andare allo sportello normale.
Dato che non è necessario che ci siamo entrambi, Fede vola a prendere la navetta per il lavoro e io vado a prendere il numerino: solo 100 persone prima di me.
Esco alle 11 passate.

Al momento attuale la situazione è: consegnato al parroco certificato consensuale e dichiarazione di Fede, ritiro delle pubblicazioni in comune prossima settimana, con le carte per ora dovremmo essere a posto.

Se avessimo cambiato chiesa, sarebbero state il doppio (autorizzazione del parroco, dispensa della curia, blablabla).
Eh sì perché noi avremmo dovuto sposarci in Sant’Ambrogio, ma tiran su tutto il pavimento e dovrebbero finire il 15 settembre… seeeeeee…
(infatti han cominciato con due mesi di ritardo).

E ora attendiamo se la curia ci convoca.

matrimonio Rottenmeier 1/Il matrimonio misto – all’inseguimento del parroco

Come si sa due anni fa la Chiesa ha fatto dei cambiamenti relativi al rito del matrimonio, il più noto è l’eliminazione della frase ‘io prendo te’ con ‘io accolgo te’ (peraltro sono state introdotte altre due formule alternative).
In realtà i cambiamenti più grossi riguardano la formalizzazione delle diverse tipologie di rito, possibili anche prima ma non delineate nei dettagli (a quanto mi risulta).

link

Perciò ora in chiesa sono possibili:
– rito cattolico (tra due cattolici): con o senza messa, a scelta (rito del matrimonio nella celebrazione eucaristica oppure rito del matrimonio nella celebrazione della Parola);
– rito tra un cattolico e un cristiano non cattolico (rito del matrimonio nella celebrazione della Parola);
– rito tra un cattolico e un ateo o agnostico:
– rito tra un cattolico e un credente di altra religione non cristiana.
In questi ultimi due casi c’è un rito ulteriormente semplificato.

Fede sapeva che per me era importante sposarci in Chiesa, perciò abbiamo optato per questo rito misto.
Forti di queste conoscenze, andiamo dal mio parroco prima di Natale per capire che documenti portare ecc.
Dice che non ci sono problemi e che si informa per i dettagli, e alla mia domanda se sarà una cosa molto complicata risponde che sta già studiando il caso di un tizio della parrocchia, cattolico, che vive negli Stati Uniti e che si sposa una ragazza norvegese, protestante, che vive in Kenia.
Perciò, penso io, siamo in una botte di ferro.
Andiamo un altro paio di volte anche per altri motivi tra cui cambiamento e ri-cambiamento di chiesa (oggetto di una futura puntata) e alla fine pare ci voglia solo il mio certificato di battesimo e non quello di Fede in quanto non più cattolico anche se formalmente non si è ‘sbattezzato’.
Andiamo a fare il mio certificato di battesimo.
Facciamo il corso prematrimoniale, e decidiamo di fare il consenso in chiesa e poi in comune al termine del corso. Penultima lezione, Fede fa presente al parroco che lui non è sbattezzato e gli chiede di informarsi se ci sono problemi. Dice che si informerà. Ultima lezione, chiediamo al parroco quando andare per il consenso. Si deve informare.

Alla fine il mio parroco che per carità è tanto carino e gentile e non lo fa per metterci i bastoni tra le ruote, per carità, però è anche un TANTINO svagato, se ne salta fuori che ci vuole anche quello di Fede dato che il certificato di battesimo è dove vengono riportati tutti i sacramenti successivi e quindi serve come prova che lui non sia già sposato in chiesa.
Fede è stato battezzato a Fiorenzuola.
Il consenso è lunedì prossimo.
Noi negli ultimi sette mesi siamo andati a Cremona e/o Piacenza diciottomila volte MA non avevamo intenzione di andarci giusto giusto il prossimo weekend.
Mo’ glielo spediscono e speriamo che arrivi in tempo. Se no andremo a Fiorenzuola.

Non oso pensare alla trafila del Comune.

(to be continued)

matrimonio Rottenmeier a puntate – prologo

Considerando che i preparativi sono ad ottimo punto, potrebbe sembrare che l’efficienza organizzativa che pare mi contraddistingua abbia funzionato anche stavolta. Ritengo dunque doveroso sfatare questo (falso) mito raccontando i sordidi retroscena di questi mesi. Ovviamente ho pochissimo tempo – come si può immaginare dal crollo progressivo di aggiornamento del blog – e quindi per ora mi accontento di alcuni punti generali.

– Sfrutta tutto l’apporto pratico che famiglia e amici possono dare, anche se ti stanno sulle palle (al massimo gli rifili i compiti più noiosi): l’indipendenza è una bella cosa ma anche sopravvivere alla fatica non è da disdegnare.
– Per gli stessi motivi prendi in considerazione qualunque suggerimento/consiglio/indicazione/indirizzo ti venga dato: non si sa mai cosa potrebbe servire anche se ti sembra assurdo – anche solo per farsi un’idea di quello che NON vorrai fare mai e poi mai.
– Sappi che da qualunque esercente qualunque attività collegata a un matrimonio, l’IVA è considerata un optional: scegli i (pochissimi) che ti danno il prezzo compresa IVA (chiedi sempre: sappi che è praticamente scontato che te lo diano senza), probabilmente avrai meno sorprese. Se poi conosci qualcuno che può scaricare l’IVA dei costi di un matrimonio presentamelo.
– Per quanto si cominci in anticipo il tempo non sembrerà mai abbastanza.
– Se pensi che avere 10 mesi di tempo è meglio perché così non ti stressi diluendo le cose, scordatelo: sarai stressato uguale ma per più tempo.
– Ergo decidi prima le priorità se no è finita.
– Qualunque cosa farai scontenterai/offenderai qualcuno, quindi fregatene e fai quello che ti pare (non ci riuscirai completamente, ma provandoci ottieni qualcosa di più).
– Non stupirti di reazioni inconsulte di qualunque genere – tue e altrui.
– Sì ti faranno delle scenate perché non inviti il cugino di 18° grado e/o non hai chiesto a tizio o a caia di farti da testimone nonostante non sappiano neanche che faccia abbia il tuo fidanzato: cerca almeno di non prendertela troppo.
– A proposito, scegli bene i testimoni: lascia perdere le questioni di dovere e sceglili in base a quanto ti conoscono e contano per te. Nessun altro si cuccherà così tanti resoconti particolareggiati, sceneggiate, crisi per stupidaggini e se li hai scelti bene quantomeno non ti faranno sentire cretina – meglio ancora, ti faranno garbatamente tenere presente cosa è davvero importante :)
– D’altra parte, non hai idea di quanta gente diventi pazza all’idea che ti sposi o anche semplicemente ti dia un mano nelle piccole cose e con piccole attenzioni: non sottovalutarlo e siine grato.

Ma la cosa fondamentale perché il tuo rapporto di coppia sopravviva è: trova un impegno fisso settimanale solo per voi due, possibilmente che impedisca la conversazione (non QUELLO, mica programmi anche quello no? No.).
Arrampicata libera, cucina nepalese, clarinetto, ceramica, quello che ti pare, possibilmente che piaccia ad entrambi (probabilmente non sarà la ceramica) che vi faccia stare insieme ma che vi impedisca RIGOROSAMENTE di parlare del matrimonio. Se poi ha anche un lato romantico sei a posto.

(Sì il top è il corso di ballo. Anche un corso di massaggi non è una brutta idea).

 

A breve rivederci con la I puntata: il matrimonio misto – all’inseguimento del parroco.

Roma a ritmo di rock

E anche quest’anno meetup nazionale BC, stavolta a Roma quindi quest’anno ROMANZ 😛
Non solo mi sono divertita un sacco, ma sono stata proprio bene. Roma è Roma e certi amici ormai sono casa.
E sempre più mi rendo conto di quanto la conoscenza virtuale sia fuorviante e non faccia per me: poi vedo le persone in faccia ed è un’altra cosa.
Sotto incollo parole e immagini che esprimono meglio di quanto potrei fare io.
Aggiungo qualche scenetta extra:
– il viaggio di andata con seduta accanto la neoattrice senza posto che mi son trascinata dietro dal bar fino al posto libero accanto a Fede (con suo gran stupore – io non avevo notato la quinta di reggiseno) e che ha raccontato al telefono – e a noi – la sua vita, compreso: cortometraggio dal titolo Una volta al giorno che doveva girare a Milano ma era brutto quindi ha preso il treno per andare a conoscere in giornata un tizio mai visto con cui ha passato due sere al telefono PIù offerta in diretta di copione per serie TV (emozioooone!). Non dimentichiamo la coppia al di là del corridoio, con lui al telefono che dice ‘e al matrimonio, in chiesa voglio la standing ovatioooon!’ Noi anche no).
– due nordici (noi) che devono prendere l’autobus e la nordica si ricorda benissimo che la fermata è in via Cavour, peccato che pensi che via Nazionale sia via Cavour, e dopo aver vagato per viettine per puro caso nella giusta direzione, si fermino a guardare una cartina sulla porta di un centro telefonico estero e ben in tre, gestore compreso con premessa ‘parlate italiano?’, gli diano indicazioni. A occhio si trattava di un africano, un indiano e una sudamericana: avremmo potuto risolvere il problema del traffico mondiale (tanto agli americani non gliene frega niente).

Elenco di link alle foto.

Capolavoro di G. (su che canzone ci sono arrivata pure io):

Quella banda ha fatto il MUNZ
con fatica e con destrezza
da due anni han cominciato
e adesso e’ gia’ passato
è un MUNZ carino, e pure un po’ cretino
preparato in latitanza,
con tantissima pazienza

e’ un evento nazionale
italiani belli e brutti
eravamo li’ alla quercia ed abbiamo riso tutti
e quella banda ha fatto il MUNZ
per chi l’ha visto e per chi non c’era
e per chi quel giorno li
inseguiva una sua chimera.

Non svegliatevi oh,
non ancora
e non fermateci no, no
per favore no.

Quella banda che fa il MUNZ
cambia faccia all’occorrenza
da quando il trasformismo è diventato un’esigenza
li abbiam visti in crinoline, come brutte ballerine
li abbiam visti recitare, inventare e gareggiare
li abbiam visti su quel palco
col cervello che fumava
ma loro ce l’han fatta, il MUNZ era li’ che andava

è un MUNZ carino soltanto un po’ cretino
il programma si e’ distorto ma a nessuno ha fatto torto
sembra solo libri e cibo, rhum chinotto e qualche torta
ma in fondo viene a dirti che la tua anima non è morta

Non svegliatevi oh,
non ancora
e non fermateci no
per favore no.

Quella banda che fa il MUNZ
la ringrazio caldamente
mi ha tirato su il morale
e non e’ roba da niente
è un MUNZ carino soltanto un po’ cretino
un momento di speranza, un momento di demenza
mi e’ piaciuto proprio tanto, ho rivisto quasi tutti
tralasciando per un giorno le difficolta’ ed i lutti
e quella banda ha fatto il MUNZ
per chi l’ha visto e per chi non c’era
e per chi quel giorno li inseguiva una sua chimera.

Non svegliatevi oh,
non ancora
e non fermateci no
per favore no.

ehilà
ehilàààà

ed era solo l'inizio...
ed era solo l’inizio…

ah-ehm
ah-ehm

un eroe
un eroe

dei geni
dei geni

come dire di no?
come dire di no?

dulcis in fundo vero, verissimo uomo
dulcis in fundo
vero, verissimo uomo

una tira l’altra

Io, ragazza di città, sabato ho raccolto ciliegie.

Non mi divertivo così da quando avevo 4 anni e ho trovato un porcino.

dancing sulle punte

Tutto comincia col fatto che settimana prossima è il mio compleanno e che ieri sera dovevo andare a vedere Pirati dei Caraibi 3 con le mie sorelle (annuale seratona cinema in compagnia).

Conversazione tra me e Fede lunedì:
Fede: – Cara mettiti elegante mercoledì
Io: – Beh ok se faccio a tempo prima del cinema, è prima delle 7, ma perché mettermi elegante per il cinema?
Fede: – …
Io: – …
Fede: – E se non andassimo al cinema?
Io: – Beh se sei stanco ok, però devo avvisare le mie sorelle che poi non riesco mai a far le cose con loro.
Fede: – Lo san già.
Io: – ???????????????????

e quindi ieri sera senza dirmi fino all’ultimo dove andavamo mi ha portato alla Scala a vedere La bella addormentata nel bosco, e io non avevo mai visto un balletto*.

Per chiarire: a) mi fa una sorpresa b) pensa a un regalo romantico tutto da solo (ho controllato) c) mi porta a vedere un balletto, cioè, un bal-let-to, o meglio UN BALLETTO, spauracchio di qualunque uomo modello base o meno da quando hanno inventato la danza! E non solo: la sera in cui c’è la finale di Coppa Campioni con una squadra italiana – anche se non è la sua!
Ma dov’è il trucco?!?

 

 

* riassunto per i posteri: nessuno dei due diventerà un fanatico del balletto e sono dei delinquenti a vendere certi posti in teoria stupendi (prima – PRIMA! – fila di palchi ma essendo laterali ed essendo noi sui secondi sgabelli ti vedevi solo l’angolo destro del palco – ma il mio cavaliere al primo intervallo si è fatto dare due posti in platea 😛 ), ma la musica era meravigliosa, i costumi e le scene incredibili, il corpo di ballo perfetto, i primi due ballerini un po’ meno e forse un po’ freddini ma bravi, e cmq… la Scala gente, la Scala. Non c’è niente come la Scala. Non c’è niente come andare con un vero cavaliere alla Scala (parliamone: quest’uomo gira intorno alle grate per non farmi incastrare coi tacchi!).
E, modestamente parlando, col tubino nero Dolce & Gabbana e il tacco 12, più ciondoli e orecchini di vetro rosso scuro, trucco e pettinatura raccolta ottocento, facevo la mia gran, gran figura.

23 maggio 1992-2007

15 anni fa ero con la mia classe su un aereo che tornava dalla Sicilia, felicemente ignara della preoccupazione dei genitori e degli amici che sapevano cos’era successo sulla strada per l’aereoporto di Palermo, anche se noi partivamo da Catania.
L’anno scorso ci sono passata.
Il Corriere dice che nessuno fa caso a quella targa.
Roberto Alajmo in ‘Palermo è una cipolla’ dice che in tutte le macchine che passano di lì scende istintivamente il silenzio.
A me si è chiusa la gola e ogni volta che ci penso – troppo raramente – mi viene il magone. Come ora.

Ma tanto la mafia non c’è più, no?