Stasera si parte.
Nell’attesa, è tre giorni che mi frulla in testa, grazie a questo post di Lola corre, la signora P.
La signora P. abitava nell’appartamento sopra a dove abitiamo noi, e ci conosceva benissimo perché i miei nonni abitavano già lì. Anzi la signora P. erano due, due signore P.: due sorelle (che non si chiamavano P.) che avevano sposato due fratelli (di nome P.), e non avevano avuto figli. I mariti erano morti molto prima, e io a malapena ricordo l’altra sorella.
Quando ci trasferimmo lì, nell’appartamento accanto ai miei nonni, io avevo 11 o 12 anni e mia nonna mi portava a fare le visite di cortesia ai vicini (usanza che credo sia scomparsa poco dopo, anzi probabilmente era già scomparsa). La signora P. era abbastanza anziana (a me sembrava MOLTO anziana), stava su una sedia a rotelle accudita dalla donna di servizio/infermiera/dama di compagnia/confidente di cui non ricordo ora assolutamente il nome (parlava troppo e l’ho rimossa). La signora P. era anche molto gentile e amava i bambini cui mandava enormi uova di Pasqua ogni primavera.
Passò qualche anno e noi cominciammo ad essere più grandicelli e quando organizzavamo qualche festa mia mamma ci spediva qualche giorno prima ad avvertire i vicini di sotto e di sopra (cioè la signora P.), e la signora P. ci diceva sempre: ‘Oh che bello una festa! Mi raccomando divertitevi tanto così io sento un po’ di vita e di gioventù’ (il sogno di vicino di ogni adolescente che fa una festa).
Un giorno scopriamo che la signora P. ha venduto la nuda proprietà dell’appartamento (avrà avuto più di 80 anni, direi abbondanti) a un tizio con figli all’università che evidentemente intende a breve piazzare lì.
La signora P., sostenuta dal nostro appassionato tifo, arriva a quasi 100 anni.
Il tizio – che ormai per forza di cose ha piazzato i figli altrove – tira su un muro o più (un delitto: ha segato in mezzo i bellissimi stucchi libery del corridoio a volta) e ci piazza un po’ di studentesse a caso, con gran gioia di mio fratello e in fondo anche nostra che almeno l’età media del condominio si abbassa. Peccato che essere studentesse universitarie non permetta di comprendere esattamente il funzionamento dell’ascensore e soprattutto l’esatta chiusura della porta, e così non so quante volte mi son fatta 6 piani per andarlo a chiudere. Peccato che la loro cucina sia sopra la mia camera e vorrei sapere che cavolo hai da spostare il tavolo alle 4 di notte. Ma vabbè.
Tutto questo è il passato. Il tizio ha buttato fuori le studentesse, e vende l’appartamento. Se ho capito bene a 8.000 (ottomila) al metro quadro. Con tutto, veramente TUTTO, da rifare (negli ultimi due anni han perso acqua in casa nostra 5 volte).
Vediamo il lato positivo: se lo può permettere solo George Clooney. Che alla signora P., ne sono certa, sarebbe piaciuto molto – anche senza Martini.
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