In questi giorni diverse notizie, fatti, discussioni (di diverso peso e gravità) mi hanno ricondotto a pensare su alcune cose.
Innanzitutto la morte di Arafat e le varie affermazioni terrorista/non terrorista eccetera – non per semplificare ma perché davvero non credo di saperne abbastanza per dare un giudizio in merito; inoltre la storia dei disobbedienti che ha portato a una discussione in cui è saltato fuori anche Giuliani e quindi mi ha riportato a quello che è successo a Genova e poi anche a una discussione su questo blog riguardo ai centri sociali, insomma un po’ di cose. Tutte che non c’entrano molto l’una con l’altra, forse, tranne per una cosa.
In tutte queste storie c’è violenza.
Ora, io sarò semplicistica e anche un po’ irrealistica, probabilmente, ma quello che io ho sempre pensato è che con la violenza non si ottiene niente e anche se si ottiene qualcosa è sbagliato. E’ sbagliato e basta, non c’è motivazione che tenga, non mi interessa, o meglio, mi interessa ma non come giustificazione di una violenza. Anche come difesa, se non come difesa da un’altra violenza (e anche qui con dei distinguo) ma non come difesa da tutt’altra cosa.
E tutto quello che vedo, nel piccolo come nel grande, è che invece la violenza sta diventando la soluzione per ogni cosa. E se dici che è sbagliato, e non solo come ideale astratto, ma anche nella pratica, basta, è sbagliato, è sbagliato uccidere la gente, è sbagliato picchiare la gente, è sbagliato e basta, quello che veramente, veramente non sopporto è sentire ah ma però qui è diverso… avevano dei buoni motivi… e sennò come fai a farti sentire… epperò allora come fai a reagire… e anche gli altri però… e poi è una cultura/mentalità/tradizione/storia diversa… e non si può giudicare…
Non mi interessa quello che fanno gli altri, sbagliano anche loro e allora è un buon motivo per reagire con dell’altra violenza? E sì che posso giudicare, invece, se sono convinta che la violenza è sbagliata sono libera di condannarla, ovunque avvenga, nelle camere a gas degli USA come in piazza Tienanmen, in Rwanda come nelle Filippine, nella ex Jugoslavia come in Palestina, Israele, Costa d’Avorio, Venezuela, nei paesini della mafia, a Napoli e Palermo, a Genova, a Cogne e nella piazza sotto casa mia, nell’appartamento di fianco al mio e in casa mia pure. E chiunque lo faccia, soldati, guerriglieri, secondini, sequestratori, terroristi, cattolici, islamici o atei, estremisti di destra, manifestanti di sinistra, mariti genitori figli fidanzati vicini di casa motociclisti guidatori ubriachi serial killer stupratori e chi più ne ha più ne metta. Per quanto mi riguarda è uguale.
Immagino che Gandhi e Martin Luther King, che hanno ottenuto più di chiunque altro con il principio della non violenza, siano passati di moda.
standing ovation!!!!!
toglimi la curiosita: ti hanno datto della fascista un altra volta, a me si parlando dei disobedinti!!!
😛
no, per ora no… non ci avevo neanche pensato. Queste cmq erano considerazioni sparse che mi son venute in mente, non una reazione a qualcosa.
Poi è ovvio che con questo non voglio dire che me ne frego delle motivazioni che stanno dietro un atto di violenza, in alcuni casi le capisco, ma capire non è condividere. Spero di essermi spiegata meglio :o)
ti sei fatta capire benissimo
pure io capisco le motivazioni, capisco anche le motivazioni dei ceceni, mi informo anche se nn leggo i quotidiani
ma come te nn codivido, nessun atto di violenza, nessun atto criminale puo’ portare a qualcosa di buono.
punto 😀
una volta ci si metteva davanti allo specchio e si faceva un bell’esame di coscienza.
adesso ci si guarda l’un l’altro e si trova una giustificazione a tutto: se quello ha fatto così, perché io non posso fare cosà?
e mi tornano in mente le parole del mio mentore: “devi scegliere: vuoi essere una pecora e farti trascinare dal flusso o essere un bipede e andare di faccia?”
le pecore non sono più solo in mezzo al traffico e la faccia me la sono rotta più volte; ma continuo a guardarmi allo specchio ed essere contenta (il più delle volte) di quello che vedo.
no no, gandhi non é passato di moda, solo la telecom si é comprata tutti i diritti per la sua campagna pubblicitaria…gran bel post. e che tristezza…
pensa se gandhi avesse un cellulare o se tenesse un blog o SE POSSEDESSE DIECI TELEVISIONI PER FARSI SENTIRE IN TUTTO IL MONDO FARSI ELEGGERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO APPROVARE LE LEGGI CHE VUOLE LUI PENSA SE GANDHI FOSSE IL DITTATORE DEL MONDO INTERO COME SAREBBE BELLOOOOOOOO
oooops ho detto dittatore ?
Consiglio di lettura: Popper "La società aperta e i suoi nemici"
Il malinteso sulla falsa domanda: "Da chi è meglio farsi governare?" è dovuto a Platone, il primo violentatore pubblico di Socrate. Da lì la domanda è rimbalzata ad Aristotele, Tommaso d’Aquino "Bue mansueto", e infine a Fichte, Kant, Hegel, Marx, Croce, Hitler/Stalin.
Ogni santa volta che il malinteso viene riproposto c’è un MAESTRO che scoppia di fondi pubblici o di soldi suoi e ripropone ‘sta domanda del piffero.
Ed ogni santa volta c’è il coretto dei pirloni che ci cascano e ripetono in coro: "E’ meglio essere governati da una persona virtuooooosaaaaaaa".
Da lì si decide che chi non è virtuoso va tenuto lontano dal governo, e si finisce in una dittatura dei virtuosi.
L’idea della pubblicità su Gandhi è Aristotelica fino al midollo: come sarebbe il mondo se fosse Governato da Gandhi ? Se Gandhi potesse organizzare delle ADUNANZE OCEANICHE TELEVISIVE come e peggio di Mussolini ?
Siccome è virtuoso TUTTI DOVREBBERO ASCOLTARLO, anzi ASCOLTARE SOLO LUI.
Questa è la vaccata filosofica del millennio e ci ricadiamo ogni cinque anni in tutto il mondo!
Ognuno governi se stesso. Purtroppo le cose piccole non conoscono "la virtù", ma solo le esigenze del momento, "l’efficienza" o "l’attitudine allo scopo immediato".
La Virtù è una porcata astratta. L’alto fine di difendere l’Uomo giustifica QUALSIASI mezzo.
Dovessimo anche sterminare ogni singolo uomo che vive sulla terra, nessuno potrà calpestare l’Uomo e le sue astratte virtù!!!
Anche Gandhi era un poveraccio, Madre Teresa di Calcutta non sapeva un piffero di organizzazione aziendale e si è macchiata di abusi edilizi, irregolarità fiscali ed ogni sorta di goffaggine organizzativa.
Fa strano pensarlo, ma E’ ESATTAMENTE COSI’. Peccato non avere ideali. Niente di assoluto in base a cui ammazzare i rompipalle. Peccato davvero.
Risata amara.
Beh ll, adesso puoi capire perchè mi fa simpatia il Leoncavallo. Perchè è sporco, brutto, cattivo e non gli interessa di aderire alla Virtù decisa altrove. Qualcosa di buono la fa, qualche porcata la fa. Ed in entrambe i casi porcate e cose buone sono plateali e pazienza. Purtroppo il Leoncavallo non ti protegge da se stesso. Non pretende di beatificarsi. Sta a te trarne il meglio o il peggio. Temo che lo stesso Gandhi non sia una figura gestita con la stessa onestà. Forse perfino il BookCrossing fa meglio di Gandhi nel permettere a chiunque di usare BENE O MALE il suo "marchio". Anarchici e letterati di centrodestra. Persone e organizzazioni. E pazienza per le porcate che ne vengono fuori. L’uomo è in parte un porco. Perchè avere tanto schifo della parte "porcona" dell’uomo ? Pazienza le porcate, basta muovere le chiappe per riparare in tempo.
Risata più dolce.
ehm… scusa Johnny ma non credo ci siamo capiti. Gandhi è cmq il simbolo della nonviolenza, e come tale l’ho citato. Non capisco cosa c’entri quello che scrivi con la violenza, e cmq io continuo a non rietenerla giustificabile. Scusa, ma se uno/a fa sia cose buone che porcate non posso dire che le porcate sono tali? Le devo giustificare in virtù delle cose buone? Sì, in un giudizio complessivo sì, ma se le porcate sono atti di violenza no, mi spiace ma non mi va bene. IMHO :o)