Cara signora Sabina Guzzanti,
di cui non ricordo mai, ahimè, il volto, mi permetta di dire che mi rendo conto che la differenza tra insulti e critiche sia molto sottile e forse non alla portata di tutti, ma sostenere che è espressione di libertà dire ciò che si vuole in qualunque forma, compreso insultare chi esprime la propria opinione, è quantomeno segno di incoerenza.
Schopenhauer nei suoi 38 stratagemmi per ottenere ragione relegava l’insulto all’ultimo posto, praticamente solo nel caso in cui si avesse torto.
Argomentando al contrario, nel mio piccolo, ho sempre pensato che chi ricorresse all’insulto non avesse argomenti di sostanza da addurre, e, comunque, non un granché da dire.
Da persona di sinistra, anche se moderata, non dovrei più stupirmi di quanto i politici e i comici di sinistra (categorie ormai sempre più confondibili) riescano, per restare nel suo stile, a spararsi nelle palle da soli, ma mi conforta leggere che anche persone più autorevoli di me trovano cose del genere un tantino controproducenti.
Con immutata stima.
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