Archivio della categoria: di me

Crolli & collassi

Non è possibile che io sia ancora così stanca. Il periodo duro ormai è passato, non lavoro quasi più la sera, vado a nanna a orari decenti e dopo aver magari anche fatto cose rilassanti…
Non è possibile che abbia sempre sonno e che per tre sere di fila F. abbia dovuto portarmi a casa di peso perché non mi reggevo in piedi – ok aggiungiamoci pure i cali di pressione dovuti al caldo e l’alimentazione irregolare che a una anemica non è che faccia tanto bene soprattutto se salto la carne, però non è mica normale.
Non è possibile che io passi un’ora e mezza al giorno complessivamente sul tram e non abbia la forza di aprire il libro che ho dietro ma letteralmente mi accasci in coma sul sedile.
Non è possibile che passi un finesettimana delizioso all’insegna del relax totale e non abbia neanche la forza di parlare. C’erano persone che non riesco a vedere mai, e persone nuove che avrei voluto conoscere meglio, ma proprio non riuscivo a sostenere una conversazione.

Uffa.

Ok. Planning: finito il lavoro ad agosto, si va a Premeno a riposare (tanto non c’è altro da fare) in modo da essere in piena forma per le vacanze vere 😀

losolosoloso

…che è un esame un po’ così, che sono ben preparata, che alla fine non possono non darmi l’attestato del corso e tutto ma io ODIO gli esami (sennò mi sarei pur laureata no?) e vado in panico.

Ok.
Andrà tutto bene.
Respira.

e qui la concludo

E cmq è proprio vero che è più facile essere amici delle persone quando le cose vanno male piuttosto che quando sono felici.

E mo’ basta, con questo mi son sfogata.

e qui cambio idea

Cioè non proprio.
E vero che il comportamento di un paio di persone è stato sufficiente a farmi deprimere e/o inc#zzare e/o farmi sentire in colpa. Però poi ho pensato che in fondo mica tutti i miei amici si son comportati così. Non questo. Non questo. Non questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo questo e non questo.

Per cui.

Grazie, davvero e di cuore, a chi ha avuto pazienza. A chi ha aspettato. A chi non si è sentito escluso o trascurato (e a chi non ha fatto sentire esclusa me). A chi non si è trincerato nel silenzio offeso. A chi non è sparito ma non ha rotto i ç°glioni. A chi non mi ha fatto scenate. A chi sentiva lesigenza di farmele ma non le ha fatte. A chi ha capito che per le c#zzate non cera storia ma che per le cose importanti cero – e ci sono. A chi ha capito che se non ci si sentiva più spesso come prima – anzi quasi niente – era perché non potevo e non perché non volevo. A chi ha capito che i fatti contano più delle parole. A chi ha capito che se non mi facevo viva e non facevo domande e mi fidavo delle risposte (tutto bene? Sì) non era per mancanza di interesse ma di testa. A chi ha capito che il fatto che io avessi altre priorità significava che erano priorità diverse e non superiori.

A chi ha capito e basta.

E a chi mi vuole bene comunque. Grazie.

Vista così, è più facile dare il giusto valore agli altri casi.

qui lo dico

e lo dico, lo ridico e lo ripeto: non ho la minima intenzione di provare qualsiasi cosa di anche solo vagamente simile al senso di colpa per questo.

O, quanto meno, ci proverò – accidenti al senso di colpa atavico.

giuro…

…che non ho fatto apposta, si è pubblicato tre volte da solo…!

…volevo sistemarlo ma… perché correggere i segnali dellinconscio?!? Lasciamo che questo blog rispecchi pure lui.

basta

DEVO mollare il vecchio lavoro. Non posso andare avanti così.

Ma come ca##o faccio?!?