ma io mi domando, ‘sti giovani virgulti che vengono a studiare nella biblioteca della T., lo sanno che difficilmente di qua ci passa il selezionatore delle veline? No perché qui è tutto un gran viavai di fanciulle e fanciulline scosciate scollate truccate (s)pettinate taccate che camminano come Naomi Campell e sbattono le ciglia (a me poi. Che cavolo sbatti le ciglia a me? Mah. Uh magari pensano che sono lesbica! Ma tanto l’accesso a internet glielo concedo lo stesso).
La figliuola di Ricordati di me gli fa un baffo, solo che mi sa che han sbagliato posto. Qua se gli va bene possono cuccare, nell’ordine:
– altri studentelli che di solito stanno incollati a internet e manco le vedono, e se le vedono arrossiscono – e tanto queste non li filano manco di striscio;
– architetto sessantenne che tanto vita mondana non fa quindi manco ti fa fare le giuste conoscenze;
– addetto alla sicurezza: età media quarant’anni, altezza massima m 1,55 (che se qualcuno si mette a sfasciare pezzi di design voglio vedere come lo fermano), vita mondana anche meno dell’architetto che almeno a qualche mostra ci andrà;
– addetto al bookshop.
Apriamo una parentesi sugli addetti al bookshop. La media è decisamente apprezzabile. Alti, belli, alla moda, curati, raffinati, quando ne è sceso uno l’altra settimana ancora un po’ non capivo cosa mi chiedeva, ero ancora persa nella visione di questo Apollo che elegantemente veleggiava sugli scalini.
Ecco, solo che sono tantotanto ma tanto curati raffinati sensibili carini… forse un pochino effemminati…
Insomma gioie questi puntano gli stessi architetti che puntate voi. E anche fossi un uomo, non ci sarebbe storia.
Rassegnatevi e mettetevi il golfino che qua ci fa un freddo boia e io ne ho le scatole piene di sentir starnutire e tossire a maggio :oP
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