Archivio mensile:dicembre 2005

trentun dodici

ieri al countdown zero prendo la macchinina con autoradio a palla (accipicchia quanto mi piace guidare, quanto mi manca guidare!) e mi sorprendo a cantare a squarciagola (vizio di famiglia evidentemente) questa canzone che non avrà fatto certo la storia della musica ma che mi dev’essere rimasta impressa dato che so tutte le parole. Mi sembra appropriata come chiusura dell’anno e riepilogo degli utlimi due e mezzo e la dedico a una persona per cui mi sembra perfetta – come lo è per me.

Vita in te ci credo
le nebbie si diradano
e oramai ti vedo
non è stato facile
uscire da un passato che mi ha lavato l’anima
fino quasi a renderla un po’ sdrucita

Vita io ti credo
tu così purissima
da non sapere il modo
l’arte di difendermi
e cosi ho vissuto quasi rotolandomi
per non dover ammettere d’aver perduto

Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano
ma la sofferenza tocca il limite
e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto
siamo angeli con le rughe un po’ feroci sugli zigomi
forse un po’ più stanchi ma più liberi
urgenti di un amore, che raggiunge chi lo vuole respirare
Vita io ti credo
dopo che ho guardato a lungo, adesso io mi siedo
non ci son rivincite, né dubbi né incertezze
ora il fondo è limpido, ora ascolto immobile le tue carezze

Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano
ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto
e rinasce un fiore sopra un fatto brutto
siamo angeli con le rughe un po’ feroci sugli zigomi
forse un po’ più stanchi ma più liberi
urgenti di un amore, che raggiunge chi lo vuole respirare
.

Vita
Lucio Dalla & Gianni Morandi
M. Lavezzi – Mogol

(1988)

nota per me 5

Impara a fregartene di essere educata e corretta con chi non lo è e ti tratta a pesci in faccia da mo’. Oltre che andarci di mezzo altre persone, rischi pure di prenderti dell’idiota, e quando è troppo è troppo.

vecchiolini in vacanza – prologo

Le vacanze dei vecchiolini cominciano molto prima della partenza. I vecchiolini, causa ferie inaspettate della componente femminile, decidono innanzitutto di andare in vacanza.
Requisiti indispensabili della meta da scegliere:
– no troppe ore volo.
– no troppe ore fuso orario.
– caldo.
– niente da vedere cioè: no posto bellissimo culturalmente che se no poi non si resiste e non ci si riposa.
Immediata scoperta: se vuoi partire a dicembre prendi se puoi le ferie da lunedì o martedì o mercoledì o giovedì (con ritorno di conseguenza) che di sabato o domenica non c’è nulla. Peccato che le ferie inaspettate della vecchiolina non prevedano questa possibilità, se no mandando a monte i requisiti c’erano le Maldive a 800 euro (porc!).
Alternativa finale: Canarie (mare freddissimo, niente bagno) o Sharm el Sheikh (mare meno freddo, ma cmq bagno con la muta – così ci dicono tutti). In più la vecchiolina a Sharm c’è già stata due volte e sa che quello che veramente merita è il mare, di cui peraltro lei pessima nuotatrice si è innamorata. Alla fine: Sharm cmq che in ogni caso ci fa più caldo. E poi possiamo scialare col budget. All inclusive da sabato a sabato compresi, 4 piscine di cui una con le onde artificiali e una riscaldata (lo dico subito: mai usate).
Prenotazione effettuata il giovedì.
Passaporto ritirato il venerdì.
Partenza il sabato tardo pomeriggio.
Il vecchiolino previdente chiede alla biglietteria di Malpensa Express se la navetta pullman c’è anche di notte, visto che torniamo alle 4.30 del mattino, e gli dicono di sì.
I vecchiolini pigliano il trenino, poi arrivano all’aeroporto terminal 1, prendono la navettina e arrivano all’aeroportino terminal 2. All’aeroportino terminal 2 non trovano il check-in ma poi sì, chiedono i posti non sull’ala, acquistano 4 stecche di sigarette al duty free a 23 euro e quindi prendono l’aeroplanino, ovviamente hanno i posti sull’ala ma cmq riescono a vedere qualcosa quando sorvolano il Cairo di notte (che è uno spettacolo che la vecchiolina ricordava bene). Isole di luce nel deserto buio. I vecchiolini atterrano (la vecchiolina apprezza molto la compagnia e gli sforzi del vecchiolino nei momenti decollo/atterraggio visto che ha paura dopo un volo traumatico Egypt Air tornando proprio da Sharm qualche anno prima: l’aereo per sbaglio stava atterrando a Bologna su una pista con un altro aereo e la vecchiolina che già pregava – sul serio – si è salvata solo grazie a un’impennata del pilota – che cmq resta un imbecille).
I vecchiolini infine arrivano al villaggio, camera vista mare, cena fredda in frigo, unica pecca: le tende sono di voile e ci sono solo due pannelli laterali pesanti, quindi la vecchiolina sa che si sveglierà sempre presto.
I vecchiolini contenti vanno a nanna.

(continua)

2006

da Internazionale:


Gemelli (21 maggio – 20 giugno)
Molti Gemelli corrispondono alla descrizione di una categoria di persone che la rivista Wired chiama "yeppies", o "young experimenting perfection seekers" (giovani che sperimentano per cercare la perfezione). Sopraffatti dall’abbondanza di opportunità in conflitto tra loro, sono irrequieti e insaziabili. Trattano la vita come "un giro dei negozi per confrontare i prezzi, e si rifiutano di scegliere per paura di lasciarsi sfuggire un’offerta migliore". Anche se questo atteggiamento è piuttosto normale per quelli della tua tribù, sospetto che nel 2006 non funzionerà bene come in passato. È per questo che t’invito ad assumere un atteggiamento completamente diverso: tollera l’imperfezione, rispetta i limiti, apprezza il valore della pace mentale, e cerca di essere più disposto a concentrarti su due o tre possibilità anziché su 17.

e se uno/a lo fa già da due anni? :oDDD
Preferisco i compiti a casa:
Compiti a casa. Cerca di indovinare che persona sarai, e cosa farai il 1 gennaio, 2016.

in ordine sparso

25/12 – notte. Mio papà che tornando dalla Messa di mezzanotte e tenendo l’altro braccio di un sacchetto insieme a me facendolo oscillare canta a gola spiegata ‘Voglio vivere cosììììììììììììììììììììì… col sole in fronteeeeeeeeeeeeeeeeeeee’ (all’una e mezzo. Di notte. Nevischiava pure).

25/12 – giorno. Sentire di avere testa e cuore da tutt’altra parte.

26/12 – tutto. Capire il vero sigificato dell’essere larva.

27/12 – mattina. Incontrare l’amica ‘inglese’ e vedere quanto è felice e rendermi conto di quanto mi manca.

27/12 – pomeriggio. Andare a Torino e recarmi con S. dal mitico Tony, psicoparrucchiere (esempio di dialogo: ‘Allora ti ho fatta bionda perché me l’hai chiesto…’ ‘Ah perché tu che colore mi avresti fatto?’ ‘Non lo so, non ti conosco abbastanza per dirlo’), spendendo la metà che a Milano ed essendo molto più soddisfatta (e poi andare dal parrucchiere con un’amica è una figata cosmica).

27/12 – sera. Chiacchiere con amici che fanno un lavoro che gli piace. E si vede.

28/12 – mattina. Fare il viaggio TO-MI con un’amica. E’ bello quando ti rendi conto che non è necessario parlare :o)

28/12 – mattina. Arrivo sotto la neve!

Continuamente: un countdown. Meno due.

Santo Natale

Volevo fare un bel post natalizio, che poi tutti sanno che a me il Natale piace tanto e mi rende tanto felice. E’ un momento per me molto ricco di significato, molto importante, e cerco sempre di non vivere l’ambaradan casino-consumistico ma di farlo in maniera molto più intima.
Però vedo tanta gente che lo odia. O che vede solo i lati negativi. O che lo vive come una festa materiale. O lo irride.
Conosco amici e persone care per cui questo giorno non ha un significato, o che l’hanno perso, o che lo stanno perdendo.
O per cui sarà un giorno triste.

Per cui mi limito ad augurare a tutti che oggi ci sia, semplicemente, un momento di pura gioia. O almeno un sorriso.
Auguri.

Vigilia

La vigilia a casa mia non si festeggia. Ognuno fa un po’ quello che gli rimane da fare – pacchetti consegne ecc. – poi si mangia qualcosa di semplice e prima o dopo magari giochiamo a carte o a Trivial o si vede un film tutti e sei assieme.

Il film è sempre uno dei soliti: o La vita è meravigliosa (capolavoro assoluto con regolare caragnata quando James Stewart torna a casa e arriva tutta la gente e finale clou ‘Nessuno è solo se ha degli amici’) o questo che l’avrò visto almeno venti volte – e sto arrotondando per difetto – e ha momenti davvero melensi e stucchevoli in cui sparerei al ragazzino, ma ogni benedetta volta che da dietro l’albero vien fuori la mamma del piccolo lord io comincio a caragnare stile fontana.

Poi la parte migliore del Natale: Santa Messa tutti assieme, cosa che non capita mai; io e i fratelli che andiamo mezz’ora prima a prendere i posti mentre i miei sistemano tutti i regali, ritorno a casa, controllo che Gesù Bambino sia arrivato e ci sia la statuina nel Presepe, e mitico ‘cenino’.
Il cenino è il VERO pranzo di Natale per me. Solo noi sei che pasteggiamo a spumante che lo champagne ci piace meno e mangiamo tutte le cose sfiziose fatte da mia mamma tipo il paté o introvabili tipo il marbré che ormai trovi solo da Peck o in Montenapoleone alla modica cifra che si può immaginare. Panettone finale che quello che si avanza si mette via per San Biagio e nel mezzo discussione classica, SEMPRE LA STESSA da almeno vent’anni (cioè da quando si è capito che non è PROPRIO Gesù Bambino che porta i regali anche se sono in suo onore): mio papà vuole che apriamo almeno qualche regalo e io e mezza famiglia arroccata sul no! Si aprono il 25! Finora abbiamo vinto noi.
Quest’anno la vedo più dura. Ai posteri…

pensatoio

Bene. L’età avanza. Non son più giovincella. Qua una volta era tutta campagna (eccetera).
E cmq anche quando lo ero (giovincella, non campagna) non mi ricordavo MAI un compleanno che fosse uno, o meglio, cannavo sempre giorno – salvo memorizzazioni abbinate e assurde del tipo ‘P. compie gli anni il 9 e non l’8 perché prendeva sempre 9 al liceo’.
Tuttora non so se il compleanno di A. è il 12 o il 14 settembre, e la conosco dalla prima media (vent’anni).

Nell’ultimo mese di date ne ho confuse ben due. EH NO! NON SI FA COSì!
La situazione è ormai fuori dal mio controllo.
MA! La nostra eroina ha ormai risorse inaspettate!
Essendo diventata una petulante tecnologica aspirante nerd, ha scoperto che esiste una cosa fantastica che è l’agenda yahoo (mi rifiuto di usare guardafuori anche perché: metti che cambio lavoro/pc/programma e cmq a casa uso thunderbird quindi due programmi NO!).

Ergo: cari amici (vicini e lontani)/lettori/parenti/genti varie, se vi fa piacere che ricordi qualche data (compleanni, anniversari, onomastici, iscrizione a BC, la prima volta che la fatina del dente vi ha lasciato il regalino sotto il cuscino eccetera), comunicatemela. Nei commenti, via mail, telefono o piccione viaggiatore.
Se non lo fate, pasiensa.

Però poi non prendetevela mica con me eh!

outing

per chi non crede che fossi decisamente bruttocchia, goffa e imbranata alle superiori (graziegrazie), ecco i link alle foto della mia classe (devo ancora decidere se denunciare chi le ha messe online):
IV ginnasio
V ginnasio
I liceo
II liceo
III liceo

Ricchi premi e cotillons a chi azzecca chi sono in tutte e 5 le foto :oDDD

ritorno al passato

Lo so, lo so che devo raccontare dei vecchiolini ma ieri c’è stata la famosa – famigerata? – cena di classe. Non posso esimermi dallo scolpire questa serata nella mia mente o meglio qui a imperitura memoria.
(In realtà non è poi andata così male…)

Il tutto nasce dal fatto di vedersi – alcuni dopo 12 anni – in forma ristretta (che già io avrei fatto diverso: P. non offenderti ma visti i casini dopo forse era pure meglio :oP) e col nostro pennacchiano prof di italiano.
Dei presenti, tre persone le frequento regolarmente tuttora, altre le ho incontrate relativamente di recente ma se non le frequento più c’è un motivo, due proprio mai più viste dalla maturità. Da quanto dirò d’ora in poi, le persone che frequento sono naturalmente escluse :o)

Parentesi psico-antropologica. Temevo molto questa serata. C’è una frase di Eleanor Roosvelt che dice: ‘nessuno può farti sentire inferiore se tu non glielo consenti’. Per anni gliel’ho consentito. Ogni volta che li vedevo venivo immediatamente riproiettata a 18 anni, grassa, goffa, imbranata, timida, vestita male e zimbello del gruppetto. Loro probabilmente mi vedono ancora così, ma ieri sera per la prima volta io non mi sono sentita così. Fine parentesi.

La cosa divertente è stata che loro invece sono ancora come a 18 anni, e se la crisi adolescenziale a quell’età non solo è normale ma praticamente inevitabile, a 31 un po’ meno. Per fare un esempio: mi è stato fatto capire che non fosse stato appropriato da parte mia aver esteso la cosa ad A. (una delle 3 che frequento) in quanto il suo ex – che l’ha mollata (LUI) più di cinque anni fa – si sarebbe talmente sentito a disagio che non voleva più venire. Vedendoli poi chiacchierare tranquillamente credo che fossero solo maligne illazioni, ma anche chi l’ha pensato sta messo bene eh. Devo dire inoltre che io ho un bell’ego di mio, ma loro battono qualunque record: sono passate ben due ore prima che qualcuno mi chiedesse cosa faccio (per poi girarsi dall’altra parte), due ore nelle quali ho invece saputo TUTTO della loro fantastica carriera/famiglia/vita ecc. Io poi ero sicuramente quella col lavoro più sfigato (socialmente parlando) – salvo un’eccezione – anche se l’unico che un po’ invidio è il mio ex compagno di banco, cui passavo i compiti in classe e che prendeva una sufficienza in italiano una volta al quadrimestre o giù di lì, e che ha scritto un libro sull’inter appena pubblicato (ma che peraltro non trovo su internet. Vabbé).
Dopo un po’ che ascoltavo appunto delle loro meravigliose vite senza riuscire ad interloquire manco per sbaglio (e se non ci riesco io…), capito l’andazzo ho deciso che l’unica possibilità era lo studio antropologico (no, F., non ho potuto mettere in pratica il tuo suggerimento di dire al più sborone che la sua ex mi aveva confessato che non gli tirava. Ero tentata ma non ce l’ho fatta). E con questa serata ho materiale sui trentenni con sindrome da Peter Pan da farci una tesi (o anche due). Oltre che pettegoli. Omofobici. Razzisti (mi son dovuta trattenere talmente tanto un paio di volte che ho esaurito già la pazienza del 2006).
Meno male che avevo di fianco il prof che ci pensava lui. Una delle scene più belle: qualcuno dice che tra gli assenti c’è gente che gli stava proprio sulle palle. Io proprio non riesco a trattenermi e me ne esco con un ‘Anche tra i presenti’ per fortuna a bassa voce, ma il prof mi sente e sempre a bassa voce e ridendo mi fa: ‘Signorina L. (cognome)! queste cose si pensano ma non si dicono!’ :oP

A parte, il discorso su due dei simpatici personaggi presenti.
Uno era il mio incubo del liceo. Arrivato in seconda (cioè quarta, era un liceo classico), veniva preso in giro da tutti, peggio di me, perciò io solidarizzai, ma lui capì che per togliersi da zimbello assoluto bastava mettersi con quelli che prendevano in giro me e cominciò a tormentarmi: ricordo che l’anno della maturità rischiai l’esaurimento nervoso. Non sto scherzando. Non riuscivo a fare le interrogazioni perché mi tormentava continuamente ed emotiva com’ero perdevo completamente il filo, piangevo in classe, insomma un incubo. Non ringrazierò mai abbastanza E. che era l’unico che mi difendeva. Cmq. Ieri se ne esce che fa l’insegnante. Nelle stesse materie del notro prof presente (il quale lo sapeva e mi ha fatto schiattare con i commenti prima dell’arrivo dello sfigato), per cui ancora un po’ gli da del tu e pacche sulla spalla. Poi se ne esce che lui voleva tanto fare un’altra cosa, ma è un campo difficile, e lui non c’è riuscito, insomma evidentemente ci vogliono ‘qualità superiori’ (che lui evidentemente non ha, anche se essendo poco modesto è evidente che non capisce quali siano). Pensa un po’, voleva fare il bibliotecario. Hehe. Hehehehe. Hehehehehehehe. Tiè.

L’altro (uno di quelli che non vedevo da 12 anni) era il ragazzo più figo della nostra classe. E quando dico figo, intendo a livelli di fotomodello. Una roba da urlo. Trovavamo le mille lire del resto della focaccia con scritto ‘D.P. (nome e cognome completi) ti amooooooo’. All’ultimo anno ragazzine in lacrime venivano a chiedermi con voce tremante ‘Ma TU sei in classe con D.P.???’ (della serie non ero degna di stare nella stessa città, figuriamoci nei 10 metri cubici d’aria che respirava). Stranamente non mi sono mai presa una cotta per lui, probabilmente pensavo fosse troppo al di fuori dalla mia portata. Cmq mi stava simpatico; è stato l’unico che mi ha detto che non prendere in giro i prof comportava il fatto che mi prendessero in giro i miei compagni (teoria opinabile, ma me l’ha detto in faccia). A parte questo, ci saremo detti 20 parole in 5 anni.
Insomma, a un certo punto per scambi di posto vari mi trovo a sedermi davanti a lui, che pur un filino ingrassato rimane sempre un gran bel figliuolo. Il quale gran bel figliuolo se ne esce con un ‘ehi ma sei davvero in gran forma!’ (che già non mi fa schifo detto da chiunque), dopodiché io do per scontato che continui a chiacchierare col vicino della sua vita come han fatto tutti gli altri, invece si gira e mi chiede che faccio io. Rispondo ‘bibliotecaria’ e do per scontato che riprenda a chiacchierare col vicino come aveva fatto quello di prima. Invece mi fa praticamente un terzo grado lavoro/vita/famiglia/amore, con domande pure non banali. Stupore. Tra l’altro dagli speteguless altrui mi è sembrato di capire che abbia passato un gran brutto periodo (no questo ho evitato di adottarlo, stavolta).
A un certo punto mi fa: ‘Posso farti una domanda?’.
Io: ‘Certo’.
Lui: ‘Ma quando mi hanno bocciato in prima (leggi: terza) voi avete pensato che fossi un coglione?’.
Io: ‘…’
Lui: ‘No, sul serio’.
Io: ‘Guarda, io di te con gli altri non ho mai parlato, ma posso dirti che non ho mai pensato che fossi un coglione. Ho sempre pensato che avessi molte potenzialità ma non avessi voglia di fare un cazzo’.
Lui: ‘E’ vero.’
(volevo aggiungere anche un padre stronzo che ti ha rovinato ma non mi sembrava il caso).

Alla fine, è stato l’unico cui ho detto che è stato un piacere rivedere. Gli altri, mai più (spero).