basta

DEVO mollare il vecchio lavoro. Non posso andare avanti così.

Ma come ca##o faccio?!?

12 opinioni su “basta

  1. pppppppppppppp

    è già difficile fare bene una cosa…figurati più cose contemporaneamente…….MOLLA  (anche se guadagnerai meno), potrai sempre ritornare in futuro

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  2. ll

    facile a dirsi, ma veramente
    1) il problema non è fare più cose contemporaneamente dato che sono perfettamente in grado di farlo, ma che mi crea solo casini;
    2) non è che guadagnerei meno, ma non guadagnerei abbastanza da vivere;
    3) non posso per niente tornare a farlo se lo mollo!

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  3. ll

    ma perché tutti pensano che io sia vissuta nella bambagia senza problemi fino ad ora? Devo cambiare consulente d’immagine… :oP

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  4. Auro

    se lo vuoi lasciare, dici a loro "ciao ciao" (esattamente come si fa coi fidanzati)
    se non lo vuoi lasciare, dici a te stessa più volte come un mantra "pensa alle mondine, pensa a Rossella O’Hara quando va da Rhett in galera e ha le mani rovinate dai campi, pensa a chi lavora 8 ore al giorno torna a casa deve fare da mangiare alla famiglia e stirare e magari andare pure a letto con il marito controvoglia con tutte le fatiche annesse e connesse del caso… a te va di lusso…". con me funziona perfettamente. l’idea delle mondine, delle madri di famiglia, degli operai delle catene di montaggio, degli indigeni messicani e dei minatori fa tornare in pace con il mondo e soprattutto è un ottimo deterrente contro la lamentazione. ;o)

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  5. ll

    ottimo, in effetti il mantra analogo che uso io ha funzionato fino ad ora che propendevo per la soluzione 2 (= non lo mollo). Adesso che lo voglio mollare devo risolvere gli annessi e connessi, perché se gli dico ciao ciao e basta a fine progetto che faccio? Altro che andare a vivere da sola… cioè sì, potrei, sotto un ponte :oP

    Cmq la fase lamento è finita col post, mo’ sono già alla fase operativa = come risolvere la cosa = ricerca disperata della remota soluzione…

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  6. boh

    Anche la fase lamento ha la sua utilità…stabilendo una gerarchia delle cose di cui lagnarsi stai già operando una scelta 😉

    Il mio sugg è sempre: domandati il peggio che può capitare. Sarà banale, ma se sei pronta ad affrontare quello, puoi anche decidere di scegliere la strada più dura.

    Seconda domanda: quali prospettive concrete ti da tutto questo sbattimento? In fondo, visto che una famiglia da mantenere non ce l’hai, sarebbe il momento giusto per affrontare qualche rischio.

    Altro mantra: "Se non ora, quando?". Anche questo è pluriuso

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  7. boh

    vivere da sola sotto un ponte? Naaaaaaaa!!!!
    Meglio in tenda su un terrazzo… 😉
    Scherzi a parte: fossi in te, il “come” lo deciderei a fine progetto, quando avrai davanti un ventaglio di prospettive tra cui scegliere (o con cui farti aria).
    Istruzioni di vita da chi in passato ha chiuso gli occhi e si è buttata, senza chiedersi nè “come” nè “se” … e che ci ha messo un paio d’anni a far andare via i lividi – perché ovviamente non c’era nessuno a prendermi… fatta eccezione per i miei che DOPO mi hanno chiesto se mi ero fatta male :(
    L’esperienza insegna… ma é un pettine che la vità ti dà dopo che hai perso i capelli :PPPP

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