altro che carte assorbenti (cit.)
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a mo’
Giriamola in positivo.
Oggi ho sventato un tentativo di suicidio di mio figlio che cercava di buttarsi a pesce sul pavimento, rimediando solo una piccola testata sul bordo della scrivania.
neanche 5 mesi…
… e la mia illusione di essere una brava mamma si è infranta.
Mi è caduto dal divano.
corollario
Come prova del punto 3 del post precedente (e cioè che se non sono aiutate dai papà a volte un po’ è colpa anche delle mamme) porto questo commento emblematico ed esilarante avuto una volta che Fede mi accompagnava portando Giorgio nella fascia:
‘Che brava la signora che è aiutata‘.
…
tutto quello che non ti dicono prima, in generale
Tempo fa in questo post la mia amica panzallaria chiedeva cosa non ci avessero detto al corso preparto. Io ne ho fatti ben due e devo dire che alla fine ne sapevo pure troppo: una delle ostetriche, che io e Fede avevamo soprannominato la terrorista, non faceva che raccontare tutte le cose tremende che potevano accadere, soprattutto quelle che tanto non avremmo potuto farci niente (emblematico il primo incontro: sicuramente soffrite d’insonnia – io dormivo come un sasso – un po’ per la poca mobilità nel sonno, un po’ per tutti i pensieri che avrete sulle cose che possono andare storte: e giù l’elenco, per cui quando sono uscita ho detto a Fede che se prima non soffrivo d’insonnia mo’ mi sarebbe venuta).
Detto questo, assolutamente niente, corso preparto o meno, ti può preparare a quello che succederà (anche se alcune versioni catastrofiche lette nei commenti del post sono molto oltre quello che succede a me).
Ma questo lo rimando al capitolo ‘Un figlio ti cambierà la vita è troppo generico, analizziamone ogni aspetto’ cui quindi rimando anche la sottosezione ‘la tua vita sociale cambierà completamente’ con il corollario ‘le amiche che pigliano per i fondelli le amiche con figli forse non sono ‘ste grandi amiche’.
Ecco invece alcune cose sparse, grandi e piccole, che nessuno (ostetriche, mamme, sorelle, amiche, donne qualsiasi benintenzionate) ti dirà, salvo sporadiche eccezioni, ma che possono essere utili.
– nessuno ti dirà che il cordone ombelicale NON è rosa, ma verdastro-bluastro, il che dopo nove mesi di gravidanza e le contrazioni e la fase espulsiva e la ventosa eccetera ti conferma la visione alien di tutta la faccenda.
– nessuno (tranne una sorella evidentemente sbadata) ti dirà che la fase espulsiva si riconosce perché appunto ti viene da espellere, ma esattamente come ti viene di solito, insomma la sensazione è quella di dover andare in bagno per, scusate la crudezza, fare la cagata più grossa della vostra vita (e non c’è alcun senso metaforico). Saperlo ti aiuterà ENORMEMENTE al momento opportuno, per evitare l’imbarazzo di dire che devi assolutamente andare in bagno ed essere trattata con quantomeno condiscendenza, e in quel momento tu non hai assolutamente alcun bisogno di sentirti un’idiota.
– tutti ti diranno che il papà nonostante la buona voglia dopo un po’ di giorni smette di occuparsi del pupo dal punto di vista pratico. Ora, è ovvio nonché noto da tempo che io abbia sposato l’eccezione (e mica me lo son scelto a caso), ma è anche vero – e nessuno te lo dice – che ti prende una forte tendenza a gestire solo tu il bambino escludendo il tuo compagno, di solito scatenato da un istinto possessivo per cui il pupo è cosa tua. Io da un lato sono stata ‘aiutata’ dal fatto che i primi tempi non ero assolutamente in grado di fare alcunché salvo allattare, dall’altro sono pigra 😛 scherzi a parte (anche se è vero), ho ritenuto giusto, ed è stato naturale, che anche Fede avesse il suo spazio privilegiato ed esclusivo con il bimbo, nella fattispecie il bagnetto, oltre al fatto che Fede fa molto di più. Però, se il tuo compagno non è supervolenteroso come il mio e oltretutto cedi all’istinto possessivo e lo tagli fuori, facciamo che poi non ti lamenti.
– E’ assolutamente vero che ti sentirai a volte depressa, spesso sola, molto spesso inadeguata, ma non è assolutamente vero che nessuno te lo dice prima. Quello che nessuno mai ti dice prima è che da subito cominci ad immaginare tragedie. Inizi con lo scendere le scale con il bambino in braccio e ti immagini di cadere e sfracellarvi al suolo, passi da una porta con il bambino che si divincola e immagini di prendere dentro lo stipite con la testolina, se poi sei una che ha letto molto, si tiene informata e ha visto molti film passi dal salire in macchina e immaginarti incidenti di tutti i tipi (di cui nel mio caso il più ricorrente è il tir che salta nella corsia opposta) a trascorrere le notti a immaginarti scenari da brutti film di serie B ambientati nella provincia americana con i delinquenti che entrano in casa, lanciano il bambino fuori dalla finestra sotto gli occhi della madre e uccidono gli altri, e così via – ovviamente svegliando il compagno della tua vita dicendo ‘brutto sogno’ come i bambini.
Se può aiutare, sappi che arriverai a un apice inenarrabile dopo di che passeranno quasi di colpo (credo per riapparire all’ingresso del pupo nell’adolescenza). Il mio (facciamo outing) è consistito nel sognare più volte di essere buttata con il pupo in braccio da un aereo (come i desaparecidos in Argentina, cosa che ogni tanto sognavo anche prima senza pupo), con il culmine della versione in cui io morivo spiaccicata sul suolo della giungla amazzonica, il pupo no ma veniva divorato dalle tigri (di cui è noto pulluli l’Amazzonia).
Ora si attende che il pupo voglia il motorino per una recrudescenza della sindrome.
meglio portarsi avanti
Quando mio figlio mi vede la mattina impazzisce e si sdilinquisce che neanche qualunque altro maschio (adulto) davanti a Monica Bellucci.
Quando parlo a mio figlio lui impazzisce e ride che manco avesse davanti Aldo, Giovanni e Giacomo più Ale e Franz contemporaneamente.
Quando canto (io. canto.) a mio figlio lui impazzisce e mi guarda rapito che mi sembra di essere Whitney Houston ai tempi d’oro.
Tendenzialmente quando mi vede in generale mio figlio impazzisce e va in estasi.
No, lo scrivo solo per rileggerlo tra quindici anni e tirarmi su quando sarà evidente che per il lui adolescente non ne combinerò una giusta.
P.S. il che non significa che non me ne goda ogni singolo istante…!
pannolini lavabili fase 1
Diciamolo subito: un po’ bisogna crederci.
Aggiungiamo anche che la nostra filosofia riguardo a un consumo equosolidale e rispettoso dell’ambiente è tendenzialmente improntato al buonsenso: si fa tutto quel che si può senza dannarsi che oltretutto rischia di essere controproducente, ma ricordandosi che anche nel nostro piccolo fare qualcosa è più che niente e ogni piccola cosa sommata alle altre può fare la differenza (quindi non vado più a comprare il detersivo a consumo a 3 euro al litro al Natura sì sotto casa che solo a entrarci comunque devi fare un mutuo – d’altra parte fatto in casa sembra che non lavi ma per fortuna ora vendono il detersivo a consumo pure al simply-sma dietro casa a 0,75 euro al litro e anche con questa ce l’abbiamo fatta).
Detto questo, partiamo dall’inizio, e cioè dal fatto che diverse persone che conosciamo (almeno 3 famiglie) usavano i panolini lavabili e ci hanno convinto che valeva la pena provare.
I vantaggi prospettati erano riassumibili in: salvaguardia dell’ambiente; risparmio; minore aggressività alla pelle del bambino.
Le filosofie erano diverse, noi comunque abbiamo deciso di provare anche perché tutti ci han detto che non era poi così tanto sbattimento in più.
Contrariamente a quasi tutti abbiamo deciso di cominciare da subito con quelli da neonati, dato che con Fede in ferie sarebbe stato più facile prenderci la mano e il kit non costava così tanto (rispetto a un uso inevitabilmente limitato nel tempo) da dissuaderci, quindi dietro preciso consiglio abbiamo acquistato questo kit di prefold composti da mutandine impermeabili, inserto in cotone non sbiancato (che mi frega che lo sia?) e fogli raccogli pupù. Abbiamo poi aggiunto – comprando in farmacia – due paia di mutandine impermeabili della popolini (decisamente inferiori, pessima chiusura) e successivamente acquistato i fogli raccoglipupù della popolini (decisamente superiori quelli in scatola pretagliati al rotolo da strappare).
Diciamocelo: sono questi ultimi che fanno la differenza.
Il risparmio è indubbio, la salvaguardia dell’ambiente pure, e il culetto di Giorgio non si è mai arrossato, quindi questo era tutto vero; sul poco sbattimento mica tanto. In particolare, il problema più grosso con questo modello è che devi preparare il pannolino assemblando i pezzi, e per farlo devi avere un piano d’appoggio ulteriore (fattore che già crea alcune difficoltà se sei in giro, che magari manco trovi dove appoggiare il bambino, figurati il pannolino), magari mentre il bambino scalcia sul fasciatoio, che non è il massimo (in definitiva, ma in linea con la nostra filosofia di cui sopra, spesso se andavamo in giro ci portavamo gli usa e getta e ciao). Se in più comunque ogni volta devi sciacquare via tutta la cacca ti passa la voglia. Il foglietto in questo è d’aiuto: tu lo prendi con tutto il contenuto, lo butti nel water (è cotone biodegradabile) e sciacqui solo le fuoriuscite, se ci sono. Poi ammetto che io non sono una molto schizzinosa quindi altre persone potrebbero avere una soglia dello schifo più bassa, ma in definitiva tra prendere l’usa e getta e buttarlo nella spazzatura e prendere il lavabile e sbatterlo in lavatrice non vedo gran differenza.
Per ovviare alla scomodità dell’assemblaggio siamo ora passati per la taglia successiva (per questo modello anzi unica) al tutto in uno e siamo nella fase in cui usiamo ancora un po’ quelli vecchi e un po’ quelli nuovi: ma o il nostro bambino è un idrante cammuffato o ci dev’essere qualcosa che non va dato che nessuno tiene più bene, anzi molto poco. Sono in dubbio se aggiungere un kit modello vecchio taglia superiore. E’ che alla fine sono 4 taglie…
Più avanti aggiornamenti… se non ci annega.
polmonite o soffocamento?
Sembra assodato che chiunque capiti a tiro si senta in dovere di dire a una neomamma che il suo bambino è troppo o troppo poco coperto, il che all’ego della neomamma già minato dall’incertezza e dal dubbio di ‘sto sicuramente facendo la cosa sbagliata ma speriamo in bene’ non aiuta granché.
Oggi pure la zingara fuori dal supermercato mi ha detto ‘bambino ha freddo!’.
Le coperte di lana sono nel ripiano in alto.
la donna è mobile
E chi l’avrebbe mai detto che due anni dopo il nostro matrimonio avrei passato la mattina a letto con un altro uomo, a fare versi animaleschi e coprirlo di baci 😀
tappi per le orecchie
D’altra parte, dormire* con mio figlio in camera dal punto di vista acustico è come farlo con uno scaricatore di porto ubriaco mentre sono in corso una rissa, una tempesta e il crollo dell’edificio adiacente.
* Oddio, dormire… diciamo ‘chiudere gli occhi tra un pasto e l’altro’, almeno fino a qualche giorno fa.
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