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giudizio virtuale

Lasciatemelo dire: la stragrande maggioranza degli utenti di anobii – o meglio, di quelli che scrivono sui forum – è una massa di snob letterari fighetti che se la tirano, con tendenze dittatorial-arroganti (e se lo dico io… 😛 ).

Non che lo scopra oggi, né che abbiano fatto qualcosa a me che non ci scrivo mai, ma dopo tutti questi mesi devo dire che sono veramente insopportabili (bookcrossers, naturalmente, a parte) O_O

son soddisfazioni

Il posto in cui lavoro, notoriamente poco aperto ad aspetti estetico-goduriosi, ha attivato una convenzione con le terme di Milano.

Potrei quasi pensare a una compensazione per quello che gli utenti ci fanno passare, se non fosse che la convenzione è usufruibile anche da loro… ma accontentiamoci. Noi non siamo egoisti.

Milla Jovovich non dice le bugie

Il nuovo rossetto de l’Oreal, Infaillible, dovrebbe durare 16 ore.

la pubblicità

Testato il colore sul polso un sabato pomeriggio, è sparito lunedì, dopo ogni possibile tentativo con: struccante professionale della profumeria, sapone, detergente e altri due tipi di struccante.

Sono andata in giro due giorni con uno sfregio sulla mano. E ho pure avuto il coraggio, poi, di metterlo sulle labbra (per completezza d’informazioni: mangiando va via. Quindi ti mangi della roba evidentemente superchimica).

una lettera aperta a caso non si nega a nessuno

Cara signora Sabina Guzzanti,
di cui non ricordo mai, ahimè, il volto, mi permetta di dire che mi rendo conto che la differenza tra insulti e critiche sia molto sottile e forse non alla portata di tutti, ma sostenere che è espressione di libertà dire ciò che si vuole in qualunque forma, compreso insultare chi esprime la propria opinione, è quantomeno segno di incoerenza.

Schopenhauer nei suoi 38 stratagemmi per ottenere ragione relegava l’insulto all’ultimo posto, praticamente solo nel caso in cui si avesse torto.
Argomentando al contrario, nel mio piccolo, ho sempre pensato che chi ricorresse all’insulto non avesse argomenti di sostanza da addurre, e, comunque, non un granché da dire.

Da persona di sinistra, anche se moderata, non dovrei più stupirmi di quanto i politici e i comici di sinistra (categorie ormai sempre più confondibili) riescano, per restare nel suo stile, a spararsi nelle palle da soli, ma mi conforta leggere che anche persone più autorevoli di me trovano cose del genere un tantino controproducenti.

Con immutata stima.

mi correggo

…la mia vita può sembrare noiosa, ma come può esserlo quando la divido con uno così:

da squalo a balena senza passare dal via

ovvero cronaca e disavventure di una vacanza sub sob.

La prima sera (venerdì) Fede si taglia la barba. Questo ha comportato che nei 3 giorni successivi io gridassi oddiooooooooooooooo e/o ridacchiassi ogni volta che mi cadeva l’occhio sulla sua faccia (suppongo non sia bello far così prima di, diciamo, vent’anni di matrimonio ma era più forte di me).
La seconda sera (sabato), dopo essere giunti a destinazione ed esserci aggregati al gruppo sub per la cena, scopriamo trattarsi di gruppo di affezionati nostalgici che umoristicamente autoironizzano a suon di suoneria di faccetta nera (ok esagero un po’, ma non tanto). Io e Fede, ancora traumatizzati dalle dichiarazioni rilasciate il giorno prima dal nostro amato presidente del consiglio (soldati nelle strade e pm cattivi cattivi cattivi), alla domanda ‘ma voi siete di quelli contenti del risultato delle elezioni?’ non riusciamo a far altro che rispondere con un gelido ‘no’ che uccide la conversazione.
La terza sera (domenica) parlo per un quarto d’ora con una ragazza che periodicamente si rilegge libri quali Delitto e castigo e la Recherce (ogni due anni. Io non credo riuscirò a farlo mai nella mia vita) distruggendo uno dei pochi punti fermi della mia autostima.
Lunedì inizia il corso di sub: teoria e piscina.
Martedì io termino il corso di sub: l’occasione migliore per superare la mia fobia degli occhi aperti sott’acqua non è mentre cerchi di fare l’esercizio per sciogliere i crampi con la bombola che continua a rovesciarti sulla schiena (e oltretutto fuori, appropriatamente, diluvia). Attacco di panico, attacco di incazzatura per l’attacco di panico, riemergo e abbandono, che se non riesco a farlo in due metri d’acqua dolce dubito molto di farlo in 18 metri e passa di acqua salata, buia e mossa dal vento (e indubitabilmente infestata di squali assassini). Fede prosegue indomito.
I giorni successivi si riassumono in: Fede prosegue indomito E io mi rilasso prendendo un po’ di sole.
La settimana si chiude con brevetto di sub per Fede con immersione a 18 metri mentre io prendo il sole sulla barca e faccio il bagnetto, più me che guido sulla Cisa con piccolo attacco di panico (i viadotti della Cisa hanno il guard-rail alto 20 cm), più l’Italia che esce dagli Europei, più la bilancia stamattina che mi dice che ho messo su altri 4 kg e come prova non entro più nelle gonne dell’anno scorso (quando pesavo 14 kg in meno). E guardandomi allo specchio ho visto che ho ben due collane di venere, di colpo, la mia pelle ha ceduto di colpo!

Però sono un po’ abbronzata.

dubbi amletici

se sulla metropolitana noti la copertina di un libro invece della tua carissima amica che lo sta leggendo, significa che:
– la metro è troppo affollata (troppo facile)
– l’influenza non è ancora passata del tutto (troppo comoda)
– sei MALATA ma non di influenza?

non serve neanche rimandare ai posteri…

conversazione 6

Suona il telefono di casa.
Fede guarda il display e mi dice ‘E’ G.’ e risponde.
Intanto io finisco di leggere la posta online, mentre la partita che Fede ha voluto vedere a tutti i costi continua a passare in tv.
Passano 5 minuti.
F. – blablabla anobii blablabla
In effetti potrei aggiornare anobii, ma poi non mi va di lasciarlo a metà per rispondere al telefono.
Passano altri 5 minuti.
F. – Ah ma dai blablabla c’era anche blablabla davvero? blablabla
L. – Dì a G. che poi deve ripetere tutto eh!
Picchietto le dita sulla tastiera.
Passano altri 2 minuti.
L. – Uffaaaaa.
F. – blablabla (?)
L. – Mi annoio. Monopolizzi il telecomando E gli amici che chiamano! Son venti minuti!
Il telecomando plana verso di me. Figurati se cambio canale durante la partita che ci teneva tanto a vedere. Uffa.
Passano altri 2 minuti.
F. – Sì ci sentiamo ciao.
Mi passa il telefono.
F. – E’ per te!

Quest’uomo mi fa ridere da morire.