Nell’ultima settimana non si è parlato d’altro che di Paola Caruso (chi non sa di che parlo scenda dall’eremo).
Tutta la vicenda mi ha lasciato perplessa, non tanto per la cosa in sé quanto per le opinioni pro, quelle contro, quelle sopra sotto di pancia di testa ma forse distinguiamo (per chi volesse un riassunto e un’opinione equilibrata, ecco il post di panzallaria) e alla fin della fiera non credo di averne una io, salvo che mi piacerebbe sapere perché Andrea Beggi ha cancellato il post e come sempre Matteo Bordone è saccente e antipatico (ma ammetto che il fatto che abbia sputtanato Ozpetek ha giocato un certo ruolo nel mio giudizio globale su di lui).
Ma una cosa mi ha molto infastidito, non sulla vicenda in sé ma un commento en passant fatto da una blogstar (credo lo sia almeno) che peraltro di solito mi piace abbastanza, Guia Soncini. La quale in mezzo a un sacco di cose anche condivisibili dice grosso modo che a quarant’anni se non ce l’hai fatta a fare quello che volevi fare o te la fai andare bene così o vai a fare altro, nella fattispecie apriti una pizzeria.
Eh? Scusa no, aspetta un attimo. Cioè i sogni, le vocazioni, sai quelle cose che adesso fanno un po’ schifo a parlarne ed è pure un po’ imbarazzante usarne le parole, hanno una data di scadenza? Non ci si può più provare? Fine, a quarant’anni kaputt, che insomma, la vita non te l’ha fatto capire che non ci sai fare, non sei capace, e insomma non raccontartela, alla faccia di tutti quelli che hanno sfondato da vecchi, o magari neanche sfondato ma son riusciti a fare quello che gli piaceva o che sentivano il bisogno di fare, che a volte è l’unico modo.
E non per tirare in mezzo nomi grossi, che Paola Caruso non sarà l’Hemingway incompreso de noartri ma avrà diritto porca miseria pure lei a provare in tutti i modi (che io non condivido, ma ha diritto di provarci) a fare la giornalista se è quello che vuole, però insomma io tre anni fa in tempi non sospetti davanti all’autoritratto di Van Gogh a Parigi dissi che a volte ci sono cose e bisogni che non puoi controllare, cose che non puoi fare a meno di fare, è più forte di te, se no col cavolo che sarebbe finito così, che a un certo punto qualcuno gli avrà pur detto di andare a fare il panettiere – e pensandoci lui a quarant’anni manco ci è arrivato.
Il che dimostra in effetti che Guia Soncini ha ragione nel piccolo – accontentati e sii felice – o almeno sopravvivi, ma nel grande, cavoli non so se vorrei vivere in un mondo senza Van Gogh.
Allora, non solo non so chi sia Paola Caruso, ma nemmeno Andrea Beggi e Guia Soncini. Torno subito ai miei boschi camaldolesi?
P.S.: Matteo Bordone mi capitava di sentirlo su Radio Rai (Dispenser) perche’ era subito dopo il giornale radio, e a volte non facevo a tempo a cambiare canale rapidamente e qualche minuto della sua insopportabile saccenza s’insinuava a casa mia, fin quando finalmente non l’hanno cacciato via. Da allora vivo piu’ sereno.
hehe beato te, ma se vuoi leggiti il link a panzallaria 😉
P.S. Andrea Beggi è un tipo simpatico che scrive cose intelligenti, merita di seguirlo 😉
Salve, sono la vicina di eremo di gRg…
Mai sentito nemmeno io di questa storia, ma sono d’accordo con te!
Se dovessi smettere di sognare a 40 anni, mi resterebbe troppo poco tempo!!!
il post della Soncini l’ho trovato davvero irritante, poco empatico e gratuitamente aggressivo. anche io come te perplessa dal modo in cui la vicenda ha creato schieramenti, faccio fatica a formarmi un parere preciso. E’ stata un’occasione soprattutto per riflettere sull’empatia che genera la rete e spero possa essere un’occasione (più importante) per riflettere sulle necessarie rivoluzioni di cui ha bisogno il nostro mercato del lavoro. stiamo a vedere. baci panz
Non condivido i toni della Soncini, però neanche il tuo paragone regge. Van Gogh credo che non abbia mai chiesto di essere assunto dall’accademia d’arte d’Olanda. E’ chiaro che perseguire i propri sogni è una scelta lodevole, ma bisogna anche essere disposti a pagarne le conseguenze
ma secondo quanto scritto dalla Soncini uno deve rinunciare a prescindere, non semplicemente non pretendere l’assunzione.
Seriamente, ora che mi sono letta gli articoli, trovo molto triste chi accusa la ragazza di volersi far assumere "per pietà", mentre passa in secondo piano il fatto che è il giornale ad essere dalla parte del "torto" (morale, se non addirittura legale) quando usufruisce di un contratto a termine (che come tale dovrebbe "terminare") per avere una collaborazione di fatto indeterminata.
Se questi contratti non fossero tanto dannosi (diciamocelo, non danno garanzie in caso di maternità, malattia, continuità) non mi scandalizzerei, ma è così e gli editori (e non solo) li utilizzano e ne abusano solo perchè sanno di avere il coltello dalla parte del manico.
E per finire, il discorso sul fatto che probabilmente lei non si merita l’assunzione è assurdo perchè lei non sta chiedendo di diventare direttore, ma solo di avere un contratto che non vada rinnovato ogni momento… se davvero non valesse nulla non lavorerebbe lì, in fondo questi contratti basta non rinnovarli, giusto??
Certo probabilmente non è e forse non sarà mai una grande firma, MA questo non significa che non possa pretendere di avere un contratto di lavoro DIGNITOSO. Visto che in ogni caso lei il suo lavoro lo fa. Abbastanza bene da essere stata tenuta lì per sette anni!!!
Se fosse così disastrosa non credo avrebbero avuto alcun problema a trovarne altri 100 in coda dietro di lei disposti a sostituirla!!!
Sbuco dal mio eremo austrungaIrish (ero a Dublino), e dico che sottoscrivo l´opinione di Grg su Bordone (dio, il saputello della classe). Ho leggiucchiato il tutto (male e velocemente, ho appena aperto Bordone che mi fa parlare in passato remoto per 40 minuti, dopo che lo leggo). Penso che se anche il paragone con Van Gogh potrebbe non essere centratissimo, il punto rimane.
Bordone non ama Ozpetek e lo percula pubblicamente e quindi dev’essere punito 😉
tipo che dovrebbe andare ad aprire una pizzeria 😛
Che pizze pesanti. Bordone, sei PESANTE.
Io ti dico solo che la Soncini mi ha fatto girare anni fa quando ho letto un suo articolo (?) su iodonna (credo) e da allora mi rifiuto di leggerla. E sto bene così.
ecco bravi sfogatevi, ditte tutto quello che avreste sempre voluto dire sulle blogstar 😉 😀
Le blogstar sono come i disturbatori da bar. La risposta a pressoche ogni post e´ "Si, ma chi te l´ha chiesto?"