…che poi a me non ricordi tanto il film di Wenders quanto più ‘Il cielo è blu – sopra le nuuuvoooleeeeee’ è probabilmente un mio problema (non sono abbastanza intellettuale).
Quello che ricorderò è la serata ma la condiverò all’arrivo di una certa foto* ;o)
Più in generale, sono sorpresa di essere rimasta abbastanza distaccata e non averla presa tanto visceralmente. E’ uno sport, sono contenta che abbiamo vinto perché è il nostro sport, quello cui tutti giocano, ed è l’unica cosa (purtroppo o per fortuna?) che ci accomuna tutti quanti viviamo nel cosiddetto bel Paese, che sia di destra, di sinistra, cattolici, ebrei, musulmani, laici, ricchi, poveri, appassionati di sport o meno, colti o ignoranti, del nord, del sud, della città o dei paesini – eccetera.
Mi piace che pur non avendo giocato benissimo ci sia stata una specie di giustizia storica in questa vittoria.
Mi piace soprattutto che abbia vinto il gioco di squadra a dispetto dei veri o presunti campioni fuoriclasse. Mi piace che abbia vinto in pratica la difesa (che i gol decisivi li segnino dei difensori è fuori dal mondo), mi piace che abbia vinto chi giocava con la passione di ragazzini che giocano per giocare e per dimostrare di essere davvero bravi a dispetto dello scandalo, mi piace che abbia vinto chi aveva tutto da perdere. Mi piace che abbia vinto chi non c’ha creduto fino alla fine per non tentare il cielo, ha vinto chi non ci credeva ma ci sperava e basta e davvero ha vinto chi ha lottato con le unghie e coi denti (bellissimi gli articoli di Riotta e Severgnini sul Corriere) – umili gli Italiani non sono proprio, ma di certo non sono arroganti, se non altro per scaramanzia. Mi piace che abbia vinto chi sa perdere, perché magari si danno colpe a destra e a manca ma certe frasi non le avremmo dette e certe cose non le avremmo giustificate. Mi piace che questa vittoria non stia venendo presa da nessuno – salvo qualche politico imbecille – come una scusa per dare un colpo di spugna, ma anzi proprio come ragione perché si torni un po’ al calcio vero, e nessuno mi convincerà mai che quegli undici ragazzi domenica stavano pensando ai futuri ingaggi o a dove giocheranno.
Mi piace vincere, e mi sono divertita; le cose serie sono altre, ma ogni tanto c’è bisogno di staccare dalle cose serie. E farlo vincendo la Coppa del Mondo nello sport nazionale non è niente male :o)))
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