25/12 – notte. Mio papà che tornando dalla Messa di mezzanotte e tenendo l’altro braccio di un sacchetto insieme a me facendolo oscillare canta a gola spiegata ‘Voglio vivere cosììììììììììììììììììììì… col sole in fronteeeeeeeeeeeeeeeeeeee’ (all’una e mezzo. Di notte. Nevischiava pure).
25/12 – giorno. Sentire di avere testa e cuore da tutt’altra parte.
26/12 – tutto. Capire il vero sigificato dell’essere larva.
27/12 – mattina. Incontrare l’amica ‘inglese’ e vedere quanto è felice e rendermi conto di quanto mi manca.
27/12 – pomeriggio. Andare a Torino e recarmi con S. dal mitico Tony, psicoparrucchiere (esempio di dialogo: ‘Allora ti ho fatta bionda perché me l’hai chiesto…’ ‘Ah perché tu che colore mi avresti fatto?’ ‘Non lo so, non ti conosco abbastanza per dirlo’), spendendo la metà che a Milano ed essendo molto più soddisfatta (e poi andare dal parrucchiere con un’amica è una figata cosmica).
27/12 – sera. Chiacchiere con amici che fanno un lavoro che gli piace. E si vede.
28/12 – mattina. Fare il viaggio TO-MI con un’amica. E’ bello quando ti rendi conto che non è necessario parlare :o)
28/12 – mattina. Arrivo sotto la neve!
Continuamente: un countdown. Meno due.
"26/12 – tutto. Capire il vero sigificato dell’essere larva." Oh, dio. Esattamente come mi sentivo io quel giorno… Una larva rinchiusa nel bossolo. Condivido pienamente!
Riguardo allo psicoparrucchiere: fico! Io ho una psicoparrucchiera qua a Milano. Ma mi sa che costa più che a Torino. Ok ma che ci faccio qua a scrivere commenti? Io sto facendo lo zaino! Ciao zialiber, ci vediamo a gennaio