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insofferenza (a sé, parte 1)

Una settimana fa circa ho compiuto gli anni.
Il giorno dopo ho portato i dolcetti in ufficio, così magari socializzo un po’ (e se non ci sono ancora riuscita io, avete un’idea dell’ambiente, con le ovvie debite eccezioni, ma ne riparleremo).
Il nuovo collega arrivato mentre ero in maternità mi chiede se può chiedermi che età ho.
Con nonchalance, giuro, non li ho proprio sentiti quest’anno, anzi diciamolo, io non li sento mai, gli dico tranquillamente 36.
Vedo la sua faccia.
Una faccia innanzitutto un po’ sorpresa (grazie), ma principalmente la faccia di uno che vede davanti a sé una trentaseienne.

Che c’è di strano: ho 36 anni.

Ho. 36. Anni.
Era la faccia che ho io quando qualcuno mi dice che ha 36 anni: una persona adulta. Responsabile. Grande.
Che ha pure un figlio, quindi tutto nella prevedibilità.

Cioè, lui mi vede così. IO mi vedo così, cioè mi vedrei così se non fossi io, insomma io vedo così i trentaseienni.

Ma ecco, il fatto è che non sono io. Io non sono grande! Non sono adulta! Sono cresciuta? E quando è successo? Se l’età che si ha è quella che ci si sente, io ne ho, toh, 30.
Neanche tanti meno.

Un’eternità.

 

(continua)

sempre odiate le scaramanzie

Venerdì pomeriggio ho pestato una cacca.

Sabato mattina abbiamo visto una casa deliziosa, la casa dei nostri sogni.

Sabato pomeriggio ho pestato una cacca.

 

A rigor di logica (superstiziosa), non sarebbe dovuto saltar fuori che è per metà abusiva.

sindrome di pollyanna

L’unico lato positivo del fatto che tuo figlio sporca qualunque cosa gli capiti a tiro da entrambe le estremità è che spazzi via il senso di colpa per avergli comprato troppi vestitini.

mai più senza

Fino a poco più di un anno fa a sentire la parola bicarbonato mi venivano in mente solo problemi digestivi di anziani o suffumigi per bambini.

Nell’ultimo anno ho scoperto che:
– pulisce l’argento;
– non disinfetta, ma quasi dato che non ho capito bene perché grazie ad esso le donne incinte che non han fatto la toxoplasmosi possono mangiare la verdura;
– è consigliatissimo per lavare le cose dei bambini;
– attenua l’odore dei pannolini lavabili nell’attesa di essere lavati;
– e, ultima notizia, è ottimo per lavarsi i capelli.

Insomma, pulisce e non inquina. Che volere di più?

(poi qualcuno che ne sa mi spiega come fa ad essere così miracoloso)
 

Mi alzo in piedi! Intercettatemi!

Non ho molto da aggiungere a questo: sulla vicenda io sono sempre dell’idea che fino alla condanna esiste il principio di non colpevolezza, e più in generale che tra privacy e indagini preferisco tutelare queste ultime e mi intercettino quanto gli pare, ma mi si lasci ribadire:

«ma se uno mette il telefono sotto controllo per due anni si alzi in piedi chi pensa che non possa uscire qualcosa di scandaloso» (Silvio Berlusconi, 11/02/2010, fonte Corriere.it)

Io! Io! Mi vedete? Sono qui! In piedi! Ho anche la mano alzata! Niente di illegale, e del resto non mi vergogno.

Scommettiamo che se le contiamo sono un sacco (aspettiamo quelli che stanno ancora vomitando)?

diplomazia: virtù necessaria per trattare con neomamme, anche simpatiche come la sottoscritta

Qualche settimana fa Giorgio ha iniziato il corso di nuoto neonatale.
All’inizio ci han detto che poteva entrare solo un genitore e possibilmente sempre lo stesso, quindi visto che con Giorgio io sto molto di più ho lasciato il posto a Fede.

Alla seconda lezione era il giorno dei genitori, che quindi possono entrare a bordo piscina a vedere i loro figlioletti di 6/7 anni nelle corsie a fianco, e ne ho approfittato anch’io per vedere da vicino il mio piccolino in acqua.

Mi siedo vicino all’istruttore, parliamo del corso, lui mi dice che ok loro devono vendere il corso così ma lui è favorevole alla presenza di entrambi i genitori quindi dalla volta dopo posso entrare in acqua anche io – purché non si presentino tutti i genitori di tutti i bambini contemporaneamente.

La conversazione finisce qui e io, che non sono una che sopporta bene il silenzio, cerco un argomento di conversazione.

– Eeeeh quindi con questo corso i bambini da grandi avranno un migliore rapporto con l’acqua… (vago tono interrogativo).
– NO! (deciso tono accalorato).
– …
– Tutti dicono così, che è per l’acquaticità, che i bambini così sono più a loro agio nell’acqua, ma i bambini sono già a loro agio nell’acqua, non c’è bisogno del corso! E’ per la motricità!
– Ahhhh… (finto tono di comprensione).
– Infatti i bambini che fanno il corso camminano prima
(oddio… sarà un bene?)
e i dottori che ne sanno infatti mandano a fare il corso di nuoto i bambini un po’ indietro, come il vostro.
Vengo proiettata fuori di me con una scena alla Scrubs in cui mi vedo prendere l’istruttore per il collo urlando MIO FIGLIO COSA? INDIETRO CHI??? ma a quel punto mi scappa da ridere e cercando di trattenermi me ne esco con un esitante
– Ma veramente la pediatra ci ha detto che è abbastanza avanti per la sua età…
Lui inizialmente insiste e io un filo mi secco:
– No ma vedi come sta tutto rattrappito in acqua?
– Sì ok ma è alla seconda lezione…
Poi comincia forse a rendersi conto e inizia a scavare:
– No ma vedi è come per la pubertà, c’è chi ci arriva prima e chi dopo!
A quel punto mi torna da ridere e decido di salvarlo cambiando discorso.

Com’è come non è da quel momento in poi qualsiasi cosa facesse Giorgio era fantastica, oh ma che presa che ha questo bambino, oh ma che bravo eccetera.

Però non ho resistito e la volta dopo, entrando anch’io in acqua:
– Ah comunque lunedì ha gattonato!
– Ecco, hai visto che sta recuperando!

Tu invece sei irrecuperabile.
 

dall’hiphop al geriatrico, senza passare dal via

Un paio di settimane fa esco con Giorgio in carrozzina e decido di ascoltare la radio nell’auricolare del cellulare, che se io canticchio lui si diverte molto. Radio Capital ha su la recentissima e caruccia Meet me halfway di cui so qualche parola, indi per cui mi sento un po’ mamma gggiovane e tttrendy, oltre che molto donna demente che canta da sola.

Lunedì decido di ripetere, pronta a sentirmi sì demente ma anche donna moderna nonché mamma gggiovane e tttrendy, infilo l’auricolare, clicco sulla radio e mi parte Hey Jude.

Hey Jude.

1968.

Non ero ancora nata, ma non mancava poi molto.

E sapevo tutte le parole.

Vediamola così: dopo aver insegnato a mio figlio che ci si incontra a metà strada, sono passata a dirgli di non portare il peso del mondo sulle spalle e che può migliorare le cose (insomma, le canzoni, ma non sottilizziamo). Oltre che, ovviamente, non deve rattristare la sua mamma. Niente male.

And anytime you feel the pain,
Hey Jude refrain,
Don’t carry the world upon your shoulders.
For well you know that it’s a fool,
Who plays it cool,
By making his world a little colder.
Hey Jude don’t let me down,
You have found her now go and get her,
Remember (Hey Jude) to let her into your heart,
Then you can start to make it better.

richiestina

 Non è che fino alla fine della prossima settimana tutti tutti tutti incrociamo le dita per me?