La vigilia a casa mia non si festeggia. Ognuno fa un po’ quello che gli rimane da fare – pacchetti consegne ecc. – poi si mangia qualcosa di semplice e prima o dopo magari giochiamo a carte o a Trivial o si vede un film tutti e sei assieme.
Il film è sempre uno dei soliti: o La vita è meravigliosa (capolavoro assoluto con regolare caragnata quando James Stewart torna a casa e arriva tutta la gente e finale clou ‘Nessuno è solo se ha degli amici’) o questo che l’avrò visto almeno venti volte – e sto arrotondando per difetto – e ha momenti davvero melensi e stucchevoli in cui sparerei al ragazzino, ma ogni benedetta volta che da dietro l’albero vien fuori la mamma del piccolo lord io comincio a caragnare stile fontana.
Poi la parte migliore del Natale: Santa Messa tutti assieme, cosa che non capita mai; io e i fratelli che andiamo mezz’ora prima a prendere i posti mentre i miei sistemano tutti i regali, ritorno a casa, controllo che Gesù Bambino sia arrivato e ci sia la statuina nel Presepe, e mitico ‘cenino’.
Il cenino è il VERO pranzo di Natale per me. Solo noi sei che pasteggiamo a spumante che lo champagne ci piace meno e mangiamo tutte le cose sfiziose fatte da mia mamma tipo il paté o introvabili tipo il marbré che ormai trovi solo da Peck o in Montenapoleone alla modica cifra che si può immaginare. Panettone finale che quello che si avanza si mette via per San Biagio e nel mezzo discussione classica, SEMPRE LA STESSA da almeno vent’anni (cioè da quando si è capito che non è PROPRIO Gesù Bambino che porta i regali anche se sono in suo onore): mio papà vuole che apriamo almeno qualche regalo e io e mezza famiglia arroccata sul no! Si aprono il 25! Finora abbiamo vinto noi.
Quest’anno la vedo più dura. Ai posteri…
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